Un longevo marinaio molfettese: i 100 anni di Ignazio Salvemini
Nel lontano 1993, il giornalista Felice de Sanctis, redattore de La Gazzetta del Mezzogiorno, intervistava per il quotidiano di Bari, l’armatore in pensione l’ottantenne Ignazio Salvemini, conosciuto col soprannome la ross, sui problemi della crisi della pesca. L’intervistato tra l’altro raccontava come era dura una volta la vita del pescatore e i numerosi pericoli di chi sceglie il mare come luogo e fonte di lavoro. Egli ricordava come era faticoso pescare con le paranze a vela dove tutto era riposto nella forza delle braccia sia per remare che per tirare a bordo le reti da pesca. A causa dellla scarsità della pesca nell’Adriatico, già dalla seconda metà del sex. XIX si andava spesso in altri lidi anche esteri come al Pireo, Corfù, S. Maura, Calamata ecc. in Grecia, a Port Said e ad Alessandria d’Egitto, a Goletta in Tunisia e anche ad Dede Agac in Turchia. L’arzillo marinaio, figlio di una generazione di pescatori, nato nel 1913 iniziò ad andare per mare a vent’anni circa dopo il periodo scolastico. Nel 1929 fece la prima esperienza marinara da mozzo imbarcandosi sulla bilancella Alfredo che in coppia con la bilancella Giacinto II, ambedue di proprietà della nonna paterna (Angela Patimo) e di suo padre Michele, costituiva la paranza da pesca di famiglia. Con l’avvento della motorizzazione, a sostituire le due bilancelle nel 1931, suo padre Michele con il figlio Giacomo acquistarono i motopesca S. Nicola I e Littoria. Ignazio Salvemini nell’anno successivo conseguì la patente da motorista e così navigò sui mp. di famiglia alternandosi sui due navigli. A causa della II Guerra Mondiale, nel 1940 i mp. furono requisiti dalla Regia Marina e utilizzati come naviglio ausiliario e Ignazio rimase sul mp. S. Nicola I come marinaio militarizzato col grado di II capo meccanico. Terminata la guerra nel 1945 i mp. furono derequisiti e di conseguenza anche Ignazio fu smilitarizzato, riprendendo l’attività di pescatore. Nel 1952 conseguì l’abilitazione come capo pesca e nel 1960 come padrone marittimo. Nel corso della sua vita marinaresca ebbe modo di acquistare con i fratelli Giacomo, Francesco e Sergio diversi mp.: Doroty, poi Tea Salvemini, Maria S. S. di Pompei, poi Anna Dora, Malpighi, poi Francesco Ignazio e infine Michele Salvemini. Nel 1963 il mp. Malpighi con il mp. Anna Dora ebbero l’onore di portare la statua della Madonna dei Martiri in giro per il Porto in occasione della Fiera dell’8 settembre. Fu insignito della Medaglia d’oro per lunga navigazione e andò in pensione nel 1978. Nel mese di settembre del 2005 nel corso dell’inaugurazione e apertura della Mostra Etnografica Permanente del Mare a cura dell’Archeoclub sezione di Molfetta, posta nella Fabbrica di S. Domenico, attirò l’attenzione per un suo intervento spontaneo sui problemi della marineria da pesca suscitando nei presenti meraviglia per la lucidità con cui espose gli argomenti. Lo stesso ha donato alla Mostra il suo libretto di navigazione. Essendo nato nel 1913 e raggiunto la bella età di 100 anni, portati egregiamente, è stato festeggiato dai familiari presso il ristorante Nettuno. L’Archeoclub sezione di Molfetta nell’occasione dell’evento gli ha donato una targa ricordo: Al sig. Ignazio Salvemini marinaio e viaggiatore, custode delle memorie del mare con gratitudine l’Archeoclub. Il Presidente Angela Sciancalepore. Diamo alcuni cenni sulle prime barche su cui Ignazio Salvemini ha svolto la sua attività marinaresca: la bilancella Giacinto II di 10,07 t fu costruita a Torre del Greco nel 1911; dal 1921 fu iscritta al n. 617 delle matricole di Molfetta; dal 1921 al 1925 saltuariamente era ad Alessandria d’Egitto. Nel 1931 fu installato un motore Deutsche Werke di 45 hp. Sfortunatamente la bilancella, nel mese di aprile del 1931 affondò nelle acque di Vieste. La bilancella Alfredo di 15,83 t fu costruita a Torre del Greco nel 1912; dal 1921 fu iscritta al n. 618 delle matricole di Molfetta; dal 1921 al 1925 saltuariamente era ad Alessandria d’Egitto; dieci anni dopo fu venduta a marinai baresi. Era spesso comandata da Giacomo (classe 1904), fratello maggiore di Ignazio. Il mp. S. Nicola I di 28,23 stl. fu costruito a Molfetta nel 1931 nel Cantiere di Vito Pansini, aveva a bordo un motore Alfa di 66 hp. Fu iscritta al n. 843 delle matricole di Molfetta; nel 1951 il nudo scafo fu venduto a Brindisi. Il mp. Littoria di 24 stl. fu costruito a Molfetta nel 1935 nel Cantiere di Vito Pansini. Fu iscritto al n.928 delle matricole di Molfetta. Aveva un motore Alpha hp.84, poi sostituito nel 1940 con un motore Deuthsce Werke da 90 hp. In disarmo dal 1948, fu demolito nel 1956.
Autore: Corrado Pappagallo