Sempre allarme sicurezza a Molfetta: ragazzo picchiato da un branco di coetanei. I cittadini hanno paura
MOLFETTA – Ancora baby gang in azione a Molfetta: un fenomeno inquietante e sottovalutato nel generale allarme sicurezza che “Quindici” lancia da tempo, ma che non trova ancora adeguate risposte.
L’ultimo episodio è avvenuto martedì, ma si è saputo solo oggi. Teatro della violenza è stata la villa comunale, vittima un ragazzo di 15 anni, accerchiato e aggredito da suoi coetanei con schiaffi e pugni. I bulli sono poi fuggiti.
Una forma di bullismo violento ad opera di uno dei branchi di minori delinquenti che sempre più spesso girano in città.
Il ragazzo ferito, soccorso dai passanti, è stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Molfetta per la rottura dei legamenti del polso sinistro.
I carabinieri sarebbero sulle tracce dei componenti della baby gang anche grazie alle immagini delle telecamere presenti in zona.
I cittadini hanno paura di questo clima che regna in città e che rende le strade sempre più insicure, soprattutto nelle ore serali quando l’illuminazione è stata ridotta per via del risparmio energetico, attuato senza un criterio di sicurezza che garantisse un minimo di tranquillità per chi torna a casa.
Chi sono questi giovani che fanno parte delle baby gang? E’ questa la domanda che si dovrebbero porre gli inquirenti. Sono giovani che aspirano al salto di qualità nella criminalità organizzata e che si esercitano alla violenza, anche come prova della loro capacità di agire con arroganza e freddezza? O semplici bulli di periferia? Oppure figli annoiati di famiglie benestanti che si divertono in modo insano e violento, come hanno segnalato recentemente alcuni cittadini, rimasti inascoltati?
Il sindaco ha incontrato il prefetto per chiedere maggiori forze di polizia sul territorio, i vigili urbani si preparano ad essere armati, ma andranno in giro a piedi per controllare il territorio, oppure l’arma servirà solo come giocattolo da usare al poligono di tiro?
La gente ha paura e chiede risposte concrete: non bastano più le riunioni e i vertici in prefettura, occorre predisporre un concreto piano di sicurezza, senza fare lo scaricabarile o nascondersi dietro la solita frase qualunquistica: “avviene in tutte le città” e quindi considerare il fenomeno come endemico e da tollerare. E’ proprio la tolleranza di questi anni delle istituzioni, ma anche delle famiglie, che ha portato a tali fenomeni che si moltiplicano proprio per la sicurezza dell’impunità di questi balordi.
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