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Spirito religioso in via d'estinzione: le processioni a Molfetta diventano un concerto rock Il comportamento di alcuni giovani che approfittano dell'uscita notturna dei Misteri per fare baccano
11 aprile 2009

MOLFETTA - Una bottiglia di birra rotola sull'asfalto, nell'aria c'è l'odore del fumo, battute e risate insolenti e forti flash spezzano continuamente il silenzio e il buio della notte. Questa scena, che potrebbe far tornare alla mente un rave o un concerto rock, tristemente interessa anche le processioni notturne dei cinque misteri, una tradizione che nel passato era da tutti vissuta con grande trepidazione cristiana e con raccoglimento religioso. A violare questa sacralità sono proprio le nuove generazioni che, dichiaratamente non interessate alla componente religiosa, comunque sfruttano questa occasione come scusa per passare una notte fuori casa, per divertirsi e fare le 7 di mattina, a volte senza neanche presentarsi all'uscita delle statue o ai sepolcri nelle chiese. Addirittura si è sentito parlare di un gruppo di ragazzi che, a dispetto del precetto religioso, hanno organizzato un barbecue di carne uno dei giorni della settimana santa. In questa situazione abbiamo individuato vari modelli di comportamento tra i nostri coetanei: si passa dall'assoluto menefreghista, a chi trova interessanti queste processioni almeno come tradizioni, fino a chi le trova addirittura inutili, considerandole pure usanze vuote di effettivo significato in senso religioso; facendo eccezione per quei pochi che, forse influenzati a volte dai genitori, credono davvero nel valore cristiano di questi riti. Chiaramente almeno chi partecipa alle processioni come confratello, a meno che non forzato, deve essere necessariamente spinto da un cristiano spirito di sacrificio dato che sicuramente si tratta di un'attività molto impegnativa. Insomma lo spirito religioso sembra comunque “in via d'estinzione”, tant'è che anche uno degli intervistati sostiene che sia nato uno stereotipo secondo cui “il religioso è out”, ma a volte viene a mancare finanche l'interesse per la tradizione. Verrebbe quindi quasi da suggerire al classico menefreghista sopracitato di trovare un'altra occasione di divertimento, rispettando così chi vive questo momento con fede o con interesse. Tuttavia sarebbe comunque da fomentare nei giovani l'interesse almeno per la tradizione perché la sua assenza potrebbe comportare in futuro, in una Molfetta diventata forse ormai troppo grande, la scomparsa di queste consuetudini che i nostri antenati hanno avuto la cura di tramandarci. Se questo accadrà, anche la nostra città si avvierà verso la globalizzazione e la massificazione perdendo così le sue particolarità e la sua identità culturale. Ornella Messina Giulia Maggio
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Con quanta facilità ci si erge a giudici anzi, molto più facile farlo specie dopo una lettura neanche troppo attenta di ciò che viene scritto ... Nessuno, infatti, si degna di leggere tutti i commenti del forum x comprendere a pieno le opinioni di chi vi partecipa. X chi lo avesse fatto avrebbe trovato interessante leggere che le due articoliste hanno ribadito che loro non sono nè fanatiche nè tantomeno praticano un ferreo digiuno di carne, cosa che ritengo più che giusta in un epoca come la nostra lontana da ogni spirito di superstizione. Fin dall'antichità la "superstitio" viene confusa con la "religio" ... bisogna quindi stare attenti a non confondere questi due aspetti, altro errore comunemente fatto. La spiritualità è un fatto assolutamente individuale e va lasciato alla propria libera coscienza; e se coloro i quali hanno effettuato questa tanto discussa grigliata di carne non hanno fede religiosa e non intendevano partecipare ai riti pasquali sono problemi personali ... non si può, e non si deve giudicare la spiritualità di una persona. Cosa che credo abbiano chiarito nel commento, coscientemente scritto dalle due autrici. Credo piuttosto che volessero dire ben altro invece, e che ciò che volessero dire sia inattaccabile perchè la realtà dei fatti. Erano lì davanti a tutti noi e, mente consapevolmente chi dice che non è vero che a fare quella nottata c'erano persone totalmente irrispettose sia dell'evento, ma questo diventa secondario, sia della spiritualità altrui ... E allora per favore non facciamo i facili moralisti o i difensori del libero pensiero inserendo dei commenti stupidamente ironici e solo distrittivi rispetto ciò che è scritto. Propopnete e provate a confutare realmente ciò che era invece alla vista di tutti ... C'è un altro aspetto inoltre da fare notare dell'articolo, visibile solo andando in profondità nella conclusione: tutto ciò non è solo religione ma è anche tradizione. Avete una minima idea di ciò che si significa questo? Che tutto ciò sono la nostra storia, le nostre origini, sono tutti noi. E allora se non si vuole avere un sacrale rispetto x l'evento religioso che si rinnova di anno in anno da secoli quasi immutato, allora bisognerebbe averlo perchè lì ci sono le nostre origini, la nostra identità culturale. Preserviamo la nostra reale identità tramite la memoria, specialmente se questa è una "memoria viva" che si rinnova di anno in anno da sé stessa rimanendo però sempre uguale. Preserviamo quindi questa memoria che ci permette di conservare la nostra storia perchè un popolo che non ha storia (o peggio che non la rispetta) è un popolo che non ha futuro.






@Francesca D'Amore Mi sa che sei tu a non aver letto o comunque compreso il mio post. Ti parlo da ex credente e praticante: la mia fede si e` cominciata a spegnere quando ho cominciato a notare le grandi ipocrisie nella chiesa cattolica. La chiesa ha in italia un peso politico enorme al punto da riuscire a indurre i nostri politici a votare in un modo invece che in un altro. In questo modo non si e` limitata a offrire uno stile di vita ma e` andata oltre imponendolo a chi cattolico non e`: dalle pressioni esercitate riguardo la ricerca sulle staminali, alla fecondazione assistita, alla pillola abortiva.... con il risultato che gli italiani comunque vanno all'estero invece di ottenere da uno stato laico cio` che in altri stati laici sarebbe loro diritto. Per non parlare del testamento biologico, a me non va proprio l'idea di passare 17 anni come eluana englaro... perche` in nome delle credenze cattoliche non posso essere libero di scegliere che mi si stacchino spina e alimentazione forzata? Che danno fa una tale scelta ai cattolici? mica impongo al primo medico che passa di staccarmi la spina, mi affiderei ad un non credente. Che ne e` del dono del libero arbitrio?Parliamo di divorzio con la sacra rota che concede annullamenti a destra e manca, che tuona nei confronti della gente comune e che poi invece riceve come nulla fosse i politici che vivono nel peccato? Vogliamo anche parlare delle grandi ricchezze e delle proprieta` del vaticano che cio chiede l'8% (anche di chi non firma esplicitamente per la chiesa cattolica) ma poi ben poco va a chi muore di fame o ai terremotati (appena 5 milioni di euro a fronte delle molte decine che ogni anno percepisce). Vogliamo parlare del fatto che le chiese sono del vaticano, non pagano ici o altro pero` restauri e ricostruzioni spesso toccano a noi? vogliamo parlare dello scandalo dei preti pedofili sottratti alla legge umana? Uscendo poi da quello che direttamente riguarda l'istituzione chiesa e il clero, quanti dei genitori di questi ragazzi poi sono realmente osservanti ben al di la` dell'andare semplicemente a messa e/o prendere parte da una processione? Perche` spirito religioso non e` andare a messa nelle feste comandate e/o partecipare alle processioni... spirito religioso e` vivere giornalmente secondo i dettami di una certa fede ed io a 37 anni non vedo nella nostra societa` quello spirito religioso che da giovane trovavo ad esempio tra i frati francescani... come non vedo nell'articolo in questioone quella tolleranza richiesta e dovuta nel caso dei ragazzi che hanno scelto di fare una grigliata lontano dalla processione.




Da una piccola ricerca effettuata, a chiarire il dubbio e le controversie in questione. - Saluti da Molfetta. Il fascino intramontabile delle cartoline d'epoca - C.Minervini, P.Modugno, O.Panunzio. Ed.Mezzina - n.132 - pag.214...si legge: " Dai primi del Settecento al 1750 la processione dei Misteri si tenne la sera del Giovedì Santo: successivamente, e fino al 1955, ebbe inizio all'alba del giorno seguente. Spostata al pomeriggio del Venerdì Santo, è stata riportata nel 1988 alle prime ore del mattino. La processione della Pietà ebbe luogo dapprima la sera del Venerdì Santo; dalla seconda metà del Settecento fu posticipata alla giornata successiva. Svoltasi nelle ore notturne fino al 1955, constava dei simulacri riproducenti Gesù al Calvario, escluso nel 1914, la Veronica, la Maddalena e la Pietà. Risale al 1924 la statua di Maria Cleofe ed al 1948 l'immagine di S.Pietro che sostituì il simulacro derivante da una raffigurazione di S.Giuseppe modificata detto popolarmente "u tègnèusè" per la calvizia. L'autore G.Cozzoli, che già nel 1908 aveva realizzato il nuovo Cristo Morto, modellò nel 1951 l'attuale versione di Maria Salomè, personaggio introdotto il 1928. La statua di S.Giovanni infine fu rimpiazzata nel 1926. Dal sito dell'Arciconfraternita di S. Stefano si legge. Il Giovedì Santo: " In questo giorno, si ricorda l'istituzione del sacramento dell'Eucarestia con la celebrazione della Messa in Coena Domini. Alle 18:00 i confratelli di S.Stefano si recano in Cattedrale per assistere alla Messa celebrata dal Vescovo, ma già alle ore 17:00 il "Sepolcro" allestito nella chiesetta patronale è aperto alla venerazione dei fedeli. Poi la chiesa chiude ai fedeli per consentire all'Arciconfraternita di S.Stefano di preparare i simulacri che, alle ore 3.30 del Venerdì Santo, sfileranno in processione per le vie della città." Dalla relazione pastorale di Mons.Pompeo Sarnelli effettuata nel 1699, pur non menzionando espressamente i simulacri, lascia chiaramente intendere di come, dopo la funzione religiosa della Cena Domini, sul vespro, si svolgesse una processione dei Misteri. - Mi auguro di aver aperto un piccolo spiraglio al problema.










C'è stato un tempo, nei primi secoli della nostra modernità, in cui ragionavamo in termini politici: pensavamo e descrivevamo il mondo in base alle categorie di ordine e disordine, potere e Stato, Repubblica e popolo. Dopo la rivoluzione industriale abbiamo sostituito le categorie politiche con quelle sociali ed economiche di classe e ricchezza, borghesia e proletariato, sindacati e scioperi, disuguaglianza e ridistribuzione. Ma oggi? Decenni di globalizzazione hanno imposto criteri di valutazione quasi esclusivamente economici, che hanno portato al trionfo di un individualismo disgregatore. I sintomi si leggono ovunque: nella guerra, che ha perso il suo significato politico o sociale, nelle ondate di irrazionalismo, nella crisi degli individui, pieni di problemi e impossibilitati ad affidarsi, per risolverli, alle istituzioni civili e giuridiche tradizionali. Aleggia la sensazione che il vecchio mondo sia andato in frantumi e che niente possa sostituirlo. Per sfuggire all'immagine di un mondo come prigione e alla sensazione angosciante della totale perdita di significato, si avverte il bisogno di nuove categorie, categorie non più sociali ma culturali, perchè è in questi termini che i cittadini di oggi costruiscono le proprie identità: sulle particolarità sessuali, etniche, religiose, laiche o ecologiste. Ci poniamo domande che un tempo sembravano incongrue: sono felice? Faccio davvero ciò che mi piace? Sono certo di sapere se in questo momento si stanno verificando eventi intollerabili o se viene perpetrata un'ingiustizia? Viviamo un processo di disgregazione che ha spezzato i cardini su cui poggiavano le nostre identità e le nostre lotte e si immerge nelle tematiche e nelle domande quotidiane dell'esistenza contemporanea. Fino a disegnare un nuovo paradigma, fondato sul soggetto e sui diritti culturali, dove le donne e le minoranze schiacciate possono finalmente ricoprire il ruolo sociale che spetta loro, e soprattutto la nascita di nuovi movimenti di liberazione nel mondo globalizzato dove, che lo vogliamo o no, ci troviamo a vivere. Tutto questo, per una grigliata di carne: com'è cambiato il mondo, come siamo cambiati tutti.




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