Tuffo nel passato per leggere il presente: il satyricon di Petronio
I ragazzi dello Scientifico vincitori del 2° premio alla Rassegna “Teatro classico”
Anche per il collettivo Freedom è tempo di vacanza. Con la rappresentazione del “Satyricon” di Petronio si è chiusa la stagione teatrale diretta dal prof. Tonino Ragno. Così Encolpio, Ascilto, Gitone, Trimalchione e Fortunata, sono stati solo alcuni dei personaggi estrapolati dalla scalzante opera latina e interpretati dai ragazzi del Liceo Scientifico “A. Einstein”.
I giovani attori, pur cimentandosi con un testo frammentario, hanno esaltato l'estrema varietà allegorica di un'opera che per le sue implicazioni socio-culturali si è rivelata estremamente moderna. Difatti la sceneggiatura di Ragno ha sottolineato quegli aspetti, insiti nella trama, che trovano un aggancio diretto anche alla critica della società contemporanea: il cattivo gusto, la volgarità degli arricchiti, l'avidità del denaro, l'infedeltà delle donne.
Indossando abiti borghesi, i ragazzi non si sono sottratti al linguaggio mimetico-espressivo di Petronio, ricalcato sul parlato quotidiano e su metafore popolaresche, dando vita a uno spettacolo fortemente vivace. Il realismo ha raggiunto il suo culmine nella cena di Trimalchione, attraverso la sua figura e quella dei personaggi che attorniavano la sua tavola è saltata fuori in tono beffardo la polemica al lusso, allo sperpero, alla volgarità.
L'ironia colpisce anche gli intellettuali, come Agamennone, e gli studenti protagonisti, Encolpio e Ascilto incapaci di capire il mondo e presi in giro dalla loro stessa passione per Gitone.
La carica di immedesimazione dei ragazzi (erano in più di 20, ci rammarichiamo per la mancanza di spazio perché non possiamo citarli tutti) è stata non solo applaudita dal folto pubblico presente nel Teatro “D. Bosco”, ma soprattutto premiata dal 2° posto alla “Decima Rassegna Internazionale di Teatro Classico”.
Forse il naufragio sarà pure dappertutto, come citava Petronio, ma salviamo almeno il teatro e la sua vitalità. Una nota particolare va anche alla scenografia semplice ed essenziale che riproduceva maschere del teatro classico, evidenziando la comicità e lo spirito dissacrante dell'opera.
Laura Amoruso
laura.amoruso@quindici-molfetta.it