Se parlasse la città… L'azione Cattolica diocesana di Molfetta: Valorizziamo i beni confiscati alla mafia e difendiamo il nostro mare
MOLFETTA - Se parlasse la città… avrebbe tanto da dire, se ne è discusso all’assemblea diocesana di Azione Cattolica (la sedicesima puntualizzano orgogliosi gli organizzatori), nell’aula magna del Seminario regionale molfettese, in occasione della chiusura della campagna stilata, tramite l’Azione cattolica italiana a Molfetta, dai cittadini di tutte le età.
Ovunque per la sala, come festoni, sono esposte le richieste dei cittadini, scritte su cartoline le proposte per una città migliore sul piano pratico, etico e civile.
La campagna è ispirata al Laudato si’ di Papa Francesco ma anche alla lettura di “città invisibili” di Italo Calvino, i moniti di fede e i fantastici scenari narrativi si fondono per concretizzare la cosiddetta “chiesa in uscita” che a Molfetta ha realizzato diverse iniziative o “esercizi di laicità” mirati alla valorizzazione di due tematiche importanti per la nostra città : i beni confiscati alla mafia e il mare.
“A Molfetta abbiamo ben cinque beni confiscati alla mafia, di cui quattro sono locali e un fondo agricolo, noi diocesi di Molfetta in stretta collaborazione con il presidio cittadino di Libera con delle targhe gli abbiamo certificati tutti!” afferma il referente per la diocesi di Molfetta Graziano Antonio Salvemini; grazie alla legge 109 in vigore dal 96 anche da noi questi beni diventeranno luoghi di redenzione e riscatto concreto per tutti.
Contro l’abbandono di questi luoghi di enorme potenzialità, Molfetta risponde “Cara amministrazione vorrei che i luoghi confiscati alla mafia possano divenire luoghi di doposcuola, di lettura e attività culturali di ogni genere perché è tramite il Sapere che si possono formare le coscienze giovanili ” e ancora: “Le cicatrici di questi luoghi sono anche sulle persone che vivono nel quartiere, possano queste targhe essere il punto di partenza per un riscatto possibile” perché “l’impegno civile di una città passa attraverso la lotta di ogni forma di corruzione”, questo gridano a gran voce i molfettesi.
Altro tema topico è il mare, definito “ancestrale”, perché da sempre fonte di ricchezza, di lavoro e di gioia per i molfettesi, che al contrario non ringraziano i 30 km di costa loro concessi e sporcano, distruggendone la bellezza; due le iniziative principali la prima è “clean up the med” (ripuliamo il Mediterraneo) promossa da Legambiente che dal 1995 coinvolge 21 Paesi mediterranei (il prossimo appuntamento sarà il 26-27-28 maggio), a Molfetta è stato un successo alla Prima cala anche grazie alla partecipazione degli scout A.G.E.S.C.I. e CNGEI, del nucleo sub Molfetta e dell’Asl che ha fornito i materiali. Anche qui cartoline distribuite tra i bagnanti, e stavolta il Mare grazie a loro ha detto la sua “Rispettami e Custodiscimi” sono i nuovi mantra.
Ad ottobre ancora con Legambiente si è svolta l’iniziativa “Mare Nostrum” nata per rafforzare lo storico legame dei molfettesi con il mare, una scoperta continua su diversi livelli: ambientale con Legambiente, didattico e archeologico grazie all’Archeoclub in visita al Museo del mare di Molfetta, situato presso le sale della Fabbrica San Domenico dove sono racchiuse testimonianze materiali e immateriali della storia marittima molfettese. In più il Gruppo civico dei Sailors ha esposto una rielaborazione progettuale del porto di Molfetta ora in atto, che tiene in considerazione sia l’aspetto turistico e commerciale, sia quello pratico per imbarcazioni private e pescherecci.
Un finale all’insegna della musica presso il mercato ittico accompagnato da un reeding di storie di marinai e di immigrazione che fanno riflettere e regalano feedback propositivi come “ciao sono il Porto di Molfetta alla nuova amministrazione chiedo che io possa essere ultimato al più presto e che il mio utilizzo sia all’altezza delle mie reali possibilità, senza sprechi di soldi pubblici”, “Carissimi amministratori sono una città di mare aiutate a modernizzarmi senza distruggermi, riqualificate aree come cala San Giacomo e rendetela una spiaggia pubblica e a misura di famiglia” e infine “Sono come una donna piena di gioielli, il più grande è il mare che purtroppo non splende più come prima, uomo, donna, ragazzo e bambino ama questo tesoro e rispettalo perché esso ti consente di mangiare, lavorare e soprattutto di sognare”.
Molfetta ha parlato, forte e chiaro.
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