MOLFETTA – Come “Quindici” ha già pubblicato nei giorni scorsi, nell’ultima seduta del consiglio comunale è stato compiuto un atto fondamentale e strategico per lo sviluppo, con l’adesione di Molfetta all’autorità portuale del Levante di Bari. Una scelta responsabile, che “Quindici” ha sempre sollecitato e che rappresenta l’unica strada per dare una prospettiva futura al porto, evitando che finisca come una cattedrale nel deserto, frutto del capriccio dell’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, che ha voluto avviare questo progetto senza alcuno studio di fattibilità economica, senza analisi di mercato e dei possibili volumi di traffico. E’ stata pura ignoranza in materia economica, oppure colpevole superficialità dettata solo dall’egolatria narcisistica di chi magari sogna di intitolare il porto col suo nome, come fu fatto all’epoca con la diga che riporta il nome del vescovo Salvucci?
Sulla vicenda del nuovo porto di Molfetta occorre fare chiarezza e dire la verità, soprattutto dopo lo scandalo che ha portato agli arresti e al sequestro. Va ricordato che, negli anni dell’amministrazione di centrodestra, si è inventata una inutile “società Molfetta porto” (oggi saggiamente sciolta dall’attuale amministrazione) per gestire in modo autarchico il futuro porto commerciale, fuori dal sistema della portualità pugliese.
Oggi, con l’adesione all’autorità portuale del Levante si mette fine a questa dannosa autarchia, che già in questi anni ha provocato il crollo dei traffici marittimi a Molfetta, vedendo crescere quello dei porti pugliesi, a Nord, Barletta e Manfredonia e a sud, Bari e Monopoli (a cui vanno aggiunti i grandi porti di Brindisi e Taranto), che avevano già aderito all’Autorità portuale del Levante. In questa situazione, come ha messo in evidenza l’assessore ai Lavori pubblici, con delega al porto, Giovanni Abbattista, ogni realtà portuale riesce ad avere un proprio ruolo che non si contrappone o fa concorrenza agli altri scali pugliesi, ma diventa complementare con un proprio ruolo e una propria identità.
Ecco perché occorre raccontare la verità a cittadini disinformati, spesso manipolati e convinti a sottoscrivere petizioni sul porto, senza conoscere i fatti e soprattutto i dati, che dimostrano come questa scelta sia la migliore, se non l’unica, possibile, restituendo il porto alla Regione. Non dimentichiamo che Molfetta è un porto regionale e che la stessa Regione aveva solo concesso la delega alla gestione a Molfetta, delega oggi ritirata, quindi tutto legittimo. Purtroppo il porto di Molfetta, solo nel 2013 ha visto calare il traffico del 42% rispetto all’anno precedente, quando già aveva perduto il 13% rispetto al 2011. E questi dati ufficiali forniti dall’assessore Abbattista, confermano quelli già pubblicati mesi fa sul mensile “Quindici” nel corso di un’inchiesta sull’argomento.
Insomma, oggi Molfetta è una realtà portuale depressa, mentre le altre realtà come Barletta e Monopoli dal 2007, data di adesione all’autorità portuale del Levante, sono in crescita la prima del 16,47% e la seconda del 42,42%. Questa è la grande differenza fra chi ha fatto una scelta localistica e campanilistica suicida come Molfetta e chi ha aderito all’autorità portuale del Levante. I due porti hanno anche beneficiato di finanziamenti regionali, Barletta con 2,8 milioni di euro per la manutenzione dei fondali e Monopoli con 20 milioni per l’allungamento del molo foraneo. Più conveniente di così!
Insomma, ora è stata fatta una scelta razionale, che sarebbe stata necessaria da tempo per il porto di Molfetta. Così è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione e l’autorità portuale, che i lettori della rivista mensile “Quindici” ben conoscono avendone anticipato i contenuti in anteprima e in esclusiva, alcuni mesi fa, pubblicando anche la bozza del protocollo.
Del resto, occorre aggiungere, che il porto va ripensato, dando spazio a quello turistico, anche perché il progetto attuale che il centrosinistra ha ereditato, appare chiaramente anacronistico rispetto all’evoluzione dei traffici e degli scali, tenuto conto della globalizzazione.
“Non ci siamo mai sottratti dalla discussione con la città sul porto e lo abbiamo dimostrato anche nell’ultimo consiglio comunale – ha detto Giovanni Abbattista -. La nostra posizione è semplice: portare avanti l’opera per quanto è al momento possibile, continuando la bonifica e avviando i lavori di messa in sicurezza. E inserire da subito il nostro porto in una strategia di business di cui nessuno ha parlato per anni. A cosa serve il grande Porto? Noi pensiamo che per rispondere a questa domanda sia necessario ragionare in una logica di rete ed è per questo che ieri abbiamo votato l’adesione all’Autorità Portuale del Levante. Il nostro Porto entra in un sistema di cui fanno parte già Bari, Barletta e Monopoli, per intercettare i traffici più appetibili e garantire un rilancio immediato alla nostra portualità oltre che una più efficiente manutenzione delle aree portuali e maggiori servizi per gli operatori”.
Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio ha poi sintetizzato le conclusioni della lunga discussione sul porto: “Sul mio rapporto con il Grande Porto se ne dicono tante. Io non avrei mai scelto di costruire un’opera del genere in uno specchio acqueo pieno di bombe. Ma non voglio lasciare l’opera a metà né smontarla, come qualcuno insinua con continue battute o strumentali raccolte firme – continua il sindaco. Certo non possiamo far finta che nell’ottobre di un anno fa non sia successo niente. Ci sono ombre su quell’appalto, fotografate dalla più grande indagine penale che abbia mai coinvolto il Comune di Molfetta nella sua storia. Criticità ambientali e un procedimento amministrativo che stiamo faticosamente rimettendo in piedi, anche con l’aiuto di un importante studio legale romano che ci assiste per gestire questa enorme complessità. Ma non siamo fermi. Ci siamo spesi, nonostante il sequestro, per il completamento della bonifica, che su nostra sollecitazione abbiamo ripreso, oltre che esteso anche all’area di Torre Gavetone. E la bonifica è fondamentale per riprendere correttamente i lavori, senza pagare ancora milioni di euro in transazioni e riserve. Lo ripeto: chi ci ha preceduto ha progettato la terza opera in acqua più grande d’Italia su aree non disponibili, più precisamente su un mare di bombe. La città ha già pagato una transazione da 7,8 milioni di euro per i continui ritardi nella realizzazione legati alla presenza di una quantità di bombe inaudita nel 2010 e a luglio del 2013 abbiamo trovato sulle nostre scrivanie, appena insediati, altre richieste della società appaltatrice per 22 milioni. Dobbiamo proteggere i soldi dei cittadini da ulteriori sprechi e fare le cose con serietà e ponderazione”.
Sui lavori è intervenuto ancora l’assessore alle opere pubbliche Giovanni Abbattista: “Noi lavoriamo perché l’opera possa proseguire. Nei primi mesi del prossimo anno partiranno i lavori di messa in sicurezza per circa 6 milioni di euro. Saranno necessari dai 10 ai 12 mesi, a seconda delle condizioni meteo marine. Nei prossimi giorni i progettisti incaricati ci consegneranno il progetto. I lavori ricalcano per oltre il 96% quelli dell’appalto dell’opera. Si tratta di mettere in sicurezza la banchina di nordovest, fissando i 14 cassoni liberi, della chiusura della testa di molo e della protezione lato mare della bretella di collegamento con la diga Salvucci, per evitare i danni legati al moto ondoso. Ci siamo mossi in questo ultimo anno nel campo stretto delimitato dall’inchiesta penale, ottenuto tutte le autorizzazioni ambientali e non chiederemo il dissequestro finché non si farà chiarezza sulla cassa di colmata. Dinnanzi alla ipotesi che lì siano stati commessi reati ambientali occorre avere tutte le risposte perché prima di tutto viene la tutela del diritto alla salute. E per gli accertamenti abbiamo invitato a fornirci risposte i tecnici del Ministero e l’Ispra. Questi sono i presupposti da cui ogni ragionamento responsabile sul porto deve partire”.
Il Consiglio Comunale ha anche approvato a maggioranza un protocollo d’intesa con la Regione Puglia e l’Autorità portuale del levante, atto propedeutico al riconoscimento da parte del Ministero delle Infrastrutture del porto di Molfetta all’interno della giurisdizione della stessa autorità. “Usciamo finalmente – spiega il sindaco Natalicchio – dalla visione localistica. Abbiamo messo in liquidazione la società Molfetta porto poiché la tentazione autarchica di gestire su scala comunale i traffici portuali sarebbe stata un ostacolo all'espressione piena delle potenzialità del nostro porto in termini commerciali, pescherecci e turistici. Qualcuno dice che stiamo perdendo sovranità e indipendenza. Non è così. Non c’è nulla da temere, stiamo riportando Molfetta e il suo porto in collegamento con un sistema che, in tempi di crisi, ci garantisce la possibilità di agganciare nuove opportunità”.
“Come ho avuto modo di spiegare nella mia relazione al consiglio – puntualizza l’assessore Abbattista – i volumi dei traffici dell’attuale porto commerciale di Molfetta negli ultimi sette anni sono stati in flessione, toccando la punta del 42% nel 2013. Abbiamo bisogno delle occasioni di rilancio che l’Autorità portuale potrà fornirci. Inoltre attualmente tutto ciò che attiene i traffici portuali, come ad esempio concessioni e tariffe, passa dall’Autorità marittima, nella quale l’ente Comunale non è rappresentato. L’autorità portuale prende invece le sue decisioni all’interno del Comitato portuale e del Comitato territoriale, in cui i Comuni aderenti (Bari, Barletta e Monopoli) siedono rappresentati dal Sindaco. Non perderemmo sovranità ma al contrario acquisiremo opportunità di inquadrare il nostro scalo all’interno dei traffici del Mediterraneo. Solo così potrà generarsi buona economia e nuova occupazione”.
L’adesione all’autorità portuale del Levante è stata approvata a maggioranza e l’opposizione, come ha messo in evidenza Abbattista, ha perso l’occasione di votare insieme una scelta fondamentale per lo sviluppo, senza validi argomenti solo per una assurda contrapposizione politica, che invece negli altri Comuni che hanno aderito all’autorità, non c’è stata, in quanto la scelta è stata votata all’unanimità anche col contributo delle opposizioni. Questo la dice lunga sull’ottusità del centrodestra molfettese, che non riesce a venire fuori da una logica di campagna elettorale, pensando solo a una battaglia politica e non all’effettivo interesse della città.
Nella riunione del consiglio comunale è intervenuto anche il Segretario generale dell'Autorità portuale del Levante, Mario Sommariva, che ha spiegato i vantaggi per il Comune di questa scelta facendo comprendere che il Comune di Molfetta non avrà oneri e spese. Sommariva ha confermato anche che il porto di Monopoli in questi anni ha triplicato la movimentazione.
I consiglieri di opposizione hanno poi chiesto altro tempo e altro rinvio per comprendere meglio la situazione e acquisire altre informazioni, ma il sindaco Natalicchio ha concluso la discussione sostenendo di aver fornito ampie informazioni e tutti i chiarimenti del caso anche con la presenza del Segretario Sommariva e quindi ha confermato la volontà dell’amministrazione comunale di andare avanti.
L’adesione all’autorità portuale del Levante è stata poi approvata con 13 voti a favore e 5 contro.
Il consiglio comunale ha anche respinto l’ordine del giorno dell’opposizione, che voleva forzare la mano alla magistratura, proponendo il dissequestro del porto, chiesto anche da una petizione popolare con 5mila firme, di cittadini ai quali non era stata spiegata la reale situazione del porto, spingendoli ingenuamente a sottoscrivere un documento di natura politica, chiaramente manipolato.
Su questo argomento lo approfondiremo in un altro articolo.
NELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI”, IN EDICOLA DOMANI, L’ASSESSORE ABBATTISTA SPIEGA I PROSSIMI LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA DEL PORTO
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