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Spazzatour per l'agro di Molfetta: residui edili abbandonati selvaggiamente. Qualche… idea per regali di Natale "riciclati"
28 novembre 2011

MOLFETTA - Continua lo Spazzatour (brevetto di "Quindici") in giro per Molfetta e il suo agro per segnalare i rifiuti abbandonati. Questa volta li abbiamo scoperti percorrendo in auto una strada alternativa, escamotage per evitare il traffico di punta delle strade che collegano la zona industriale e l'ipermercato al centro cittadino. Strade poco trafficate, se non da proprietari terrieri o qualche altro utente che opta per strade alternative. È chiaro però che sono molto frequentate da tecnici dell'edilizia, come testimoniano le nostre foto.
Basta lasciare la strada principale che accosta la statale 16 bis ed addentrarci per la stradella Scorbeto, per trovare sul fianco destro, orfani di chissà quale struttura, un bell'ammasso di amianto, lì in bella mostra, esposti a pioggia ed intemperie, liberi di rilasciare per l'etere le loro polveri metalliche, un vero toccasana sia per chi lavora nei paraggi, sia per i gustosi frutti che finiranno nelle nostre cucine.
Andando avanti non possiamo non notare un ammasso di rifiuti, una vera altura non troppo lontana dal primo ritrovamento. Un po' di tutto la compone: buste di rifiuti, drappi, scatole, pneumatici, scarpe, vestiti… serve altro? Ma ciò che ci incuriosisce è la presenza di vari cocci di ceramica, tubi, buste con polvere di cemento e persino mattoni che sembrano sradicati chissà da quale muro.
Alziamo lo sguardo ed ecco un altra catasta di scorie, questa volta tavole di legno, cassetti di un mobile, buste azzurre piene di cocci, teli di plastica a brandelli, tegole, mattoni sbriciolati e altro cemento, addirittura una bottiglia di champagne, quasi qualcuno abbia voluto festeggiare tale scempio. A terra una polvere color nero pece, forse frutto di qualcosa incendiata e carbonizzata, forse qualcosa che nessuno avrebbe dovuto vedere, cosa che quasi rende irrilevante il resto lasciato in bella mostra.
Il nostro percorso continua nel pieno della lama Pulo e lo spettacolo si ripete svariate volte. Quasi apocalittico vedere a bordo strada, nel mezzo del verde, coacervi di rifiuti, uno schiaffo alla bella idea che hanno i turisti della nostra Puglia. Siamo nella strada vicinale San Pancrazio: necessiti di qualcosa? Qui c'è roba gratis a volontà: neon per la casa, aspirapolvere ottimo regalo per la signora, un water per l'arredamento e tanto altro! Occasione imperdibile per le festività natalizie.
Lo spettacolo non finisce ancora, e ovunque mattoni, residuati edili vari, casse per le olive e vecchie porte divelte.
Percorrendo la strada vicinale al Fondo Favale catturano la nostra attenzione cumuli di erba gialla, umida e compatta, frutto dei trascorsi giorni di pioggia che hanno trascinato l'erba secca e l'hanno accumulata dove il corso della lama incontra ostacoli, come la stessa statale 16 bis che è sopraelevata.
Dopo il "Ponte dei Sospiri" (ribattezzato da "Quindici") arriva il molfettese "Ponte dove non respiri": un bel ponte allestito a gran festa da una bella discarica. Un tappeto di mattoni e cocci di ceramica con le solite buste azzurre, cavi elettrici, interni di poltrone, secchi, pneumatici, tubi, teloni, e chi più ne ha più ne metta: anche un altro aspirapolvere, un televisore distrutto e una porta appoggiata al muro che sembra portare in una qualche camera segreta, dove magari scoprire chi è dietro le quinte di questa esibizione tragicomica.
Il nostro tragitto alternativo finisce qui, siamo entrati nel nuovo quartiere a ovest della città. Contro le nostre aspettative lo Spazzatour non è ancora finito: nei pressi di via prolungamento Aldo Fontana una comodissima poltrona color rosso vivo troneggia accanto a dei bidoni. Vista bucolica diremmo per l'attinente campo coltivato, se non fosse per una panchina rotta rovesciata tra le curate pianticelle. Tocco di fino un mobiletto privo di ante, che insieme alla poltrona potrebbe essere utile all'allestimento di un locale per la ricreazione invernale di qualche comitiva.
È evidente che oltre i soliti molfettesi irrispettosi dell'ambiente e del decoro, ci sono quelle imprese edili che pur di risparmiare abbandonano i propri residuati nel primo posto buono, magari con l'accondiscendenza di qualcuno. Eppure andrebbero pesantemente sanzionate. Come mai si tollera tutto questo?
L'operato dell'Asm in queste zone si può definire occasionale, per esser gentili, con le attenuanti dei tagli ai fondi e l'espansione urbanistica, mentre la realtà è più complicata, come spiega l'intervista a Giovanni Mezzina, presidente, e all'ing. Silvio Binetti, direttore dell'Asm sul numero di novembre ora in edicola.
Più che le parole di questo articolo a parlare sono le foto, Quindici non vuole filosofeggiare né offendere qualcuno. Siamo la voce del cittadino, parliamo coi dati alla mano per sollecitare un cambiamento.
La nostra testata è paragonabile ad un allergene, innocuo per tanti ma urticante per chi è più sensibile, come coloro che siedono sulle cittadine poltrone.
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Autore: Saverio Tavella
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