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Sul Corriere del Mezzogiorno servizio dedicato alla lettera inviata a Quindici dalla signora Muti sulla sporcizia in città
15 ottobre 2007

La lettera inviata a Quindici dalla signora Cristina Mazzavillani, moglie del molfettese Maestro Riccardo Muti (dopo l'inchiesta fatta dal nostro giornale sulla sporcizia) e pubblicata sul numero di settembre della rivista, ha avuto una vasta eco in città, aprendo un dibattito sulle condizioni di sporcizia in cui versa la città. Il Corriere del Mezzogiorno inserto pugliese del Corriere della Sera ha dedicato una mezza pagina alla lettera. Vi proponiamo il testo integrale dell'articolo del giornalista Vincenzo Damiani (illustrato con la foto di copertina di Francesco Mezzina) pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno col titolo: Molfetta sporca e puzzolente, che delusione. Lettera di Cristina Mazzavillani, moglie di Riccardo Muti, a «Quindici» mensile cittadino: BARI - «Ma soprattutto la barca posava tranquilla sul porto largo, immenso, quieto, disteso… e sporco di Molfetta. Ma quanto sporco! Inesorabilmente, orribilmente sporco e puzzolente ». E' un breve passaggio della lunga lettera firmata da Maria Cristina Mazzavillani, moglie del maestro Riccardo Muti. Missiva pubblicata nel numero di settembre dal mensile locale «Quindici», impegnato da mesi in una campagna di sensibilizzazione e denuncia dello stato di degrado e scarsa igiene in cui versa il centro storico del Comune a venticinque chilometri da Bari. Alle proteste dei residenti si è aggiunta la voce della signora Muti che, a fine luglio, ha trascorso con la famiglia le vacanze estive a Molfetta. La sceneggiatrice di teatro e presidentessa del «Ravenna Festival» usa parole dure, uno sfogo amaro di chi – come spiega nella lettera – ha avuto modo di conoscere e apprezzare le meraviglie del paese fin dagli anni Sessanta. Quando, fidanzata con Muti, «tradiva» la sua Ravenna per godersi il sole e «il mare dolcemente azzurro su cui sorge uno dei più bei porti d'Italia che l'Adriatico possa offrire». «Si dirà – scrive – non si sputa sull'ospitalità. Eppure non riesco proprio a tacere. Amo Molfetta da quando mio marito Riccardo Muti mi ci portò insieme ai suoi e ai miei genitori alla fine degli anni '60. Cosa direbbe oggi Don Mimì (il papà di Riccardo Muti, ndr)? Si urina ovunque, si getta di tutto, tracce di vomito sul bel selciato di pietra antica, autoradio a volume iperbolico e tant'altro che non è bello infierire!». La descrizione è impietosa. «È quello che denunciamo noi da mesi – spiega Felice De Sanctis, direttore di Quindici – attraverso le nostre inchieste. Non è Napoli, intendiamoci. Ma la situazione non è comunque sopportabile. Sembra che la città abbia rinunciato al proprio decoro». La signora Muti bacchetta gli stessi molfettesi e li esorta a reagire. «Le amministrazioni comunali possono avere le loro colpe – sottolinea – ma anche il cittadino deve imparare a essere tale e fare la sua parte per poi potersi lamentare». Mazzavillani – dopo aver ammesso la sua «tristezza profonda» per lo spreco che si fa «del grande potenziale di Molfetta» –lancia un invito agli abitanti: «Difendete l'acqua del vostro mare, le vostre piazze, vigilate, siate paladini della vostra immagine. Ricordo quando con ammirazione guardavo i vostri anziani lavare e pulire il tratto di marciapiede davanti alle abitazioni, fossero pure umili e bassi».
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