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Teatro ragazzi al Carro dei Comici di Molfetta: le marachelle di Gian Burrasca
31 dicembre 2012

MOLFETTA - La ricca rassegna di teatro per bambini e ragazzi promossa e organizzata dalla compagnia de Il Carro dei Comici ha portato in scena le straordinarie avventure di Gian Burrasca. Lo spettacolo, realizzato dalla maestria della compagnia Astràgali Teatro, è stato tratto dal romanzo Il giornalino di Gian Burrasca scritto da Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) nel 1907.

Attraverso una serie di avventure dal forte e coinvolgente impatto spettacolare, la rappresentazione scenica non ha voluto solo riproporre la vita del terribile Giannino, quanto la relazione tra il giovinetto e il mondo degli adulti che viene svelato e messo a nudo nel corso della pièce teatrale. Di fatti, attraverso gli occhi di un bambino cui è stato sempre insegnato di dire la verità, sono svelate l’ipocrisia e la falsità che si nascondono dietro al perbenismo borghese del tempo, mostrando i limiti del mondo adulto, lontano dalla fantasia e dalla genuinità della fanciullezza.

Il protagonista non è cattivo e non vuole nemmeno fare del male a nessuno. Ma ha un nemico da combattere: la noia. Non è mica facile spassarsela in una casa dove sono tutti grandi e nessuno ha mai tempo per giocare, ma solo per dire cosa non si può e non si deve fare. E a scuola non è certo meglio. Si può forse sopravvivere se si ha un minimo di spirito di avventura, se non si riesce a stare fermi più di cinque minuti e se si è sempre in cerca di sorprese?

Il povero Giannino non ha oceani da attraversare, non ha giungle da esplorare, non ha pirati da combattere e deve in qualche maniera arrangiarsi. Ecco che allora al matrimonio di una delle sue sorelle lega alla coda del frac del novello sposo un innocuo fuoco d’artificio col rischio di incendiare lui e l’intero Municipio. Oppure costruisce una canna da pesca e mettendo un panchetto sopra il tavolo si mette a pescare tenendo l’amo all’altezza della bocca spalancata del signor Venanzio, che si è assopito in poltrona. Ma a un certo punto il vecchio starnutisce facendo entrare l’amo nella sua bocca, Giannino tira la lenza e sente un grido acutissimo: si accorge che appeso all’amo c’è l’ultimo dente cariato del vecchio zio del signor Maralli.

Eppure, al protagonista non sembra di far niente di male. Sono solo degli scherzi innocenti che spesso, non per sua colpa, si trasformano in disgrazie. Ma tale comportamento gli adulti non lo concepiscono. Ed è proprio questo il tema portante della rappresentazione: ragazzi e adulti sembrano non capirsi mai. È come se vedessero il mondo con lenti diverse e ognuno a modo proprio. Il guaio è che molte volte i grandi dicono una cosa e ne fanno un’altra in barba ai loro principi. Per tale ragione Gian Burrasca è un personaggio che con i suoi valori e ideali rappresenta un modello ancora attuale che propone una pedagogia al rovescio, lontana dai modelli educativi autoritari.

A dimostrazione della modernità e della simpatia che Gian Burrasca suscita ancora oggi, i piccoli spettatori si sono divertiti a guardare le marachelle messe in atto e ad interagire con gli attori che hanno reso lo spettacolo un vero capolavoro di espressività artistica e un momento unico di coinvolgimento, di partecipazione attiva, curiosità e di sollecitazione della loro creatività.

 

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Autore: Angelica Vecchio
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