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Sottoscrizioni di molfettesi d'America per Gaetano Salvemini nel 1913
15 settembre 2008

Nei mesi che precedettero le elezioni politiche del 26 ottobre 1913, Gino Luzzatto, Carlo Maranelli, Giovanni Modugno, Giuseppe Petraglione e Tito Vittorio Spinelli, raccolti attorno a “la Puglia del Popolo”, che si stampò a Bari, sottofirmarono una lettera circolare a stampa, in data 27 maggio, per raccogliere fondi a sostegno della candidatura di Gaetano Salvemini nei collegi di Molfetta – Risceglie, contro l'on. repubblicano Pietro Pansini, e di Bitonto (v. Inventario Archivio G. Salvemini, a cura di S. Vitali, Roma 1998, p.521). Di questa sottoscrizione fu data poi notizia nello stesso giornale del 21 settembre (v. copia in Biblioteca comunale “G. Panunzio”, Molfetta, Misc. XV/12). Fra i sottoscrittori che ci furono a Molfetta (elencati in alcuni fogli manoscritti fotoriprodotti negli Atti delle Giornate salveminiane, Molfetta 1992, p. 209), Francesco Picca e Sergio Azzollini, fedeli amici di Salvemini, furono anche componenti del “Comitato Pro Salvemini”, al quale, fino a pochi giorni prima delle elezioni, pervennero, tra l'altro, alcune sottoscrizioni da parte di molfettesi emigrati nelle Americhe. Nella capitale dell'Argentina, infatti, era stato formato tra gli emigrati concittadini un piccolo Comitato, composto da Luigi Angione, presidente, Michele Magarelli, cassiere, Onofrio Marzocca e Domenico De Ruvo, “comissionari”, per raccogliere sottoscrizioni, “in favore della prossima Ellezione (sic) politica”, per la candidatura di Gaetano Salvemini, come scrive l'Angione il 27 settembre da Buenos Aires a Francesco Picca. “Noi – egli continua in un italiano sui generis - non trovando sul luogo per conbattere gli avversario, abbiamo questo sacrificio, per fare conoscere alle classe prolettario Italiano, che noi trovandoci molti lontano stiamo sempre sul luogo di battaglia a conbattere, i nemici, e noi tutti sottoscritto auguriamo che il nome di Salvemini uscirà dalle Urne di Molfetta e Bisceglie con inmensa magioranza, e stiamo qui fermo che la vittoria sarà nostra, che il Signor Pansini incorso forse più di 20 anni non abbiamo mai sentito alla camera di prendere la parola afavore non dico prolettario ma anche a di fendere il mezo giorno, quindi la vittoria del Salvemini sarà Vittoria Prolettario, e in caso di perdere lascieremo sul luogo sempre a conbattere. Viva il Prof. Gaetano Salvemini”. Su decisione quindi de “lasenblea à tutta unaimità – scrive inoltre l'Angione al Picca – la moneta labbiamo spedito a voi, e voi le darete al comitato. Qui – egli prosegue a dire, come a giustificarsi per non avere mandato una somma maggiore - stà grande miseria, che ci sono solo a Buenos Aires più di 80 mila operaio di socupati, e senò la sottascrizione era più imponenti, e tanto pure che si doveva formare un grosso comitato, qui Buenos Aires conta forse al di più di un miglione e mezzo di abilanti, e quasi chi lavora a un luogo e chi allaltro, e per trovarci precisa molto tempo”. Infine, Luigi Angione pregava Francesco Picca di dire al Comitato di Molfetta “che queste sottascrizioni lo facesse mettere sopra a un giornale o locale opure dove voi meglio credete, che voi fate – egli scrive - un testo, che io non sono di quella forza che appena la 2a. Elementare sono fatto, eppoteva trovare qualche amico, ma tanto mi vivolgo a voi che vidiamo dificoltà, e queste copie cè li fate mandare, e tutti desiderano una cartollina del Prof. Gaetano Salvemini”. Oltre a questa lettera, il Picca ricevette un'altra da Buenos Aires, datata 3 ottobre 1913, scritta dal barbiere Giuseppe Caputi fu Lorenzo, il quale a nome anche dei fratelli Ciannamea Michele e Luigi di Vito, Pansini Luigi di Mauro, Germinarlo Sergio fu Domenico, Recanati Vincenzo fu Nico, Cirillo Antonio di Pietro e Capotorto Leonardo di Vincenzo, diceva: “Lontani dalla lotta che costì si combatte sul nome glorioso del nostro amato Professore Salvemini come candidato al parlamento e non potendo dargli il voto nostro, ci siamo riuniti la piccola somma di L:66, inviandola al vostro indirizzo onde rimetterla al Comitato Pro Candidatura salvemini e servirsene per propaganda del nostro debutato. I nostri più ardenti voti sono quelli che la vittoria arrida al nostro candidato, il vero candidato del popolo, il vero flagellatore della camorra e della maffia. A nome nostro gli direte che nei nostri cuori palpita tutto l'affetto per il suo ideale e per il suo scopo prefissosi”. Anche il Caputi chiedeva infine al Picca: “Se fareste pubblicare la presente lista vi sarei grato se me ne mandate una copia onde pubblicarla nel mio Salone”. Dopo la sconfitta subita il 26 ottobre, a causa anche delle violenze fatte dalla parte avversa, (raccontate da Ugo Ojetti, Ricordi di una domenica di passione, nel “Corriere della sera”, del 6 novembre 1913, ora in G. Salvemini, Il ministro della mala vita, a cura si S. Bucchi, Bollati Boringhieri, Torino 2000), scrisse il 29 novembre a Salvemini, a Firenze, Sergio Azzollini, che lo informava a proposito delle sottoscrizioni: “Si fa di tutto per liquidare nel migliore modo possibile tutte le pendenze lasciate dalle elezioni. Il solo movimento finanziario lascia alquanto a desiderare. Alcuni sottoscrittori tirano per le lunghe, mentre è difficile ottenere nuove obiezioni. Se dura così non lo so proprio come fare a fronteggiare gl'impegni.” (v. G. Salvemini, Corrispondenze pugliesi, Molfetta 1989, p. 143). Provvidenziale fu perciò il denaro mandato da Hoboken (America) a Salvemini con la lettera, del 3 dicembre 1913, scritta da Leonardo facchini a nome anche degli altri componenti del Comitato organizzatore: Francesco Calvario, Lazzario Pappagallo e de Vincenzo Giuseppe, nella quale si dice: “Professore, la voce dei vostri compagni che trovansi qui non è rimasta soffocata di fronte allo scempio che vi fecero nella lotta politica del 26 ottobre u.s. in Molfetta. Forse questa sarà una delle ultime, ma la colpa è della stampa che nulla ci ha fatto sapere per tutto il periodo dell'accanita battaglia. Chi Illuminò le nostre menti fu il benemerito Ugo Oietti che scrisse sul Corriere della Sera, capitatoci involontariamente. Così rimanemmo esterrefatti nel sentire la vostra immeritata sconfitta. Di un lampo riunitici in assemblea, firmammo volentieri un foglio per protestare contro gli abusi, soprusi e sopraffazioni usate a voi ed ai vostri sostenitori, Si concorse non col la sola firma, ma fu desiderio di tutti di riunire del denaro perché, oltre a fare risultare la nostra protesta dai giornali politici, venga fatto stampare un foglio volante, possibilmente elencando i nomi che vi spediamo. Se vi sarà avanzo non vi manca studiare come utilizzarlo, ove mai non crediate opportuno far sparare, in vostro omaggio, dei colpi oscuri (desiderio di parecchi). Bramiamo sentire che avete ben saputo far valere i vostri diritti, strappando la maschera a che ne era fornito. All'indirizzo che vi segniamo (Mist. Leonardo Facchini, Care of M. Berardini Bunker, 34 Mulberry street, New York), vi compiacerete spedire un gran numero di fogli, nonché di giornali. Ci auguriamo che il nostro pensiero vi aggradirà e col grido di Viva Salvemini, vi salutiamo con affetto”. (Ringrazio l'amico prof. Ernesto Ricci per la conoscenza delle tre lettere in Archivio G. Salvemini, cit. a p. 391 dell'Inventario curato dal Vitali).
Autore: Pasquale Minervini
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