Un fiume di gente ha reso omaggio all'urna di Don Bosco
Grande partecipazione a Molfetta per la presenza dell’urna di San Giovanni Bosco, fondatore dell’Opera Salesiana nel mondo. Circondata da una moltitudine di fedeli, l’Urna il 30 settembre è arrivata con un automezzo predisposto che sta facendo il giro d’Italia (dopo Molfetta è proseguita per Andria). Si è formata subito una processione che, tra due ali di studenti festanti, è partita dall’Istituto Apicella per giungere fino alla Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe. La peregrinazione dell’Urna, voluta dal Rettor Maggiore don Pascual Chávez Villanueva, nono successore di Don Bosco, proietta la Grande Famiglia salesiana, e non solo essa, al bicentenario della nascita del Santo di Valdocco. Il reliquiario contenente la mano destra di don Bosco, “quella con cui benediva, scriveva le costituzioni, le lettere cattoliche, assolveva i peccati”, è stato accolto da un fragoroso e continuato applauso. Presenti alla cerimonia d’accoglienza il Vescovo della Diocesi mons. Luigi Martella, il vicario vescovile mons. Mimmo Amato, il vice sindaco avv. Bepi Maralfa, il presidente del Consiglio Comunale Nicola Piergiovanni e numerosi ex allievi salesiani. L’Urna del santo, portata in chiesa, è stata collocata al centro della navata, davanti all’altare maggiore, dove ha ricevuto l’omaggio dei fedeli e degli alunni delle scuole elementari, della scuola media e delle superiori che, in ordinata fila, hanno venerato la salma di S. Giovanni Bosco. Nel pomeriggio hanno reso omaggio al reliquiario di don Bosco la famiglia salesiana di Molfetta, i fedeli di tutte le Parrocchie di Molfetta e alle 19 è seguita la S. Messa celebrata da Mons. Martella, presente la prof. Betta Mongelli Assessore alla Cultura che rappresentava il Sindaco. Subito dopo una interminabile fila di fedeli onorava don Bosco. Ne seguiva una veglia notturna di preghiera con la partecipazione di numerosi giovani della diocesi. E’ stata una giornata di intensità spirituale secondo il programma predisposto con cura dall’infaticabile don Giuseppe Cilione, direttore e parroco a San Giuseppe: «Avevamo bisogno di questa Sua visita, che fosse “qui”, per avvertir- Lo intimo a noi; sentire la sua mano carezzevole; specchiarci nei suoi occhi, che sanno di cielo, e scoprirsi sua pupilla; aprirci in confidenze e immergersi nel suo cuore puro, perchè Egli è per noi padre, maestro e amico, il sorriso di Dio, tutto: don Bosco ci ha amato come Dio ci ama». Il settimanale diocesano Luce e Vita ha dedicato una rubrica fissa sin dal 1° settembre e l’intero numero del 28 settembre ospitava, tra gli altri, il saluto del Card. Angelo Amato, Prefetto per la Congregazione dei Santi e salesiano molfettese. Un messaggio di saluto è stato inviato anche dal sindaco Paola Natalicchio, impegnata fuori sede: «Gli oratori sono i nodi di una rete di strutture sociali capillarmente diffuse nelle aree più fragili delle nostre città. In quelle periferie da cui giungono alle Istituzioni costanti domande di attenzione, rivolte proprio da quelle famiglie su cui si sono abbattute più ferocemente le conseguenze della crisi economica. Il messaggio di Don Bosco Santo, pastore e guida spirituale - prosegue il sindaco - riparte proprio dall’entusiasmo, dalla passione e dall’impegno della chiesa di strada». La mattina del 1 ottobre, dopo la messa, è continuata la visita dei fedeli e di numerosi studenti che prima di andare a scuola sono passati ancora una volta a salutare don Bosco; all’uscita della chiesa la famiglia salesiana offriva loro la colazione, come abitualmente don Bosco usava dare ai ragazzi prima di andare a lavorare. Intorno alle ore 8 incuranti della pioggia battente, il Vescovo don Luigi Martella, gli studenti e gli oratoriani di ogni età hanno salutato l’Urna di don Bosco che lasciava la chiesa di S. Giuseppe per Andria; tutti i presenti con animo commosso avvertivano la sensazione di un caro che partiva per non tornare mai più.
Autore: Corrado Pappagallo