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Tragedia Truck Center di Molfetta, chiesti 7 rinvii a giudizio per la morte dei 5 operai La prima udienza è stata fissata il 29 gennaio e avrà corsia preferenziale dopo le ultime leggi sulla sicurezza del lavoro
19 novembre 2008

MOLFETTA - Conclusa l'inchiesta per la tragedia del Truck Center, l'autolavaggio di Molfetta dove il 3 marzo scorso morirono 5 persone all'interno di una cisterna. Sono sette le richieste di rinvio a giudizio formulate dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Trani, Giuseppe Maralfa (nella foto sul posto della tragedia con il comandante provinciale dei carabinieri Cavallo). Gli indagati sono accusati accusati, a vario titolo a seconda delle presunte rispettive responsabilità, di omicidio colposo, lesioni colpose e violazione della normativa in materia di sicurezza sula lavoro. Questi gli indagati: Alessandro Buonaparte e Mario Castaldo, entrambi responsabili della Fs Logistica, proprietaria della cisterna, Pasquale Campanile, rappresentante della "Cinque Biotrans snc", ditta incaricata del trasporto della cisterna e di Filippo Abbinante, l'autista che portò la cisterna alla Truck Center. Imputate anche tre persone giuridiche, le società Sas Truck Center, Fs Logistica e Cinque Biotrans. L'udienza preliminare si terrà il 29 gennaio davanti al gup Grazia Miccoli e avrà corsia preferenziale dopo le ultime leggi sulla sicurezza sul lavoro. A perdere la vita il 3 marzo scorso furono il titolare della Truck Center, Vincenzo Altomare (di 64 anni, di Molfetta), Guglielmo Mangano (44 anni, di Andria), Luigi Farinola (37 anni, di Molfetta), Biagio Sciancalepore (24 anni, di Molfetta) e un altro giovane di 20 anni, Michele Tasca, che lottò disperatamente contro la morte, ma non ce la fece. Si salvò solo un operaio Cosimo Ventrella. La tragedia avvenne intorno alle 16; gli operatori erano impegnati nel lavaggio con acqua bollente di una cisterna di circa 17 m³, che trasportava zolfo in polvere ad alta tossicità. Uno dei lavoratori ha aperto la botola, forse per controllare l'andamento del lavaggio, e le forti esalazioni probabilmente lo hanno stordito, ed è precipitato all'interno. Gli altri compagni, sicuramente, per prestare soccorso, uno dietro l'altro, si sono avvicinati alla botola e sono precipitati all'interno per le stesse ragioni. Infine il titolare dell'azienda, Vincenzo Altomare, che non era in sede, rintracciato da una delle vittime si è precipitato anch'egli sul posto, allertando preventivamente i soccorsi, ma una volta giunto in azienda, non ha esitato a prestare soccorso ai suoi operai, morendo anch'egli per le maledette esalazioni. Le indagini hanno poi ipotizzato che ad uccidere i cinque uomini non sia stato lo zolfo ma un'intossicazione acuta da acido solfidrico, già presente nella cisterna al momento in cui fu portata al lavaggio. Di qui le accuse ai responsabili delle varie società interessate.
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