Tornano le scritte nazifasciste, allarme in cittàTornano le scritte nazifasciste, allarme in città
C'è da chiedersi cosa stia accadendo alla politica molfettese. Assenza totale di dibattito nella città e sulla città, sulle sue prospettive di sviluppo, sulla sua vivibilità, su tutto a farla breve, a destra così come a sinistra, lo testimonia lo stesso consiglio comunale, dove continua la pratica di un'opposizione che se la suona e se la canta, mentre i consiglieri di maggioranza si limitano ad alzare la mano e ad approvare, qualunque sia il provvedimento proposto dalla giunta. Se scontro politico c'è è arcaico e usa metodi spregevoli. Continua, infatti, la pratica di scritte che inneggiano con l'identica passione al fascismo e al nazismo, mostrando un'insana nostalgia del nostro peggiore passato, e questa volta non in maniera indifferente sui muri della città, ma ad imbrattare la sede di Rifondazione Comunista e quella dell'associazione culturale “Casa dei Popoli”, fresca delle iniziative di celebrazione dei settant'anni dalla morte di Antonio Gramsci. È toccato prima alla sede Rifondazione Comunista, gli iscritti si son trovati una mattina la porta della sezione in Pizza Paradiso imbrattata con simboli e scritte naziste. “Si tratta di un gesto provocatorio e non isolato – afferma il segretario del partito – ultimo in ordine di tempo di una lunga serie di atti di matrice neofascista nella città di Gaetano Salvemini, in occasione del 50° anniversario della morte”. Qualche giorno dopo è stato il turno della Casa dei Popoli in Via Sergio Pansini, deturpata con scritte inneggianti al nazifascismo, croci celtiche e svastiche. «L'obiettivo di queste scritte – affermano i responsabili della Associazione – è quello di provocare una delle realtà che da cinque anni agisce sullo scenario culturale della città. Da sempre, la Casa dei Popoli ha mostrato il coraggio di non nascondere nella penombra il proprio volto e la propria identità antifascista realizzando una lotta quotidiana e alla luce del giorno: prova ne sono le differenti edizioni del “Giorno della Memoria”, di “Senza Memoria non c'è Futuro” e, non ultime, le iniziative in occasione dell'anniversario della morte di Gramsci». Impossibile capire chi sia dietro – esaltati, provocatori, poveri di spirito? – questa battaglia combattuta con la dialettica delle parole o con il confronto delle azioni, ma imbrattando i muri, con scritte senza senso, perché tali le ha giudicate la storia, e simboli carichi di morte. La Casa dei Popoli con un suo comunicato stampa si rivolgeva apertamente alla società civile chiedendo “un fronte comune, il più vasto possibile, delle realtà sociali, politiche e culturali cittadine e una presa di distanza che avvenga pubblicamente soprattutto da parte delle istituzioni comunali, Sindaco in primis, al fi ne di evitare che tali fenomeni continuino a ripetersi in una città che storicamente si dichiara antifascista”. A parte la solidarietà espressa in consiglio comunale dal consigliere e segretario di Alleanza nazionale, Francesco Armenio, non pare che le istituzioni abbiamo mostrato di preoccuparsi più di tanto. I militanti di AN e Azione Giovani poi, in occasione della festa del 2 giugno, hanno cancellato sia le scritte di destra che quelle di sinistra.