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Social Forum, un'altra Molfetta è possibile Gli obiettivi del gruppo inseriti in una “Carta degli intenti”
15 aprile 2002

Un'altra Molfetta è possibile. Il Molfetta Social Forum è una realtà nuova: un gruppo di persone che da giugno scorso hanno deciso di individuare obiettivi comuni, unire le forze e inviare a questa città messaggi, provocazioni, lanciare stimoli e promuovere confronti. Sul terreno della pace, del lavoro, dell'economia e dei bisogni sociali. Un compito non facile, specie di questi tempi. Qui e altrove. Il Msf è un “movimento”, una di quelle formazioni che fanno storcere il naso a più d'uno. Non è un partito, non è un'associazione, non è un circolo culturale e neppure un gruppo parrocchiale. Fa politica, certo. Perché della politica ha un'idea un po' strana, che oggi suona diversa, ma che qualche anno fa sarebbe stata persino “scontata”. Quella del coinvolgimento, del dialogo, della diversità che è ricchezza, dello scontro, certo, ma anche della soluzione cercata col confronto. C'è chi obietta: “Questioni troppo lontane quelle ci cui si parla nel Social Forum. Intangibili e anche un po' inutili”. Ma chi pensa così, ha già forse dimenticato che parlare, incontrarsi, schierarsi, pure su temi globali, con cognizione di causa e con dati alla mano, serve a capire anche che tipo di progetto si può dare a una città. “Dove si vuole andare”, diceva qualcuno che era saggio. “E chi si vuole essere”, aggiungeva qualcun altro. Obiettivi sui quali bisognerebbe una buona volta iniziare a discutere e a scoprirsi, anche a Molfetta. Dove, dopo gli entusiasmi della scorsa stagione, sembrano essere venute meno le forze per slanci nuovi, sguardi diversi, segni e orientamenti davvero alternativi a ciò che purtroppo già esiste. Il Molfetta Social Forum, dopo mesi di discussione anche difficile (gli obiettivi sono comuni, ma le anime a volte possono essere anche estremamente diverse), ha prodotto una Carta di Intenti. Non è il primo passo per “istituzionalizzare” un organismo che in realtà non vuole per scelta diventare un'istituzione. Ma è un momento necessario per chiarire l'identità del forum. Portare allo scoperto gli obiettivi da perseguire, gli strumenti da adoperare, le posizioni da assumere. Chiaramente e senza infingimenti. Nella Carta di Intenti, già presentata alla città e discussa nel corso di un incontro pubblico, si legge l'analisi che il Msf fa della realtà globale. Senza pretese da “summi sapientes”, con tratti brevi e lucide diagnosi, il social forum definisce problemi e delinea possibili prospettive. Il deficit di democrazia, la mercificazione totale e indistinta di uomini e cose, lo stato perenne di guerra e la militarizzazione diffusa, i modelli di istruzione e formazione massificati e ricondotti tutti alla barbara “lex mercatoria”. C'è poi l'intento, l'obiettivo, la meta per cui vale spendere sforzi, passione, energia e anche fatica. La costruzione in sede politica della pace, che non è semplicemente assenza di guerre, ma è scelta politica ed economica. Il sostegno alla finanza etica, la promozione di leggi anti-trust, l'urgenza di rendere più trasparenti e democratici gli organismi internazionali. La centralità nuova che deve assumere il lavoro e l'ambiente, contro una logica di semplice “compatibilità ambientale e sociale” che però sempre mette al primo posto il profitto e l'impresa. La diffusione di tecnologie a basso impatto ambientale e l'uso di fonti energetiche rinnovabili. La lotta alla precarietà e alla flessibilità dei lavori, unico modo per sopravvivere secondo un devastante pensiero dominante. L'idea di una scuola pubblica che formi, e che non uniformi in nome delle inattingibili esigenze di mercato che sempre sviliscono conoscenza e sapere. Il Molfetta Social Forum in questi giorni è impegnato in una raccolta di firme in favore del cessate il fuoco in Palestina, e per la fine dell'occupazione dei territori su cui molte migliaia di persone vivono da profughi, ormai da molti decenni. Cose lontane, è vero. Ma laggiù si spara veramente, e c'è gente che crepa sotto le granate. “Cose troppo grandi, sulle quali poco si può fare”. E' così, inutile nascondercelo: per i territori occupati il Molfetta Social Forum può far poco. Ma se dire questo significa pensare che a Molfetta ragionare su questi temi non valga la pena, allora rassegniamoci pure all'idea di una città asfittica e provinciale, rannicchiata su se stessa e incapace di ripensarsi. E dimentichiamoci anche i veri progetti di città nuove e diverse, che sempre nascono da appassionate e lucide riflessioni sulle cose del mondo. E se così fosse davvero, allora Molfetta non spiccherebbe più proprio nessun volo, come pure ci era sembrato volesse fare, in un passato che è storia recente ma del quale chissà perché tutti vogliono cancellare ogni traccia. Tiziana Ragno
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