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Traffico caos a Molfetta: i grattini non bastano più Bene la zona pedonale, ma la città rinuncia alle domeniche senz'auto
15 ottobre 2001

Un anno fa le lamentele, le proteste, il malcontento. Oggi il piacere di godersi una passeggiata, e qualche difficoltà in meno spesa alla ricerca del parcheggio in centro. E' la storia di corso Umberto, ritrovata area pedonale già da un anno, e della vasta “zona blu”, dove si parcheggia solo se muniti di apposito grattino. Se al momento della loro istituzione i provvedimenti sollevarono vespai di polemiche contro gli amministratori, adesso anche i residenti e i commercianti, gli insegnanti, i bancari e i dipendenti comunali, messi da parte gli “interessi di categoria”, riconoscono i vantaggi di quell'intervento. “Vantaggi parziali”, sostengono alcuni. “Il parcheggio comunque non si trova”, incalzano altri. L'estensione dell'area con sosta a pagamento, e la differenziazione in “zona A” e “zona B”, valida soltanto per i residenti, sono stati correttivi utili a ridurre alcune anomalie e disfunzioni. E tuttavia, se è vero che complessivamente la situazione appare migliorata, nelle strade nevralgiche del centro il parcheggio resta ancora un miraggio. “A Bari residenti e commercianti non possono usufruire dei pass – fa notare Giuseppe Gesmundo, dirigente del settore della Polizia municipale – e non è escluso che anche a Molfetta ulteriori misure di incentivazione della sosta di breve durata passino proprio per il ritiro dei pass”. Nuovi interventi impopolari all'orizzonte, dunque. Dopo la maggiorazione delle tariffe degli abbonamenti rilasciati a operatori commerciali e residenti (provvedimento, questo, che porterà nelle casse della Polizia Municipale 500 milioni entro la fine dell'anno contro i 350 previsti), la domanda di pass è sensibilmente diminuita, ed è chiaro che questo significa più possibilità di parcheggio, nonostante la prima impressione sia stata quella di ritrovarsi di fronte a un ennesimo balzello assai poco gradito. “Avanzeremo proposta – ha aggiunto Gesmundo – di pedonalizzare anche il centro storico, predisponendo lungo il borgo aree di parcheggio per i residenti. Quanto all'attuale zona blu, abbiamo inasprito la vigilanza, ma per migliorarne ulteriormente la fruizione, una soluzione probabile sarebbe quella di affidarla in gestione a una cooperativa di ex-Lsu ausiliari del traffico, cui spetterebbe anche la distribuzione dei grattini e la pratica della sanzioni”. Insomma, largo spazio ai pedoni e vita dura per gli automobilisti. Anche se… Dopo una lunga tradizione di “Domeniche senz'auto” promosse ogni mese dal Ministero per l'ambiente, Molfetta rinuncia alla sua pur effimera boccata d'ossigeno mensile e il mese scorso (il 22 settembre) ritira il suo sostegno all'iniziativa, mentre oltre 2500 città d'Europa si liberano delle automobili almeno per un giorno. Si dirà: “Non serviva comunque a niente”. Certo, la “domenica ecologica” è un evento simbolico, uno di quei fatti sporadici che non hanno affatto la pretesa di risolvere i problemi, ma che sono in grado di diventare serie e importanti opportunità di riflessione e sensibilizzazione. Senza per questo lavarsi le coscienze e cedere alle lusinghe delle facili mode e delle comode equazioni, per la serie “Pedone una volta al mese, ergo ambientalista tutto l'anno”. Quel fatto, la “domenica ecologica”, svelandoci ogni mese quanto poteva essere piacevole non ritrovarsi tra i piedi le automobili persino nelle vie più trafficate della città, offrendoci ogni mese il volto nuovo e originario delle strade, poteva essere un'ottima occasione per riformulare le abitudini e modificare i luoghi comuni della mobilità cittadina. E non è sufficiente tirare fuori l'argomento della congestione da traffico patita dalle arterie limitrofe alla zona interdetta alle automobili (corso Margherita di Savoia e via de Luca, per esempio), quale “effetto inevitabile” delle domeniche ecologiche, e perciò tale da rendere queste inefficaci e inutili. Non basta neppure fare appello alla mancanza di controlli (e di transenne) che consentivano a molte auto di sconfinare comodamente nelle aree pedonali. Con buona pace dei vigili, pochi vigili e spesso anche accomodanti. Ma allora? Ne valeva proprio la pena? C'è chi dice: “Meglio non farle, queste domeniche ecologiche”. “Meglio farle meglio”, si dovrebbe aggiungere. Tiziana Ragno SCHEDA In arrivo più multe? In un recente rapporto di bilancio prodotto dalla Polizia Municipale, alla voce “Proventi da sanzioni amministrative per violazione norme Codice della Strada” (alias: “Multe”), si legge che gli incassi effettivi previsti sulla base del trend attuale, saranno assai inferiori alle aspettative: 650 milioni, a fronte di 1.200.000.000, cifra auspicata, ma ritenuta assolutamente improbabile. Perché? Per la “scarsa propensione dell'utenza all'oblazione definitiva”, come recita il rapporto. I molfettesi, insomma, commettono infrazione ma non “riparano”, affidandosi, piuttosto, ai contenziosi giudiziari (capitolo di spese, questo, assai cospicuo nel bilancio della Pm), o persino alla semplice e deliberata omissione del versamento. E' facile, a questo punto, prevedere un inasprimento nella repressione delle infrazioni. Vigili più severi e multe più onerose all'orizzonte, dunque. Molti cittadini, per la verità, già lamentano un brusco aumento della quantità di sanzioni imposte anche per piccole violazioni. “I cittadini dovrebbero protestare contro le infrazioni che rendono la circolazione più difficoltosa - ha detto Giuseppe Gesmundo – piuttosto che lamentarsi delle multe che, ovviamente, seguono alle violazioni del codice della strada”. Sarà. Ma c'è chi sospetta che in questo caso siano le regole di bilancio a dettar legge e a… tenere all'erta i vigili. A volte anche in modo abbastanza inverosimile. “Ieri mi hanno multato perché avevo lasciato in sosta l'automobile soltanto per qualche minuto davanti al passo carrabile di un mio locale a piano terra”, ci ha detto inferocita una signora. Massimiliano Piscitelli
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