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Si è parlato della violenza alle donne a Molfetta
26 novembre 2010

MOLFETTA - Interesse ha riscosso la conferenza-dibattito “Donne e Violenza” organizzata dal movimento Azzurro Donna in collaborazione con l’Istituto professionale “Mons. Bello” rappresentato per l’occasione dalla prof.ssa Margherita De Gennaro.
Attenzione hanno mostrato gli studenti per l’attualità e l’importanza dell’argomento oggetto dell’incontro partecipando attivamente con la lettura di una poesia densa di significato.

I relatori intervenuti (nella foto: Menica De Gennaro, Del Prete, Abbattista, Lopopolo, Roselli, Margherita De Gennaro) hanno trattato i vari aspetti del problema “violenza”: dapprima il dott. Giovanni Lopopolo vice provveditore agli studi, ne ha analizzato l’aspetto pedagogico; a seguire il dr. Luigi Roselli, assessore alla Socialità del Comune di Molfetta, ha illustrato l’aspetto socio-culturale focalizzando l’attenzione sul ruolo fondamentale svolto dalla famiglia e dalla scuola mediante l’informazione come mezzo per prevenire la violenza.
Successivamente ha preso la parola l’avv. Porzia Abbattista che ha ampiamente relazionato sull’aspetto giuridico del comportamento violento spaziando dai vari tipi di pene inflitte al soggetto violento, ai vari tipi di stolker per poi passare a disquisire della violenza di gruppo, dell’uso di face book come mezzo per commettere violenza ai danni di un soggetto terzo.
Sull’aspetto penale ed in particolare sugli atti persecutori e sull’ammonimento, ha argomentato il comandante della compagnia dei carabinieri di Molfetta cap. Domenico Del Prete che ha portato ad esempio casi concreti.
La celebrazione di questa giornata internazionale contro la violenza alle donne si è conclusa con l’intervento della Coordinatrice di Azzurro Donna Menica De Gennaro che ha ringraziato i relatori, tutti i presenti e la preside prof.ssa Minervini che si è mostrata disponibile oltre che estremamente sensibile all’argomento oggetto dell’incontro.  
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Sarebbe questa una giornata per ricordare Franca Viola, una bellissima ragazza di Alcamo (Sicilia). Il 26 dicembre 1965 – giorno di santo Stefano – all'età di 17 anni, Franca Viola figlia di una coppia di agricoltori venne rapita, violentata e segregata per 8 giorni, in un casolare fuori città. L'autore del vile gesto, fu Filippo Melodia con l'aiuto di alcuni amici, un suo spasimante sempre respinto, un tipo poco raccomandabile. Il suo violento e vile ragionamento era: “la rapisco” la violento e quindi la sposo, in modo tale che il matrimonio annullerà il rapimento e lo stupro, la violenza. Vile e violento ragionamento, ma lo Stato Italiano lo sopportava proprio nel suo codice penale. L'articolo 544 (abrogato solo nel 1981) ammetteva il matrimonio riparatore considerando la violenza sessuale come un oltraggio alla morale e non alla persona. Ritorniamo alla storia. La morale del tempo (non solo in Sicilia) è parecchio diversa dall'attuale e considera normale tutto ciò. Una ragazza coinvolta in una tale vicenda, perdendo la verginità, o si faceva sposare dal suo rapitore, salvando l'onore suo e quello della sua famiglia, oppure sarebbe rimasta zitella ed additata come “donna svergognata”. Questa storia invece, spezzò la tradizione. Il padre della ragazza dopo varie violenze contro la proprietà, finse di accettare e permise così l'arresto del Melodia e della sua banda di criminali. Franca era libera e, quando tutti erano dietro la sbarra rifiutò con forza, sopportata da tutta la famiglia, il matrimonio riparatore. Tutto questo suscitò clamore, polemiche e numerose interpellanze parlamentari. Filippo Melodia fu condannato a 11 anni di carcere e morirà di lupara bianca nel 1978. La Sicilia e non solo era cambiata grazie a una giovane alcamese. Franca Viola, ora felicemente sposata e………dimenticata.
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