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Seguite in diretta l'abbattimento di Punta Perotti con Legambiente E' scoccata l'ora X per l'ecomostro
02 aprile 2006

BARI – 2.4.2006 E' scoccata l'ora X per Punta Perotti (nella foto). Dopo anni di proteste da parte di enti e cittadini si è giunti all'ordinanza firmata dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, che attua una sentenza definitiva per l'abbattimento del complesso edilizio abusivo, realizzato a meno di 300 metri dal mare, entrato nell'immaginario collettivo col nome di Punta Perotti. L'intero processo di demolizione, che prenderà avvio questa mattina alle ore 10,30 è possibile visionarlo in diretta grazie ad una telecamera piazzata sull'ecomostro di Bari da Legambiente. Per seguire in diretta l'abbattimento della “saracinesca” sul mare, basta collegarsi con http://live.mediaserver.kataweb.it/puntaperotti Il Tribunale ha rigettato ieri l'ultimo ricorso presentato dalla famiglia Matarrese per evitare l'abbattimento del complesso edilizio di Punta Perotti. Lo ha deciso la Camera di Consiglio del Tribunale di Bari. La demolizione dei tre edifici sul lungomare del capoluogo, di cui l'impresa Matarrese è uno dei costruttori, è prevista per questa mattina: 350 chilogrammi di tritolo sono già stati innestati e sono pronti ad esplodere, riducendo in polvere l'ecomostro-vergogna che ha fatto parlare male di Bari e della Puglia in tutto il mondo. La demolizione della “saracinesca”, come ormai i baresi hanno ribattezzato i tre palazzi che il pool di costruttori Matarrese-Andidero-Quistelli edificò abusivamente nei primi anni Novanta a pochi metri dal mare, violando così la legge Galasso è questione di minuti prima della morte dell'ecomostro di trecentomila metri cubi di cemento che deturpa un tratto di costa del capoluogo pugliese, e sui quali si è aperto dalla fine degli anni Novanta. Un vero evento, quello di oggi, che verrà seguito in diretta da 250 giornalisti di tutto il mondo e sul web attraverso il sito internet “puntaperottivagiu”. Questi i punti salienti della vicenda di Punta Perotti, che negli anni è diventata una sorta di interminabile telenovela di illegalità all'italiana. Nel 1999 il Gup di Bari dispone la confisca degli immobili ritenendoli abusivi. Nel 2000 la Corte d'Appello del capoluogo pugliese assolve gli otto imputati e dispone la restituzione dell'ecomostro ai proprietari perché ''il fatto non sussiste''. Un anno dopo, il 29 gennaio del 2001, la Corte di Cassazione rende definitiva la sentenza emessa nel '99 dal Gip: le costruzioni devono essere abbattute. Ma nel 2004 le tre palazzine sono ancora lì, come osservano le relazioni annuali di Legambiente denominate 'Mare mostrum'. ''La vicenda dell'ecomostro 'Punta Perotti' assomiglia sempre più a una soap-opera'', si rileva ancora nel 2005. Il sindaco di Bari si è infatti assunto l'impegno di abbattere la 'saracinesca della vergogna', ma nel frattempo è arrivato il giudizio di pignoramento, promosso da alcune imprese tra cui l'ex proprietaria dei suoli e degli edifici, che pretenderebbero il rimborso dal Comune degli oneri di urbanizzazione. E si arriva al 2006, quando il giudice del Tribunale Civile di Bari Luigi Di Lalla ha rigettato l'ultimo ricorso della ditta Matarrese. Via libera, quindi, all'abbattimento dei tre palazzoni in tre fasi: 2, 23 e 24 aprile. Ma Punta Perotti non scomparirà del tutto. Su Perottipoint, infatti, è già possibile acquistare appartamenti virtuali del complesso edilizio tra un po' inesistente: da un minimo di 10 euro per un monolocale ad un massimo di 50 per una suite verticale; con la somma raggiunta, poi, Legambiente comprerà alberi da sostituire al cemento. Tra gli acquirenti famosi, figurano già il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il presidente dei Ds Massimo D'Alema e il leader del Prc Fausto Bertinotti. Il racconto di quello che c'era, inoltre, diventerà un video-documentario a più mani curato dal regista Alessandro Piva.
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