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Un lettore scrive al direttore di “Quindici”: servono più telecamere per sorvegliare le zone a rischio a Molfetta
03 novembre 2015

MOLFETTA – Un lettore di Molfetta scrive al direttore di  “Quindici” per segnalare un episodio di cronaca, per fortuna senza conseguenze. Una signora seguita per strada al rientro a casa in pieno giorno a Molfetta. Il fatto che a seguirla fosse un extracomunitario, è assolutamente insignificante e non può, né deve essere una criminalizzazione dell’uomo: poteva essere un italiano e, come le statistiche confermano, a delinquere sono più i nostri connazionali che gli altri. La nostra città, invece, è un esempio di accoglienza e soprattutto di comportamento di questi nostri fratelli, che non esitano ad affrontare rapinatori per difendere un italiano, come è avvenuto per ben due volte davanti a un supermercato.

Chiarito che il fatto di essere extracomunitario sia casuale, considerato che non è certo che l’uomo volesse aggredire la signora, va comunque considerata l’ipotesi di installare delle telecamere anche in questa zona della città, anche se alla fine il rischio è quello di mettere sotto sorveglianza tutta la città: una cosa impossibile e anche costosa. E poi addio alla privacy: saremo tutti sotto l’occhio di un grande fratello che controllerà tutti i nostri movimenti, limitando la nostra libertà.
Forse, più che coprire tutto il territorio cittadino con telecamere, sarebbe utile, installare gli impianti solo nei punti più a rischio. Infatti, tutti i punti della città sono potenzialmente pericolosi, soprattutto per chi ci abita.


Ecco la lettera inviata al Direttore di “Quindici”:

 

«Buongiorno Direttore. Le scrivo per raccontare l'esperienza subita da una donna Molfettese A. M. in relazione alla sicurezza dei nostri quartieri.  Sabato 31 ottobre alle ore 11.08 la signora A. M. prendeva il treno da Trani per arrivare a Molfetta. Sul treno si avvicinava un extracomunitario sospetto alla signora. Il capotreno nel controllare i biglietti si accorge che l’extracomunitario ne era sprovvisto per cui è stato invitato dalla Polfer a scendere dal treno a Molfetta  senza che siano stati controllati i documenti.
Intanto, anche la signora A. M. era scesa a Molfetta e si era  diretta a piedi verso la zona Madonna della Rosa attraverso la stradina isolata che costeggia il cantiere (vedi foto della zona) per arrivare poi alla scuola Cozzoli. Ad un certo punto la signora  si è accorta da subito di essere seguita in modo sempre più evidente ed angosciante dallo stesso extracomunitario, sceso dal treno, fino  alla cartolibreria del quartiere. Le ipotesi sono diventate certezze quando l’uomo si è fermato anche lui come per aspettare la vittima. Solo in quel momento è intervenuto un ragazzo, anche lui sceso dal treno, che si era accorto dell'inseguimento. Solo in questa maniera la situazione non è peggiorata. Sono stati chiamati i Carabinieri che sono prontamente intervenuti ma ciò che è successo dopo non si sa nulla.
Io chiedo all'amministrazione comunale di installare telecamere in queste strade importanti, vie di collegamento pedonali vitali  tra centro e periferia ma purtroppo sempre isolate. L’allarmismo è ormai arrivato a ritmi sempre più insostenibili. La nostra denuncia è molto forte e vogliamo una risposta immediata dalle istituzioni
». 

Il lettore usa il termine “allarmismo” forse inconsciamente, ma crediamo che tale termine sia appropriato: tendenza a preoccuparsi o a ingenerare timore negli altri anche in assenza di validi motivi. Occorre anche considerare che ogni intervento pubblico ha un costo per l’intera collettività, costo che poi va recuperato con le tasse da prelevare dagli stessi cittadini. Una telecamera più vale un aumento delle tasse?

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