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Ticket sanitari, è caos totale all'ospedale Code interminabili, risse e la gente preferisce andare alla Asl di Giovinazzo
15 ottobre 2003

Pagare il ticket all'ospedale di Molfetta è da sempre un'ardua impresa. Una operazione odiata da tutti perché si sa ormai cosa comporta. Anziani, lavoratori, giovani e meno giovani sono costretti ad aspettare un tempo esorbitante per effettuare ciò che di più semplice c'è a questo mondo: pagare. Avere l'autorizzazione per una visita medica (che anche questa nella maggior parte dei casi non si effettuerà in maniera, come dire, tempestiva), ha comportato nell'ultimo periodo numerosi disagi e fastidi. Si è deciso tempo fa di ovviare alla fila chilometrica che si formava agli sportelli, con il metodo-salumeria: biglietti con numeri alla mano. Molta gente preferiva allontanarsi e, nelle due ore circa di attesa in cui andava avanti la numerazione progressiva, sbrigavano “le faccende mattutine”. Poi tornando, magari si trovavano di fronte alla spiacevole sorpresa di essere stati “sorpassati”, con relativa proteste e litigi con chi era rimasto in coda. Insomma, il caos più completo nella bolgia infernale (specialmente col caldo) della sala dell'ospedale. Ad altri invece, più onestamente, non rimaneva che fissare con lo sguardo, per un tempo inesorabilmente esagerato, il numero rosso del contatore: una vera tortura! Furibonde liti ed imprecazioni, da parte di gente parecchio spazientita, erano all'ordine del giorno sotto “la sguardo abituato e rassegnato” degli impiegati che comunque alle 11,30 dichiaravano e (dichiarano) la fine della loro giornata lavorativa allo sportello, senza remore per nessuno. Che dire, poi, del commercio clandestino dei tagliandi numerati? C'è chi specula anche su questo. Chi controlla su questo “mercato nero” del ticket? Oggi si è ritornati alla vecchia fila, ma i disagi non sono diminuiti soprattutto per gli anziani costretti, il più delle volte, a sostare in piedi. Infine in molti hanno pensato bene di pagare il ticket alla Asl di Giovinazzo: bastano 5 minuti in macchina, ma sicuramente c'è meno gente e più flessibilità. Ci chiediamo: possibile che in una città che conta quasi 70.000 abitanti, un servizio così importante per il cittadino sia organizzato in maniera così precaria, con orari veramente ridotti all'osso e gente (compresi anziani e donne in gravidanza) costretta a restare in coda per ore col rischio di perdere il posto? Ora che l'ospedale è stato svuotato di funzioni a tutto vantaggio di Bisceglie, si potrebbe organizzare meglio il lavoro dei dipendenti, oppure questo è indice della cattiva funzionalità della Asl? Che ne dice il direttore generale? Svolge le sue “funzioni manageriali” solo a Bisceglie? L'efficienza si misura solo col taglio delle spese e non anche con una funzionalità tecnico-amministrativa che lascia a desiderare? E il tribunale dei diritti del malato serve a qualcosa (esiste ancora)? I cittadini sono all'esasperazione, ma nessuno fa nulla. Se il direttore generale vuole chiudere anche l'ufficio ticket lo dica chiaramente, così magari i cittadini sapranno che sarà necessario andare a fare la fila a Bisceglie. Verrà predisposto un servizio di bus-navetta? Si potrebbe cominciare con l'ufficio di Giovinazzo, visto che è frequentato ormai più dai molfettesi che dai residenti della cittadina vicina. Forse basterebbe, per cominciare, anche qualche sedia in più nella sala d'aspetto per alleviare la “febbre” da ticket. Laura Amoruso
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