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Un Carro colmo di Rame a Molfetta Lo spettacolo teatrale “Furti di Rame” nell'ambito della rassegna estiva del Carro dei Comici
28 luglio 2018

 MOLFETTA - Quello del Carro dei Comici è senza dubbio uno degli alberi più rigogliosi che crescono nel campo della cultura molfettese, una pianta che merita di essere sempre coltivata, custodita e valorizzata, perché dà sempre quei buoni frutti in grado di nutrire efficacemente la cittadinanza in civiltà, spirito e intelletto. Tra questi frutti vi sono gli spettacoli teatrali che la compagine teatrale molfettese ha messo in cartellone per il mese di giugno nell’ambito della programmazione di Eventi Molfetta in una rassegna patrocinata dalla Regione Puglia al fine di valorizzare i contesti architettonici del territorio più suggestivi, cosa che per gli ultimi due spettacoli non è potuta avvenire, in quanto un meteo di fine giugno dalle sembianze settembrine ha portato a spostare per necessità le recite dalla prevista location del Chiostro di San Domenico al Teatro del Carro. 

Particolare riscontro e gradimento di pubblico ha ottenuto il terzo appuntamento di questo cartellone: Furti di Rame. Uno spettacolo dedicato alla figura di Franca Rame, compianta attrice e drammaturga in piena simbiosi sia nella vita che nel palcoscenico col marito Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, ammesso che sia ravvisabile una netta dicotomia tra vita e palcoscenico, visto che per questi due giganti, come ben sappiamo, la vita era il loro palcoscenico e il palcoscenico la loro vita.

Una vita con le stesse caratteristiche di quel metallo che si chiama come il suo cognome, un materiale molto pregiato, di elevatissima conducibilità elettrica e termica, probabilmente il metallo che l’essere umano utilizza da più tempo e uno di quelli di cui ha più bisogno. Così come un treno non può viaggiare se manca il rame nella catenaria che corre sopra i binari e che gli fornisce energia elettrica, così non possiamo prescindere dalla figura di questa grande personalità della cultura italiana per comprendere l’evoluzione della figura della donna e del suo rapporto con la società negli ultimi decenni, tema questo che è stato il filo rosso di questo spettacolo, riproposto alla terza replica dopo il grande successo delle prime due date di fine aprile.

Furti di Rame: è stata questa l’opera fraudolentemente geniale del regista Francesco Tammacco, rubare celebri monologhi dell’attrice milanese, scritti insieme al marito, per declinarli in maniera assolutamente originale, destrutturandoli, ricontestualizzandoli, arricchendoli di altri personaggi, senza snaturare ma, anzi esaltandone il messaggio. Lo spettacolo è un continuo susseguirsi di ciò che sarebbe riduttivo chiamare sketch: si ride sì, e di gusto, ma sempre lasciando quel turbine di provocazioni e riflessioni con cui lo spettatore è costretto a fare i conti una volta lasciata la platea del teatro per tornare a casa.

Queste piece satiriche, a partire da donne simbolo dell’immaginario collettivo come Eva o Medea, oppure totalmente di fantasia come una improbabile sessuologa americana o una esilarante mamma fricchettona, mettono l’accento sulla rappresentazione della condizione delle donne nella società, della loro oppressione, della loro sottomissione ai maschi, in quanto madri, mogli, amanti e lavoratrici. Scene che non hanno richiesto nemmeno lo sforzo di essere attualizzate. Infatti, è pur vero che molti di questi lavori discendono da un contesto storico culturale di grande evoluzione civile quali gli anni settanta, che Franca Rame cavalcò spendendosi in prima persona nel movimento femminista, ma le tematiche trattate sono ahimè senza tempo, come a dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Nonostante si sia trattato di uno spettacolo di scampoli teatrali che ha visto di volta in volta diversi attori avvicendarsi nei ruoli principali, sono emersi tuttavia la forte coralità e il grandissimo affiatamento di tutti gli elementi della compagnia, punti di forza interpretativi che hanno reso tutti loro protagonisti allo stesso livello: Valeria Angione, Luigi Armentano, Mario Bosco, Sabrina Campo, Mirko Cilberti, Francesco Consiglio, Mariella Fanizza, Michele Giannossi, Angela Mansi, Giulia Mastropasqua, Leonardo Mezzina, Marianna Pisani, Isabella Ragno, Vincenzo Raguseo, Marta Ranieri, Laura Scardigno, tutti uniti nel ricordare il genio di Franca Rame e nel portare avanti la sua battaglia culturale perchè tutte le donne possano conquistarsi il posto che meritano in famiglia e nella società.

Paolo Gadaleta

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