Tony Silvestri: “dopo 55 anni e due tentativi falliti, finalmente ho trovato i parenti”
La bella storia dell’emigrato in Australia alla disperata ricerca della famiglia di origine
«Finalmente, dopo tre tentativi, sono contento»: non nasconde la gioia e l’emozione Tony Silvestri, settantottenne italiano residente a Perth, in Australia che, da tempo, cercava di mettersi in contatto con i parenti rimasti a Molfetta. Come ha raccontato a Quindici, è la terza volta che affronta il lungo viaggio di ritorno alle sue origini. È già venuto nella nostra città nel 2014 e nel 2018 ma è sempre tornato a Perth deluso. Grazie a una serie di fortunate circostanze, però, nelle scorse settimane ha incontrato alcuni nostri concittadini che lo hanno affiancato nella ricerca, sino a riuscire a metterlo in contatto con il cugino Luigi Scar- digno, per tutti Gino, che in molti ricorderanno per la sua professione (per lungo tempo, infermiere professionale nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Molfetta) e per la passione per la musica (in particolare per il rock). Il padre di Tony, Michele Sil- vestri e suo fratello Berardino, entrambi muratori, andarono a lavorare a Catanzaro, dove conobbero le donne che sarebbero diventate le loro mogli. Tony è nato a Catanzaro nel 1944, figlio maggiore di cinque fratelli; viene in Puglia, per la prima volta in una triste circostanza: a seguito di un grave incidente d’auto, a 6 anni viene ricoverato al Policlinico di Bari. Negli anni Sessanta studia a Trani per tre anni e nel 1967 si trasferisce in Australia. Lavora anche in Inghilterra come cameriere. In quel periodo incontra la giovane Brigitte, che era in vacanza con la famiglia nella città in cui Tony lavora, ma la conoscenza non va oltre semplici saluti di cortesia. Il destino, però, ha in serbo un esito ben diverso. Si rivedono per puro caso a Londra, a Victoria Station. È Brigitte a riconoscerlo e a salutarlo. Poi per tre volte si ritrova- no, sempre casualmente, nello stesso scompartimento. Cominciano così a frequentarsi ma gli oceani li separano. Tony, però, torna in Inghilterra e sposa Brigitte. Insieme ripartono Australia, dove, per trent’anni, seguono le orme del padre. Ma c’è un grande sogno nel cassetto di Tony: quello di riabbracciare gli zii e i cugini che ricorda di aver conosciuto da bambino a Molfetta. L’ultimo ricordo ben definito era l’abi- tazione molfettese degli zii che aveva incontrato nel lontano 1974. In Italia, a Catanzaro, vive ancora sua sorella che aveva conosciuto uno dei suoi zii, lo zio Tonino. Tonino era un abile sarto che ha gestito una sartoria, prima a Molfetta e poi a Bari. Per questo aveva partecipato a una esposizione del settore proprio a Catanzaro e aveva la- sciato i suoi contatti alla sorella di Tony, ma anche questa labile traccia era svanita perché questi contatti erano andati smarriti. Oltre a Berardino e Toni- no, Michele aveva altri 8 fratel- li. Anche se 5 di essi sono morti, dove sono gli altri e, soprattut- to, dove sono i loro discendenti? Tony non si dà per vinto e torna più volte a Molfetta, dove si trattiene ogni volta per quattro giorni, ma la ricerca è infruttuosa. Nel 2022 decide di tornare nella nostra città e di fermarsi tutto il tempo necessario a rag- giungere il suo obiettivo. Riparte dall’unica certezza, ossia dall’indirizzo dell’abitazione degli zii nel 1974, e comincia a chiedere informazioni agli esercenti dei dintorni. Sono passati troppi decenni ma c’è chi si impegna ad aiutarlo, fino a quando conosce Cosimo Morrelli, storico custode del Comune in pensione, il quale intuisce un legame familiare con Gino Scar- digno e lo contatta. La prima reazione è di in- credulità e di diffidenza, soprattutto a causa di un fraintendimento legato ai cognomi, equivoco che, però, viene presto chiarito. Alcuni dettagli sui familiari, sull’arredamento della casa dei nonni, alcuni ricordi comuni, alcune foto confermano la parentela e anche i cugini molfettesi sono felici di riabbracciare Tony. «La nostra sorpresa deri- vava dal fatto che non cono- scevamo l’esistenza di Tony – afferma Gino Scardigno – eravamo troppo piccoli al mo- mento della sua partenza per potercene ricordare. Lui, invece, ci ricordava tutti perché era più grande». La gioia di Tony è pienamen- te condivisa dai parenti italiani: «Domani andremo a incontrare una comune cugina residente a Bari» sottolinea Gino. Ora Tony deve tornare in Au- stralia ma gli rimane ancora un desiderio: «Ho certificati di tut- ta la famiglia tranne che dei nonni. Dovrei fare una ricerca negli archivi». Il testimone passa ora nelle mani di suo cugino che si è impegnato molto volentieri a completare le ricerche. In ogni caso, un ponte si è creato tra Molfetta e l’Australia, incrollabile come i legami familiari e l’amicizia con chi ha con- tribuito a riannodarli. © Riproduzione riservata