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Tragedia Truck Center di Molfetta, dopo la prima udienza il processo rinviato al 1° giugno Non è esclusa l'ipotesi, secondo alcuni avvocati, che le indagini vengano riaperte
29 aprile 2009

MOLFETTA – Forse saranno riaperte le indagini per la tragedia dell'autolavaggio Truck Center di Molfetta, dove il 3 marzo dello scorso anno, morirono 5 persone. E' quello che prevedono e chiedono alcuni degli avvocati impegnati nel processo che si è aperto nella sezione distaccata del Tribunale di Trani, giudice Lorenzo Gadaleta. La prima giornata, come previsto, è stata quasi intermante dedicata alle fasi preliminari e alla fissazione del calendario delle udienze. Il giudice Gadaleta ha espresso l'auspicio che il processo proceda in modo rapido in modo da concludersi nel giro di poco più di un anno. Ecco perché il calendario di giugno è stato fissato in due udienze settimanali, il lunedì e il venerdì a partire dal 1° giugno. All'esterno del tribunale è stato esposto uno striscione di tela con la scritta “Vogliamo giustizia per Biagio”, una delle vittime appunto il giovane Sciancalepore, mentre gli altri 4 uomini che persero la vita sono Vincenzo Altomare (di 64 anni, di Molfetta), Guglielmo Mangano (44 anni, di Andria), Luigi Farinola (37 anni, di Molfetta) e un altro giovane di 20 anni, Michele Tasca. Le accuse, formulate dal Pm, Giuseppe Maralfa, a carico degli indagati accusati, a vario titolo a seconda delle presunte rispettive responsabilità, sono di omicidio colposo, lesioni colpose e violazione della normativa in materia di sicurezza sula lavoro. Questi i soggetti interessati: Alessandro Buonaparte e Mario Castaldo, entrambi responsabili della Fs Logistica, proprietaria della cisterna, Pasquale Campanile, rappresentante della "Cinque Biotrans snc", ditta incaricata del trasporto della cisterna e di Filippo Abbinante, l'autista che portò la cisterna alla Truck Center. Imputate anche tre persone giuridiche, le società Sas Truck Center, Fs Logistica e Cinque Biotrans. Nell'aula del tribunale di Molfetta i familiari delle vittime, costituitisi parte civile, non nascondevano la loro rabbia: non è stato un incidente, sono stati uccisi, ha dichiarato uno di loro. Questa la ricostruzione della tragedia, secondo il Pm: la cisterna assassina sarebbe partita dall'Eni di Taranto piena di zolfo fuso acquistato dalla Nuova Salmine di Scarlino (Grosseto). La Fs Cargo Chemical avrebbe deciso di convertire la stessa cisterna al trasporto di acido solforico, attraverso la modifica dei bocchettoni di scarico. La modifica sarebbe stata annotata sulla scheda di rischio fornita dall'Eni, ma mai consegnata all'autista del camion che trasportò la cisterna a Molfetta per la pulizia. Infatti l'incarico fu affidato alla ditta “La 5 Biotrans” che lo subappaltò all'autolavaggio Truck Center.
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