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Tensione a Molfetta al corteo per commemorare il 25 aprile
Si sono fronteggiati un gruppo con bandiere di
An
,
Forza Italia
e striscione con scritto “onore a tutti i caduti” e quello del Coordinamento antifascista
25 aprile 2007
MOLFETTA -
Momenti di tensione stamattina durante il corteo celebrativo del 25 aprile. Corteo con una sua dimensione istituzionale, sindaco
Antonio Azzollini
in testa, accompagnato da
Francesco Armenio
, da poco segretario cittadino di
An
, cinto di fascia azzurra per il suo ruolo di vice presidente del Consiglio Comunale, assessori e consiglieri di maggioranza, il comandante dei Vigili Urbani, banda e molfettesi ad assistere o pronti ad accodarsi nel percorso verso Piazza Mazzini, dove, come tradizione, è stata depositata una corona di alloro. Tutto nella norma, se non fosse stato per la presenza di un gruppo di cittadini sventolanti, alcuni proprio avvolti, in bandiere di
An
,
Forza Italia
ed americana, raccolti dietro uno striscione con la scritta “onore a tutti i caduti”. Una presenza preparata ed annunciata da un comunicato stampa di
Azione Giovani
e
Il Circolo
, a chiarire la propria idea della Resistenza e della ricorrenza del 25 aprile: “Nel dopoguerra - si legge - gli “intellettuali”, al servizio dei comunisti, crearono il mito della resistenza omettendo i crimini e sminuendo il ruolo degli alleati, veri liberatori, e dell'esercito italiano che valorosamente combatté per la libertà”. Per continuare: “Alcun intento meramente revisionista o provocatorio è ravvisabile nella partecipazione alla manifestazione programmata che ha come scopi quello di ricordare tutti gli italiani che hanno combattuto per la Patria, di protestare contro tutti i totalitarismi, di svelare alcune pagine buie della resistenza”. Per finire: “Tutti coloro che hanno combattuto per l'Italia meritano di essere rispettati e ricordati!”. Il gruppo, una volta giunto in Piazza Municipio, è stato salutato dal sindaco Azzollini, il quale, alle proteste di un cittadino che gli ricordava che si può avere “pietà” per tutti caduti, ma “l'onore va reso solo a chi combatté per la libertà” e che coloro cui facevano riferimento i giovani dietro lo striscione il 25 aprile stavano dall'altra parte, ha replicato che la giudicava “una presenza positiva”. In Piazza Municipio si è formato anche il gruppo del
Coordinamento antifascista
(nella foto)
e così il corteo si è avviato con questa contrapposizione netta, acuitasi a Piazza Mazzini, quando, sulla muraglia, accanto ad un lenzuolo con la scritta “don Tonino santo”, ne è comparso un altro “don Tonino salvaci dai comunisti”, poi rimosso da uno dei ragazzi del Coordinamento antifascista. Il sindaco Azzollini ha pronunciato un breve discorso, ricordando il ruolo delle forze armate e salutando i militari impegnati nelle varie missioni di pace all'estero, interrotto da inviti partiti dal gruppo del Coordinamento antifascista a ripudiare la guerra e da qualche slogan contro l'America. Un discorso alla fine del quale dal gruppetto che esibiva lo striscione “onore a tutti i caduti” si è vista anche una mano alzata nel saluto fascista e, all'invito urlato dal gruppo opposto, “fuori i fascisti dal corteo”, anche un dito medio della mano sollevato. Dopo di che il corteo di è riformato ed è tornato a Piazza Municipio, dove i due gruppi si sono fronteggiati e guardati in cagnesco per un po'. Il sindaco ha salutato il gruppo dello striscione “onore a tutti i caduti”
(foto) e solo dopo l'invito partito da uno dei presenti, anche quello del Coordinamento antifascista, di cui ha subito la contestazione. Dopo di che, tutti a casa, si spera anche a consultare qualche manuale di storia, in cui, di qualunque tendenza sia, ci sarà pur scritto a caratteri chiari e grandi che il 25 aprile, in Italia, vi fu la insurrezione partigiana proclamata dal Comitato di liberazione nazionale per l'Alta Italia (CLNAI) che consentì di prendere il controllo di quasi tutte le città del nord del paese, fino ad allora ancora sotto l'oppressione delle truppe tedesche e soggette all'azione repressiva delle formazioni repubblichine della Repubblica Sociale Italiana, cui il movimento partigiano opponeva la propria resistenza.
Autore:
Lella Salvemini
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antonio w.
28 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
..certo che esiste il fascismo..io stesso sono iscritto al PNF e nell' armadio ho la camicia nera d' ordinanza nonche gli stivaloni per le cerimonie importanti... ma quando la finiranno di strumeltalizzare tutto? quando ci si renderà conto che la guerra non è fascista, è guerra, bruttura, spargimento di sangue, cancellazione di ogni diritto umano.. genova=fascismo? iraq=fascismo? Certo portare a casa il pane dovendo avere a che fare con manganelli e pistole, mimetica ed elmetto forse non è proprio il sogno di tutti...ma vi prego smettiamola di usare il termine fascista come un ingrediente che va bene dappertutto..! E giudicare fascisti o come volete chi usa slogan di sessant' anni fa e se la prende con i "diversi",( scusate per il termine non proprio politicamente corretto, cos' è infatti la diversità..??)bè nn vi sembra un pò come dire, AZZARDATO !?
Rispondi
antonio w.
27 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
coordinamento antifascista !?!? ragazzi spero stiamo scherzando, e vabbè che in italia abbiamo in parlamento partiti che tranquillamente hanno nel loro simbolo il tristissimo accoppiamento falce -martello.. ma a tutto c'è un limite..! il fascismo cessò d esistere non quel 25 aprile..ma molto prima, e ci mise poco, anzi pochissimo a scomparire dall' italia intera.. Chi oggi sventola determinati simboli e bandiere nn pecca solo di anacronismo, ma anche e soprattutto di ignoranza. grazie.
Rispondi
Sergio Spezzacatena
27 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Il 25 aprile, chi fermerà la musica? La banda “A. Inglese” di Molfetta non ha suonato la marcia sinfonica di chiusura il 25 aprile. Ci sono stati cori tra 'rappresentanti' d'An che sventolavano, di nero vestiti, bandiere statunitensi e il Coordinamento antifascista. Ma ne valeva la pena? Che le celebrazioni del 25 aprile stessero prendendo una strana direzione, s'è capito abbastanza presto. All'alza bandiera in piazza Mazzini, si sono presentati una ventina di ragazzi dietro uno striscione che recitava “Onore a Tutti i Caduti”, con chiara allusione anche alle vittime fasciste degli scontri della Repubblica di Salò. Sulle loro teste sventolavano bandiere d'Alleanza Nazionale e degli Stati uniti d'America e le loro felpe si distinguevano tra nere ed a stelle e strisce. Di per sé questa accozzaglia di simboli, quest'intricata matassa senza senso di 'valori' avrebbe bisogno di molte parole per essere intesa e sbrogliata. Dall'altra parte, naturalmente, l'altra fazione non poteva mancare. Il Coordinamento antifascista, con un grande striscione rosso a sfondo nero, ha fatto la sua comparsa, mentre le note di un'allegra Enea riempivano gli spazi di Corso Dante. In pochi minuti il corteo, composto dal gruppo bandistico, Sindaco e giunta, nonché dai rappresentanti delle associazioni di combattenti reduci dal secondo conflitto mondiale, erano 'allegramente' accompagnati dai due gruppi di 'opposta' fazione. I primi, con le loro bandiere multicolori, c'era anche quell'italiana, non trasmettevano molto attorno a sé, dato che la bandiera USA, il tricolore, An e i vestiti neri che indossavano, tra loro hanno ben poco in comune. Ma, i secondi, gridavano cori che esprimevano il dissenso nel vedere che “Fascisti da corteo” prendessero parte alla manifestazione. Erano il Coordinamento,sopra la divisione tra partiti anche se, in realtà, molti erano i volti che militano in Rifondazione Comunista. E così gli altri rispondevano applaudendo forzatamente alle parole del sindaco Azzollini, dette durante il suo discorso all'ombra della statua del Mazzini. Questo ha scatenato il canto di “Bella ciao” dall'altro. Conclusasi questa teatrale interpretazione, il primo cittadino ha più volte stretto al mano ai rappresentanti della fazione d'An e il Coordinamento, sentendosi escluso, ha irrotto con fischi in Piazza Municipio, luogo conclusivo del corteo. I bandisti, che fino a pochi momenti prima erano restati inquadrati, hanno rotto le fila, scavalcato la calca che s'era creata, e ripreso a suonare innanzi alla chiesa del Purgatorio. Dopo poche note, dato il caos che non cessava, hanno ben pensato d'andare via, dato che, tra l'altro, il contratto pone il suo limite alla fine del corteo. Purtroppo la consuetudine del gruppo che va via suonando non è stata rispettata. Agli occhi di chi è stato quella mattina tra le schiere del Coordinamento e dei loro 'antagonisti' questa potrà sembrare una frivolezza. Ma per le persone che erano lì giunte per rendere omaggio dei morti, nel ricordo di un regime dittatoriale che non dovrà più esserci, il disagio, c'è stato. Perché, ci si rende conto che un pugno di ragazzini non fa un partito fascista, che alcune scritte razziste sui muri non significano che il Governo repubblicano cadrà domani, che fondare un Coordinamento antifascista e schierarlo il 25 aprile facendolo agire come ha fatto è più che altro una spacconata che una necessità. In questo caso non si sarebbe preferito ascoltare l'ultima parte di una marcia sinfonica piuttosto che le urla di teenager che giocano a fare politica?
Rispondi
Doriana Goracci
27 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
A Molfetta stamattina faceva caldo, era nuvolo, una cappa grigia avvolgeva tutto, la gente ha fatto festa a modo suo, magari svegliandosi tardi... Ma le autorità, erano pronte al "rito" tradizionale. E' stata una mattinata cominciata presto anche per certi "altri" molfettesi, che non hanno dormito. Tutto era stato concordato perchè si potessero onorare "tutti" i caduti. Il sindaco Azzollini di Forza Italia e gli assessori di Alleanza Nazionale, insomma la Casa delle Libertà al completo e i loro fans si erano svegliati presto: la giunta sopradetta e i suoi giovani con le bandiere americane e quelle italiane, della Casa delle Libertà s'intende, marciavano in vista di Piazza Mazzini. Ma qualcosa ha guastato la "festa". Il Coordinamento Antifascista di Molfetta, formatosi di recente, dopo numerose aggressioni e scritte naziste e xenofobe, ha dato vita ad una resistenza, come dire inaspettata. C'è stata un'onda anomala, forte , molto visibile nelle forme e nelle voci. La banda accompagnava il corteo ufficiale, "gli altri" cantavano Bellaciao, il sindaco parlava di pace e dei morti tutti (Nassirya in primis) e gli altri gridavano ora e sempre Resistenza, plotoncini di assessori e donne e uomini cercavano di frapporsi e impedire la parola, ma "gli altri" si sono presi la piazza e gridavano vergogna.La giunta di destra, ma se fosse stata di sinistra non sarebbe cambiata di molto, pensava che "gli altri" avrebbero potuto tollerare due grandi striscioni esposti con su scritto" Don Tonino Bello fai fuori i comunisti" e " Don Tonino Bello santo subito": subito, sono stati tolti."Gli altri" hanno amato Don Tonino Bello. Hanno fatto i conti male, molto male. "Gli altri" non hanno dato pace, a quella finta e infama pace che si vuole far passare per tale. Hanno tentato di dire lor signori, che sono aperti al dialogo-permettono tutto, anche il contradditorio. "Gli altri" molfettesi invece non lo hanno permesso. A corteo sciolto il sindaco era molto meno diplomatico che all'inizio: invitato a cantare Bellaciao, canzone ormai bandita dal 25 aprile, ha detto rosso in viso, che non gli andava. Non gli è andato giù questo 25 aprile e se ne è tornato a casa. "Gli altri" prima di farlo, sono andati a fare le pulizie, hanno scartavetrato le svastiche e le celtiche sui muri della città, hanno trovato la giusta tinta per coprire le scritte oscene. "Gli altri" ci sono. Se qualcuna di quelle figure autorevoli, i fans fascisti al seguito che continuavano a mostrare il dito medio e il saluto fascista-protetti dalle forze di polizia- volesse sapere chi era quella signora che nel silenzio ha gridato "Fuori la guerra dalla storia!" e ha disturbato la loro giornata, è presto detto: la scrivente cittadina italiana. Ho manifestato con loro, "gli altri". La cappa è sparita da Molfetta, il cielo è tornato celeste e mi dispiace ma "il vento soffia ancora"... Doriana Goracci
Rispondi
Gennaro Pescia
27 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Ma la vogliamo smettere di dire che il fascismo è morto? Il fascismo non è morto e si ripresenta sotto mille forme diverse sia nei governi di destra che di sinistra, cosa è stata la repressione di Genova? cosa sono le distruzioni di Falluja e Kana? tranquillamente sostenute dal governo Prodi? cosa è il silenzio su Ustica, Cermis, Calipari e non ultimo il caso Emergency ed Afghanistan? cos'è la legge 30 sul lavoro? Il fascismo non è morto ha solo preso un volto più "umano" ed ora si nasconde nelle organizzazioni sovranazzionali come Nato, Wto, Fmi e Banca Mondiale. Organi quest'ultimi ademocratici per natura. Se c'è del folklore è nelle pagliacciate da Partito Democratico da destra e da sinistra. Non è folklore amntenere vivi degli ideali, quegli ideali che portava avanti il CNL e che lo stesso Togliatti tradi firmando l'amnistia per i fasci e permettendo che loro potessero riaccendere la loro fiamma.
Rispondi
fabio Lost
27 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Cari compagni non lamentatevi qui a caravaggio e provincia di bergamo ho visto di peggio. La piazza pubblica del comune della città di caravaggio aveva oltre al tricolore e alla bandiera Usa persino quella inglese. Non sembrava affatto una festa di liberi cittadini perchè era stata allestita addirittura una parata di carri armati con uomini in divisa da seconda guerra mondiale. Vabbè sarà stato l'effetto PD Un saluto a tutti i compagni della Casa dei popoli. A presto
Rispondi
antifascista resistente
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
A Pani:mi raccomando, l'anno prossimo fai un altro giro e se per caso incontri i fascisti, magari più numerosi dei dieci di quest'anno,salutali così non rischi niente, la mamma. e ogni anno dal prossimo in poi fai sempre la stessa strada e comportati allo stesso modo. così i tuoi occhi non vedranno, il tuo cardiologo alla visita di controllo dirà che tutto va bene e il tuo aperitivo al bar al duomo sarà salvo.... poi un ruttino e via a casa a mangiare le brasciole......bravo, la mamma...... sempre così. e mi raccomando non dire che conosci i comunisti e/o gli antifascisti. al max per qualche anno potrai dirti democratico, però di quelli buoni.....come quelli che quest'anno hanno disertato il 25 aprile. mi raccomando, la mamma. a grandenud: il 2 giugno è la festa della repubblica, quella nata dall'antifascismo e dalla resistenza! la mia festa dunque..... non dei fascisti.al max fuori la parata militare dalle celebrazioni!
Rispondi
incazzato non nero
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
ad AZIONE GIOVANI:alcuni vostri militanti che fanno parte della destra politica hanno esibito una sciarpa con il "boia chi molla" e la sventolavano spavaldi.....il nome....R.G.......Ps .essere fascisti è antitetico all' essere democratici Ditv ne rglat!!!!!!!!!!!!!
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Jules Bonnot
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Visto il degrado in cui versa questa città, trovo fisiologico che certi episodi possano verificarsi, con il tacito assenso del vostro caro sindaco. Pur non volendo sottovalutare l'episodio, si tenga conto delle attenuanti: si tratta di un gruppo di fascistelli, ignoranti, che non avendo altri modi per dare un senso alla loro presenza e mostrare la propria virilità, si riempiono la bocca di frasi "forti" ("ONORE A TUTTI I CADUTI") e si attaccano alle mutande dell'uomo forte(?), ovvero il sindaco. Così come hanno sempre fatto. Ma li avete visti???
Rispondi
roberto la grasta
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Da persona di sinistra ho sempre fatto mea culpa della circostanza che forse, spesso, negli schieramenti di sinistra si fa molto piu' uso della demagogia e della strumentalizzazione rispetto al pensiero dei movimenti della destra o del centrodestra. Dopo cio' che leggo (non ho visto e non ero presente) m rendo conto che ci si voglia contendere anche il premio della Liberazione. E' un gran peccato che diventa ancora piu' grande pensando che Molfetta ha dato i natali e quant'altro ad Uno dei piu' grandi antifascisti della storia. Avvolgersi, poi, in una bandiera americana non mi sembra rispettoso nei confronti dei caduti tutti di tutti i conflitti. Vorrei essere demagogico e strumentalizzatore illustrando i comportamenti attivi degli Usa da Hiroshima ad oggi. Chiunque abbia liberato l'Italia e' giusto che rivendichi la propria soddisfazione ma nessuno dimentichi che il 25 aprile si festeggia la Liberazione e non i liberatori.
Rispondi
Tabarro Nero
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Provinciali, tutti. Per lo meno non avete perso il buon senso e nessuno ha risposto alle provocazioni. Ho militato per anni nella destra, quella per voi “estrema”, senza essere un fascista e rispettando tutte le idee. Ho guadagnato il rispetto dei miei amici di sinistra e in tante occasioni dal confronto sono scaturite impensabili similitudini. Queste affinità sono temute dai nostri governati, da coloro che ci impongono di odiarci perché il reciproco disprezzo è una fonte per alimentare il loro potere. Se volete migliorare questo mondo, se volete essere migliori dei vostri padri, confrontatevi da uomo a uomo senza bandiere è il miglior modo per onorare le vittime di un sistema disumano.
Rispondi
Angelo Totagiancaspro
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Nel settembre del 1953, sulle pagine del Borghese, Indro Montanelli domandava che le uniformi dei soldati italiani ritornassero a tingersi del vecchio grigioverde delle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto, dismettendo il colore cachi che aveva coperto le nostre truppe, tra 1943 e 1945, quando esse affiancarono le armate alleate nella lotta contro i tedeschi. L'antipatia per quel colore, aggiungeva Montanelli, proveniva «dai ricordi di un esercito italiano rimasto senza bandiera, vestito con gli scarti dei magazzini altrui, adibito ai bassi servizi dell'armata di Alexander», che costituiva l'interfaccia dell'«Italia delle segnorine, degli sciuscià, della borsa nera, che ai Patton e ai Rommel contrapponeva, esaltandoli, come eroi nazionali, i disertori, i doppiogiochisti, i contraffattori di sigarette americane». Persino Montanelli, dunque, del cui ombroso ma robusto patriottismo non è dato dubitare, si dimostrava condizionato dal diffuso pregiudizio che considerava i reparti del Regio Esercito, cobelligeranti insieme a inglesi, americani, neozelandesi, marocchini, poco più che una torma di volenterosi ascari, addetti all'umile e poco rischioso servizio di retrovia. Eppure solo qualche anno prima il giudizio sui nostri militari, impegnati nella guerra di liberazione, era stato ben diverso, se, nell'estate del 1947 il partito contrario alla ratifica del punitivo Trattato di Parigi aveva chiesto, per bocca di Benedetto Croce e Vittorio Emanuele Orlando, di far pesare, presso i vincitori, il contributo delle nostre armi nella lotta contro i nazisti, ricordando come esso fosse stato almeno pari a quello delle forze della Francia di De Gaulle, che ora sedeva trionfatrice al tavolo della pace. Il farlo, aveva aggiunto Nitti, avrebbe comportato però una precisa volontà politica, che fu assente per la maggioranza dei partiti riuniti nella Costituente i quali, come annotava Giulio Andreotti nel suo diario, «per tema di passar per nazionalisti dimenticano di essere italiani». In questo modo, il ricordo della guerra militare di liberazione venne rimosso dalla memoria della nazione, a tutto vantaggio di quello della resistenza civile, nonostante la notoria inefficacia dimostrata dalle formazioni partigiane sul campo di battaglia. Soltanto nell'ultimo quindicennio una attenta revisione storiografica, finalmente libera dall'ipoteca resistenziale, ha restituito la verità dei fatti, fornendo un'interpretazione esauriente, scrupolosa, obiettiva, che viene ora completata, grazie al contributo dei migliori specialisti della materia (Aga-Rossi, Rochat, Rusconi, Klinhkhamer), nel numero monografico degli Annali del Dipartimento di Storia dell'Università di Roma2, dedicato appunto alla Resistenza dei militari. Da questa ricerca collettiva emergono alcune cifre eloquenti, al di là di ogni ulteriore commento. Tra 8 settembre 1943 e 25 aprile 1945, il ricostituito esercito italiano mobilitò circa mezzo milione di uomini, di cui 400mila operativi, inquadrati in sei Gruppi di combattimento e nei superstiti reparti dell'Aeronautica e della Marina, ai quali vanno aggiunti 80mila uomini che operarono attivamente in Italia e fuori d'Italia, conservando, come le divisioni «Venezia» e «Taurinense» in Jugoslavia, proprio vessillo e autonomo comando, e i più di 700mila internati nei lager tedeschi che, nella quasi totalità, rifiutarono di collaborare con le forze germaniche. A fronte di questo consistente apparato di uomini e di mezzi, le milizie partigiane schieravano, nella primavera del 1945, 70mila unità, quando all'approssimarsi della vittoria finale si erano ingrossate di nuove leve provenienti anche da numerosi disertori della Rsi. Se non determinante, il contributo delle forze militari alla liberazione della Penisola fu comunque importante, in attività logistica e di sorveglianza delle retrovie, ma anche in episodi di guerra guerreggiata, che spesso si conclusero con successo, come accadde per la vittoriosa difesa della Corsica, nella battaglia del Garigliano e delle Romagne, negli scontri di Montelungo e di Monte Marrone, e più sovente si trasformarono nell'olocausto delle nostre truppe, soverchiate dalla preponderanza degli avversari. Di questo sacrificio sul campo dell'onore, in obbedienza al giuramento di fedeltà che legava soldati e ufficiali al legittimo monarca, fa testimonianza la tragica anabasi della divisione «Perugia» che, in Albania, dopo l'armistizio, rifiutò sia di consegnarsi ai tedeschi sia di unirsi ai partigiani, e, lottando accanitamente contro gli uni e contro gli altri, si aprì la strada fino alla costa, dove fu travolta dai più numerosi reparti della Wehrmacht, che passarono immediatamente per le armi i suoi 150 ufficiali. Un martirio, quello della «Perugia», a cui non toccò poi il risarcimento della memoria, invece generosamente tributato alla divisione «Acqui», massacrata a Cefalonia, dopo alcuni giorni di cruento combattimento, dalle truppe di montagna del generale Lanz, la quale sarebbe divenuta il simbolo di una presunta fusione tra resistenza militare e resistenza civile, accomunate dagli obiettivi della lotta patriottica contro il nazismo. Un'operazione della memoria, questa, di cui fu principale artefice il presidente della Repubblica Ciampi, nel discorso del marzo 2001, da alcuni interpretato come un'interferenza politica della «storiografia del Quirinale». Si disse, allora, che il dramma svoltosi nell'isola greca, nel settembre del 1943, presentava troppe e troppo gravi zone d'ombra, per essere assunto a simbolo dell'unità nazionale, a meno che di quella unità non si volesse fornire ancora una volta una versione del tutto compatibile con la vecchia vulgata resistenziale. L'episodio di Cefalonia si sviluppò, infatti, sul filo del rasoio dell'insubordinazione. I primi atti d'ostilità contro i tedeschi furono intrapresi contro la volontà del Generale Gandin, comandante del distaccamento italiano, convinto, come i fatti avrebbero tragicamente dimostrato, dell'impossibilità di opporre resistenza, in una situazione geostrategica ormai del tutto compromessa. Al braccio di ferro tra alcuni insubordinati e Gandin, si aggiungevano atti di ingiustificata violenza nei suoi confronti e contro altri ufficiali lealisti, che provocarono una situazione di collasso della catena gerarchica, a cui si tentò di ovviare con la convocazione di una sorta di soviet militare, dal quale sarebbe uscita la fatale decisione del ricorso alle armi. L'intero accaduto, che è stato giustamente definito «una pagina nera della storia militare italiana», conserva però, per l'opinione pubblica di sinistra, il grosso merito di «identificare il soldato di Cefalonia con il partigiano» (così scriveva l'Unità già nel settembre 1945), in colui per il quale, come fu detto da un autorevole intellettuale azionista, «l'unica guerra che può valere la pena di essere combattuta è la guerra civile».
Rispondi
Luca Patimo
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Giovannino Guareschi si starà scompisciando dalle risate... Nostalgia canaglia sia per noi di Destra (e questo ce lo aspettiamo) sia per la Sinistra, quella del Progresso a tutti i costi, quella che cambia identità 4 volte negli ultimi 15 anni (PCI-PDS-DS-PD)...
Rispondi
Senator ANTONIVS
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Patimo, dalle tue parole si evince la grande bugia finiana: un partito ancora fascista. La Guerra è finita, il fascio ha perso, Mussolini è morto, andate in pace. Amen.
Rispondi
spettatore divertito
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
ieri ho assistito divertito da cotanta inutilità manifestata in occasione del 25 aprile. per colpa di una guerra assurda sono morti tantissimi connazzionali. fascisti o comunisti non ha importanza, pensiamo invece che erano donne bambini anziani uomini tutti italiani ,e divisi ignoratemente da dei valori stupidi. voi tutti ieri altrettanto stupidamente non onoravate la loro memoria ma avete continuate ad apportare divisioni ideologiche di anni luce vecchie e sepolte. non avete onorato ma disonorato
Rispondi
g pani
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
ar@toctoc.it nome e cognome per favore cosi posso sfidarti a duello.
Rispondi
Michele la Forgia
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Nonostante il mio professore di storia e filosofia al liceo classico fosse notoriamente un comunista di vecchia data (ai miei tempi anche consigliere comunale) non ci fece mai approfondire sui banchi di scuola, sotto il profilo storiografico, tutte le questioni ancora aperte e, a mio modo di vedere, irrisolvibili. Più tardi, però, a motivo del lavoro e dei territori regionali visitati (penso al lago di Garda, a Rovereto, Trento, Arco, Modena, Parma e Reggio Emilia, ed ora a Genova) ho dovuto, pigramente, fare un po' di chiarezza. Per un curioso nato quale sono era impossibile non domandarsi cosa fosse realmente avvenuto, mentre percorrendo i carruggi di Genova (medaglia d'oro al valor militare), o il corso principale di Rovereto, dovunque erano presenti targhe di marmo, steli, monumenti in ricordo di caduti e combattenti per la libertà. Tra i racconti tramandati "viva vox" da mio nonno (il tenente Michele la Forgia che, combatté sia la prima che la seconda guerra mondiale), ricordo quanto mi disse una volta (Lui non parlava molto ma quando lo faceva, ahimamma!!): “noi anziani abbiamo vissuto momenti difficili in guerra ma nonostante questo ho imparato la tolleranza; ho combattuto per garantire il rispetto delle idee di tutti, anche degli Altri”. Le manifestazioni servono a ricordare e il 25 aprile ha un suo proprio significato; tutto il resto è folklore (ha ragione quel cittadino che si recava al suo bar preferito ma solo sul folklore che preferisco scrivere con la K). Cos'altro aggiungere? Che, forse, a Molfetta se ne fabbrica in quantità industriale. Saluti.
Rispondi
vanni s.
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Lo spettacolo ( perchè si tratta di un reality) dato ieri dimostra una profonda incapacità di tutti di dimostrarsi attenti a temi che hanno segnato la storia e che rimarranno scalfiti, in modo indelebile dentro di noi. L'incapacità sta nell'appellarsi a una persona, che in questo percorso storico, non dovrebbe essere toccata. L'incapacità sta di scendere in piazza per " insultarsi" a vicenda e trasformare una Nobile Manifestazione, in un coro di squallido gusto. Mi rivolgo a quei rappresentati di Destra. Per quanto sia concepibile manifestare, d'altra parte non capisco cosa ci stessero a fare. Ricordo un'altra storia sulla Resistenza.... o forse ricordo male. Ma tanto, Molfetta è tutto un teatrino fatto di tante marionette
Rispondi
Eugenio Balsamo
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
La politicizzazione della storia. E' questo il peggior male del nostro paese. Ci sono eventi di sinistra, altri di destra. Ma trattasi di pagine della nostra storia o che? Cioè della storia di tutti o volta per volta di quella di determinati settori della popolazione? Sinceramente provo sempre squallore nel vedere simboli di partito alle manifestazioni, siano esse in ricordo dei caduti delle foibe, nelle aggregazioni del primo maggio o del 25 aprile. Le manifestazioni in ricordo di Peron vedono insieme peronisti di destra e di sinistra, tanto divisi nella politica nazionale. Certo, quello è un caso molto particolare, ma che evidenzia come in determinate occasioni sia possibile onorare il principio "il paese prima di tutto". Dispiace, però, che continui ad essere alimentato il cosiddeto antifascismo che non ha ragione di esistere, ma che continua a fare comodo per l'indottrinamento delle masse a scopo politico e, peggio ancora, elettorale. Inoltre, considerare Alleanza Nazionale un partito di destra nostalgica ormai fa sorridere. "La storia siamo noi questo piatto di grano"...viene ricordato da Francesco De Gregori. Farebbe a tutti più piacere che le manifestazioni fossero organizzate per protestare contro l'inerzia e la negligenza della classe politica in materia sociale o ambientale, per esempio. Che si permetta ai nostri anziani di ricordare in pace quanto vissuto sulla loro pelle e che sfugge completamente alla comprensione dei nati negli anni '70 o '80.
Rispondi
mont gian
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
sono sconvolto da questo episodio non pensavo che il nostro sindaco ex uomo di lotta continua permetesse tutto questo ai suoi ragazzi se sono questi i suoi insegnamenti mi scade come uomo ma sopratutto come primo cittadino!
Rispondi
Luca Patimo
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
SENATOR ANTONIUS, non hai capito nulla del mio intervento... poi te lo spiego
Rispondi
vecchio socialista
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Che ci facevano le bandiere con la fiamma della Repubblica di Salò, in un corteo che celebra la liberazione dalla Repubblica di Salò? Il sindaco aveva il dovere di mandare via dal corteo tutti i simboli revocativi del regime fascista, e le bandiere di AN riportano ancora oggi al suo interno un simbolo chiaramente fascita (la fiamma tricolore). Bellissimo lo slogan dei giovani antifascisti "Fuori i fascisti dal corteo!!" in questo slogan viene sintetizzata la rabbia di noi anziani socialisti che a differenza dei fighetti di Forza Italia e AN il Fascismo lo abbiamo subito sulla nostra pelle. E' ancora presente nelle mie narici e nel mio stomaco l'olio di ricino che quegli infami mi hanno fatto ingoiare solo perchè non avevo mai voluto fare la tessera del PNF (Partito Nazional Fascista). Vergognatevi, ed andate a chiedere i soldi dai vostri paparini per comprarvi la moto più grande possibile o per farvi le lampade. Viva la lotta partigiana per la Liberazione dell'Italia dai nazisti e dai fascisti.
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Cittadino Stufo
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
..faccio una domanda a tutti. Scrivendo in questi posts.. potete esprimere la vostra opinione. Giusto?? Bene.. a mio avviso.. giusto per il fatto che uno debba esprimere un'opinione.. vuol dire che almeno segua quanto si dice.. vuol dire che almeno qualche competenza debba averla in merito. Bene.. quanti di voi hanno realmente vissuto il fascismo o il comunismo?? Siete consapevoli a cosa porti l'uno o l'altro? Siete connessi con l'Italia??? Una sola cosa vi accomuna.. sempre a mio avviso.. ossia il "cagnesco". Fa piacere che ancora oggi ci sia la capacità di non tollerare chi ci sta vicino e non ha la stessa nostra opinione. Bravi.. con voi rifaremo l'italia!Da tremendamente fastidio il vostro (parlo ad entrambi le fazioni) volersi immedesimare in vesti che non sono vostre. La "civiltà" avrebbe dovuto portarvi solo a COMMEMORARE tale giorno... e non ad infangarvi uno con l'altro. Ma perchè non spendete il vostro impegno nel guardare al futuro senza agire come un cane che si morde la coda?.. il quale si gira per prendersi la coda.. e gira, gira... e non va avanti. Tutti parlate di libertà, di uguaglianza, ecc ecc.. e non considerate che solo senza tensioni si va avanti.. Le vostre stesse opinioni hanno portato alle guerre.. e che facciamo vogliamo ricascarci??? Vivete di più la vita.. aprite di più gli occhi ed adoperatevi per un mondo migliore.. senza dare le gomitate al prossimo per farlo cadere... Spero che gente con questa mentalità assurda ce ne sia poca.. altrimenti.. poveri noi!
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antonio bari
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
“Il 25 aprile appartiene a chi alla cultura dell'esclusione e del finto moralismo, della repressione e del "pensiero unico", oppone una visione della vita che fonda i propri principi sull'apertura, sulla tolleranza e sul rispetto delle diversità (di genere, sessuali, etniche, culturali)....È questa la convinzione del Coordinamento antifascista cittadino...è un brano tratto dall'articolo inviato su quindici il 24 aprile. Il rispetto per i martiri del nazifascismo è giusto ed è dovuto ci mancherebbe altro...ma per i deportati e i morti nei gulag, per le identiche ragioni...per i morti nelle foibe...c'è uguale considerazione ? Ci si vergogna e ci si sdegna per le svastiche disegnate sui muri...ma i parenti dei morti nei gulag e nelle foibe avranno ugual diritto a sdegnarsi vedendo disegnate sui muri la falce e il martello...visto che erano Italiani anche loro...Moralismo ? Ma dov'è, cos'è, una parola astratta, visto che si cerca di dare anche ai morti due colori diversi...
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Nino B
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
CI SARA' MAI UN 25 APRILE CHE CI LIBERI DA TUTTI I DEFICENTI SOTTO QUALUNQUE COLORE O STRISCIONE O PROVOCAZIONE ESSI SI NASCONDANO? CREDO PROPRIO DI NO.
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il Giambo
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Che bel teatrino,ognuno recita la propria parte...Dal sindaco impegnatissimo ai tanti perdigiorno...Ragazzi,è ora di pensare al futuro con valori veri ed idee concrete,basta con le recite!!!
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Luigi de Gennaro
26 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Finalmente un po' di folklore in una manifestazione che ormai nulla ha di storico ma ha tanto di politico.
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Viva la Resistenza
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Via i fascisti da Molfetta, via An che li difende. Basta con questi neri che hanno distrutto l'Italia. Onore ai partigiani e ai liberatori. VERGOGNATEVI richiudetevi nei vostri circoli, almeno in queste occasioni. Avete la libertà anche voi grazie ai partigiani.
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pinuccio spider
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Ma questi fascistelli, sanno almeno che significa la parola ONORE!!!...vergogna a loro ma soprattutto al nostro sindaco che non li ha sbattuti a calci in culo fuori dal corteo....
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alberto otrebla
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
credo che il corteo fosse animato da sane intenzioni da qualsiasi parte lo si guardasse, eccetto quella del nostalgico braccio steso, ma anche quella del pugno chuiso. il 25 aprile dovrebbe essere una giornata asettica ove il solo tricolore(privo di scritte partitiche) sventola indiscusso.e' possibile che il cretino provocatore di turno venga sempre alla luce?
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donato giliberti
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
perche' non ti firmi w la resistenza ma se sono tutti morti e voi vi ostinate ancora con quest miti ho visto stamane c'era la creme de la creme
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alberto otrebla
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
il 25 aprile, in Italia, vi fu la insurrezione partigiana proclamata dal Comitato di liberazione nazionale per l'Alta Italia (CLNAI) che consentì di prendere il controllo di quasi tutte le città del nord del paese, fino ad allora ancora sotto l'oppressione delle truppe tedesche e soggette all'azione repressiva delle formazioni repubblichine della Repubblica Sociale Italiana, cui il movimento partigiano opponeva la propria resistenza. brava lella salvemini. tutto qui, il resto non interessa il 25 aprile. bandiere americane, forziste, rosse e dontoniniane restate nei cassetti dei vostri padroni in attesa di altri eventi. cosi almeno non vi sono equivoci. tricolore everywhere.
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ero presente
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Devo fare delle precisazioni. Innanzitutto spero che la Dott.ssa Salvemini non censuri questo commento. Lo striscione che è stato tolto era Tonino liberaci dai comunisti, il Don era sull'altro striscione. Non penso che ricordare tutti i caduti sia una vergogna od una provocazione. Riguardo ai saluti del sindaco volevo sottolineare come la faziosità non manca mai. Il sindaco ha salutato prima i ragazzi di ONORE ai caduti, solo perche gli erano vicini e quando quel qualcuno gli ha detto non va a salutare gli altri? Lui ha risposto sto andando proprio li. Un'ultima cosa. perchè non ha parlato delle volgarità dette dal "pacifista" coordinamento antifascista durante il discorso del sindaco, perchè non ha detto che quelli di onore ai caduti non hanno risposto neanche ad una provocazione, perchè non dice che sono stati insultati dall'inizio alla fine della manifestazione. Per evitare questi comportamenti gent.ma Dott.ssa Salvemini si ricordi che non serve solo leggere qualche manuale di storia, ma essere civili educati e dare a tutti la possibilità di esprimersi, di partecipare a tutte le manifestazioni senza dover essere insultati e tanto altro di stamattina che lei ha omesso. Mi spiace che anche davanti a tanti cittadini che hanno visto cosa è successo stamattina la notizia sui giornali arriva sempre distorta. Saluti
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Francesco Stanzione
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Nel pieno rispetto di tutte le idee, ma vi prego: lasciamo sempre fuori don Tonino Bello da queste cose... non lo merita. Don Tonino è quanto di più bello abbia avuto Molfetta da tantissimo tempo a questa parte, fa parte delle cose belle, per cui non sminuiamo la Sua levatura esibendo il suo nome su striscioni che in certe situazioni non ci azzeccano proprio.
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Cittadino Democratico
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Basta con questa storia dei fascisti e dei comunisti, ormai sono passati oltre sessant'anni l'Italia è bipolarista e gli ideali della resistenza e della liberazione sono forti in ogni italiano, bisogna tornare ad amare la nosra bandiera e non quella americana o palestinese. Stamattina io c'ero e posso garantire che chi provocava erano quelli del cosidetto coordinamento antifascista di Molfetta in particolar modo i più adulti tra loro ai quali la Dea Ragione non ha ancora donato l'intelligenza. I giovani di destra non solo non hanno risosto alle provocazioni ma hanno pacificamente sfilato ed hanno cantato il Nostro Inno Nazionale.
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Genanro Pescia
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Grande manifestazione ed in fondo se il pugno chiuso indica l'unione degli sfruttati e sono tanti, non è per nulla antiquato....anzi
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viva l'onestà mentale
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
in risposta a "viva la resistenza"..non dimenticare che LA LIBERTA' DI CUI GODIAMO TUTTI non e' solo legata all'azione dei partigiani, ma anche e soprattutto al sacrificio di tanti soldati americani. una sana analisi critica e obiettiva ogni tanto non farebbe male
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Aldo Tulipano
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Secondo me non si deve parlare di malintesi...ma di provocazione bella e buona... considerare malinteso una azione premeditata con tanto di volantino da parte delle associazioni di destra è un grosso errore e bisognerebbe smetterla di sottovalutare questi ormai sempre meno sporadici "episodi"… Soprattutto nel contesto cittadino che si va delineando, tra episodi di provocazioni in pieno centro e scritte vigliacche sui muri della nostra città.. È allarmante che i protagonisti di ciò siano ragazzi benestanti, al di fuori di qualsiasi contesto di disagio sociale, che utilizzano come spazi di aggregazione sedi di partiti che hanno cancellato dalla loro facciata(piuttosto male) i segni di un passato infame. Deve finire qualsiasi giustificazione di questi comportamenti non più ascrivibili a semplici episodi, deve finire il tacito consenso delle istituzioni, bisogna risvegliarsi dal torpore e reagire in quanto L'INDIFFERENZA E LA LORO ARMA PIU' POTENTE. Buon venticinque aprile a tutti, onore ai morti partigiani e quanti si sono battuti per la nostra libertà; infamia “AI LORO CADUTI”
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AZIONE GIOVANI
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Innanzitutto i militanti di Azione Giovani, non sono fascisti ma ragazzi che si identificano nei valori tradizionali della destra, tra i quali quello per cui abbiamo manifestato stamane, ovvero l'amor patrio...ne è riprova l'unico coro che abbiamo intonato: L'INNO NAZIONALE! Ricambiamo l'invito alla sig.ra Salvemini, di andare a rileggersi i libri storici (ottimo quello di Pansa, storico di sinistra: IL SANGUE DEI VINTI), nel quale è chiaramente raccontato delle barbarie commesse dai partigiani a discapito dei nostri connazionali! Vogliamo porre anche l'accento sull'ottimo discorso fatto dal SINDACO AZZOLINI, spesso interrotto dai manifestanti di sinistra, il quale ha ricordato il sacrificio di tutti i caduti che difesero con onore la loro patria! Difendiamo ancora le nostre scelte...ONORE A TUTTI I CADUTI!
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Lucia Nappi
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Tutta qui la bibliografia della destra, Giampaolo Pansa? Neppure a Giorgio Bocca sanno arrivare? Ma fateci il piacere. Almeno prima di manifestare cercate di capire a cosa fate riferimento, ma sul serio.Con la storia non si scherza.
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Pazzo Melanconico
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Quattro bigotti fascistelli attaccati alle brache dei signorotti molfettesi in camicia nera....che stan no distruggendo lo spirito Socialista e Salveminiano della città si fanno notare ancora per la loro tracotanza. Credono di poter riscrivere anche la storia della nostra città, alzando bandiere come la fiamma degna erede di quel fattaccio che si chiama Fascismo-guerra-povertà! Sinistra svegliati Salvemini sarebbe inorridito di ciò! W l'Italia, W il Socialismo, W la Libertà! I veri IDEALI che sono alla base della nostra Repubblica! E oggi ce n'è tanto bisogno di metterli in pratica, senz autopia e sopratutto con Coraggio!
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Ennio Andriani
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
E questi chi sono gli eredi della storia, ma quale storia, quella che vogliono riscrivere i fascisti? Ma fatemi il piacere...
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Michele Altomare
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
L'ignoranza di azione giovani è abissale: il 25 aprile è SOLO la festa della RESISTENZA e della LIBERAZIONE dal fascismo. Tutte le altre ricorrenze vengono celebrate in altre date. Forse il vostro livello culturale è un po' bassino...
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Nico Balducci
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Fascisti vergognatevi, tirare in ballo don Tonino è squallido: solo quello sapete fare, An, azione giovani e compagni, con quello striscione vi siete qualificati a tutta la città. Altro che perbenismo e chiacchiere. Non avete credibilità e non avete cambiato mentalità. Credo che don Tonino avrebbe condannato il vostro gesto, ma per favore lasciatelo fuori da queste cose. VERGOGNA. SIETE PENOSI.
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ilario _
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
proprio oggi parlavo con un mio vecchio (90 anni) amico di torino. mi diceva che durante la resistenza per liberarsi di una persona (perchè antipatico, per prendere il suo banco al mercato, ecc.)bastava accusarlo di esser una spia fascista. arivavano i partigiani e li portavano via... anche questa è la resistenza da ricordare ma non è certo il messaggio che vuole essere lanciato dalle manifestazioni pr il 25 aprile. spero solo che chi maifesti conosca le fondamenta storiche della propria fede. orgaizzare un dibattito sulla materia? pensateci 15online
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g pani
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Oggi 25 aprile mi avviavo verso il mio luogo preferito nei giorni di festa, il bar duomo quando ho visto la banda che suonava. Amo la provincia, amo la banda e mi sono fermato a guardare. Ho visto le bandiere di alleanza nazionale. Ho pensato a quanta strada l'on Fini ha fatto fare a questo partito. Ho rivisto Fini al memoriale della shoah a Gerusalemme che onorava i miei morti, non i suoi , ovvero quelli di religione ebraica o di "razza" ebraica che il fascismo e il nazismo ci ha portati via. Sono rimasto stupito dallo striscione che questi giovani portavano "onore a tutti i caduti" e ai caratteri da loro usati per scrivere questo striscione e alle bandiere con simboli che pensavo dimenticati. Mi sono ricordato di quando bambino venivo portato al sacrario di Montelungo. Li sono sepolti i giovani dell'esercito del "regno del sud" che affrontarono per la prima volta le truppe nazi fasciste durante la battaglia di Cassino. E mi sono ricordato anche quando, sempre a cassino, venivo portato a visitare il cimitero anglo americano e per ultimo quello tedesco. Ricordo anche le parole che mi venivano dette: questi hanno lottato per fare in modo che i campi di sterminio non ci fosserò più, questi altri invece perchè ci fossero; sono tutti morti ed occorre rispettare tutti i morti ma se "loro" avessero vinto non ci sarebbero i cimiteri per tutti. Allora, si "pietà per tutti i morti" ma "onore ai caduti per la libertà". Questo ho voluto dire oggi al Sindaco Azzolini e principalmente ai giovani di alleanza nazionale che stanno affrontando un cammino che porta dai gagliardetti della decima mas alla visita della risiera di San Saba. Comunque siamo in provincia e quindi piccole cose: un giovane dell'altra parte "comitato.." ha rimproverato il sindaco perchè non ha fatto suonare "bella ciao", dimenticando che fratelli d'italia era il canto dei partigiani non badoliani, ancora piu divertente è che i giovani di "azione giovani" lo cantavano non rendendosi conto che quello è il canto dei peggiori nemici dei fascisti. Folclore solo folclore. Note finali: non so perchè ma mi devo sempre incavolare con i sindaci di molfetta, con l'ultimo di sinistra mi sono incavolato perchè aveva invitato il teatro di bagdad, saddam regnante, con Azzolini per questo. Credo davvero che non ci sia attenzione alle cose che si fa tutto a "pressapoco". Conclusione per evitare problemi la prossima volta vado al mio bar preferito facendo il giro dall'altra parte. Occhio che non vede cuore che non duole.
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Giulio "Grandenud"
25 Aprile 2007 alle ore 00:00:00
Io c'ero. sono stato tra chi con tanto orgoglio, ha strappato lo striscione con scritto "Tonino salvaci dai comunisti". (che ridere ma Tonino non era comunista? qualche decennio fa?) E' chiaro cari Aziongiovani che la vostra è stata una mera provocazione, mi son chiesto come mai un vostro comunicato stampa sia uscito poche ore dopo quello del coordinamento? Del resto cosa vi aspettavate degli applausi ad un discorso del Sindaco "Mazzaro", in cui non si parlava della lotta di liberazione quanto invece di un occupazione da parte dell'Italia in paesi pieni di petrolio?! La vostra cultura deve partire non da Panza quanto invece dalla storia, il 25 Aprile non ha nulla a che fare con la liberazione da parte degli USA (i quali più che liberare si sono insediati in Italia e da qui non si muovono più, chidetevi quale firma c'è dietro alle tante stragi italiane irrisolte). Se volete manifestare siete liberi di farlo, ma non in una data che non vi appartiene, in cui le bandiere americane non c'entrano nulla, in cui la fiamma è il simbolo opposto alla resistenza ed alla liberazione. Se volete manifestare c'è una data adatta quella del 2 Giungo, in cui magari noi antifascisti avremo altro da contestare. Saluti.
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