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Ultimo trasloco per la Deposizione di Cozzoli: collocazione definitiva nel Museo Diocesano di Molfetta
30 marzo 2017

MOLFETTA – Ancora un trasloco per l’opera “La Deposizione di Cristo” di Giulio Cozzoli: dalla Fabbrica S. Domenico al Museo Diocesano. Dal pubblico al privato. La famiglia Cozzoli ha scelto questa soluzione non essendosi conclusa, a causa della crisi comunale, l’operazione di comodato, avviata dall’amministrazione di Paola Natalicchio con l’assessore alla cultura Betta Mongelli.

L’accordo con il Museo Diocesano è stato stipulato con le stesse condizioni di quelle del Comune e vedrà la sistemazione definitiva (e non provvisoria, come ipotizzato da qualcuno) all’esterno dello stesso Museo, dove sono in corso opere di sistemazione della base di cemento sulla quale l’opera verrà collocata.

Infatti, grazie alla generosità di un benefattore che ha donato il suolo, è stato possibile allargare l’ingresso del Museo per permettere questa soluzione che vedrà la Deposizione in bronzo all’aperto con una copertura superiore nella quale verranno sistemati anche gli accessori elettrici per l’illuminazione.

L’imponente opera di 2 metri e mezzo di altezza, che comprende le figure del Cristo, della Madonna, S. Giovanni, Maria Maddalena e Giuseppe d’Arimatea, è già stata trasferita al Museo e si trova in collocazione provvisoria accanto all’ingresso. Un trasferimento delicato e difficoltoso anche per il peso della struttura in bronzo.

Questo trasferimento del Gruppo bronzeo dovrebbe essere quello definitivo per quest’opera dalla storia travagliata: rimasta incompiuta in gesso (in attesa di un finanziatore che potesse permetterne la traduzione in marmo o bronzo), all’improvvisa morte di Giulio Cozzoli nel 1957, restò all’interno di Palazzo Cappelluti, studio dello scultore, fino a quando, nel 1971, per la folle decisione speculatoria di demolire (anche all’epoca i palazzinari dettavano legge a Molfetta e condizionavano la politica e il governo della città) lo storico immobile, il nipote Maurangelo fu costretto a trasferire in fretta l’opera per evitare la sua distruzione.

Fu scelta una fonderia di Verona, dove Maurangelo con grande pazienza e immensi sacrifici economici e fisici cominciò, a proprie spese, la traduzione in bronzo dell’opera conclusa il 1985. Poi la Deposizione tornò a Molfetta dove si concluse la lavorazione e la definitiva patinatura (1989-1996).

La scelta degli eredi di Maurangelo Cozzoli è dettata dal desiderio di valorizzare l’opera che tutti potranno vedere anche transitando per il corridoio di via Entica della Chiesa che costeggia la Cattedrale. I lavori in corso stanno procedendo velocemente perché il vescovo mons. Domenico Cornacchia vorrebbe che l’operazione di sistemazione del Gruppo (si sta provvedendo anche a rifare la cancellata esterna del Museo) avvenisse prima della Settimana Santa, concludendo degnamente la Quaresima.

Contemporaneamente è in corso la preparazione, all’interno del Museo, di una Mostra monografica con bozzetti inediti di Giulio Cozzoli, messi temporaneamente a disposizione dalla famiglia, per far ammirare altre opere sconosciute del grande scultore molfettese.

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