Un lettore scrive a “Quindici” per denunciare lo stato di incuria e abbandono del cimitero di Molfetta
MOLFETTA – Un lettore scrive a “Quindici” per denunciare lo stato di incuria e abbandono del cimitero di Molfetta.
Ecco la sua lettera:
«Buongiorno Direttore e Redazione,
scrivo questa mia per denunciare la situazione di totale abbandono ed incuria in cui versano i blocchi di edilizia cimiteriale presso il cimitero comunale di Molfetta.
Ebbene la domenica dedicata alla celebrazione del "rito delle palme" mi sono recato di buon ora presso il cimitero di Molfetta per la visita ai miei cari defunti.
La mattinata era piuttosto grigia e già pioveva dalle prime ore della giornata.
Mi sono pertanto accorto che la pavimentazione, probabilmente in travertino stuccato, bagnata alla perfezione dalla pioggia battente, e già liscia di per sè, era perfetta per delle pericolosissime scivolate che puntualmente si sono verificate ai danni di una malcapitata signora anziana che per fortuna non ha riportato grossi traumi.
Ora non entriamo in polemica con chi ha progetatto (?) i vari plessi con quella pavimentazione, ben sapendo (?) che non essendo gli edifici totalmente chiusi e spesso soggetti ad acqua e vento battente, sarebbero stati suscettibili di costituire un pericolo in caso di pioggia; ma la copertura divelta dal vento!?! Le immagini allegate rendono bene l'idea.
E' possibile che tutto il personale comunale addetto alla sorveglianza non si sia accorto di questa mancanza? E qualora non fosse, quanto ci vuole per ripristinare la copertura, in economicissimo plexiglass, e fare in modo che i cittadini che si recano al cimitero, durante i giorni di pioggia, camminino in tranquillità e sicurezza?
Oppure la tanto pubblicizzata, e spesso manipolata, "sicurezza" la sbandieriamo quando ci sono giornalisti e telecamere?
Da parte mia ho denunciato l'accaduto a degli agenti della Polizia Municipale sopraggiunti sul luogo per altri fatti di cronaca, sperando che possano far presente la cosa a chi di competenza.
Senza parlare degli arredi mobili messi a disposizione dei cittadini; al momento sembrano delle opere di qualche artista contemporaneo, ma ahinoi hanno perso la loro vera utilità...
Probabilmente tale incuria si annida sin dai tempi passati e sotto altre amministrazioni, tuttavia denuncio e spero che l'antichità di un vizio non diventi causa del suo perdurare.
Un vostro fedele lettore ed estimatore,
Ayroldi Maurizio»
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