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Troppi ricoveri inappropriati dei bambini Quando si parla di spending-review e riduzione drastica di ospedalizzazione, occorre fornire alternative appropriate all'utenza per salvaguardare il diritto alla salute. Rispondere ai bisogni dei cittadini, costretti a rincorrere ai propri medici di base nei giorni feriali e ad andare nel panico in quelli festivi per poi trovare risposta in ospedale.
05 febbraio 2013

MOLFETTA - Lo denuncia lo stesso Ministero della Salute e lo si riscontra da quanti bambini ed adolescenti affollano il nostro Pronto Soccorso con codici bianchi e verdi durante i mesi invernali. E’ consequenziale che i medici li dirottino verso le strutture ospedaliere pediatriche anche per non incorrere in spiacevoli episodi di malasanità.

Il Quaderno del Ministero della Salute dedicato alla promozione e tutela del bambino e dell’adolescente rivela che l’Italia ha un alto tasso di ospedalizzazione pediatrica, superiore a quello di altri paesi del mondo: nella fascia d’età compresa tra gli 0 e i 14 anni è del 75 per 1000, contro il 50-60 dell’Inghilterra e i 40 degli USA.

Tra le cause principali di ricovero in ospedale ci sono le malattie dell’apparato respiratorio, tipiche della stagione invernale, i traumi da cadute accidentali, gli avvelenamenti da prodotti casalinghi e i disturbi dell’apparato digerente.

Eppure al fine di ridurre l’ospedalizzazione e il sovraffollamento del Pronto Soccorso, il ministro Balduzzi, con decreto n. 158 del 20 sett. 2012, aveva annunciato l’assistenza continuativa 24 ore su 24 sette giorni su sette, sia per i pediatri che per i medici di base. Suggeriva anche che i medici operassero in gruppo nel contesto di una struttura multispecialistica integrata. La legge era apparsa subito del tutto incerta poiché rimandava a successivi accordi regionali. Infatti dopo tutto il clamore mediatico ed il plauso dei cittadini,ad oggi non c’è nessuna innovazione, per quanto riguarda la nostra regione, mentre in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Veneto l’assistenza “h24” è già in vigore. Eppure la sua applicazione sarebbe essenziale per rispondere ai bisogni dei cittadini, costretti a rincorrere i propri medici di base nei giorni feriali e ad andare nel panico in quelli festivi per poi trovare risposta in ospedale. Non sottovalutiamo l’angoscia che prende un genitore di fronte al proprio bambino colpito da febbre alta, col timore di complicanze. Basterebbe un colloquio col pediatra per rimettere le cose nel loro giusto equilibrio.

Il Tribunale per i Diritti del Malato chiede quindi agli organi competenti la ragione per cui nella nostra regione non si è data attuazione al decreto sopraccitato che garantirebbe una assistenza sociosanitaria di base prima che ospedaliera.

Quando si parla di spending-review e riduzione drastica di ospedalizzazione, occorre fornire alternative appropriate all’utenza per salvaguardare il diritto alla salute.

 

Autore: Marta Pisani
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