Scuola, contro la Gelmini domani tutti gli studenti in corteo
MOLFETTA - Cresce anche a Molfetta la protesta studentesca contro la riforma della scuola del ministro Gelmini.
Per domani gli studenti hanno organizzato un corteo cittadino guidato dalle forze dell'ordine per manifestare contro un decreto che «non può – dicono gli studenti - privarci dei nostri diritti e non possono impedirci di esprimere le nostra idee con le minacce. L'art.21 della Costituzione Italiana afferma che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione'' e per questo si richiede da parte dei giornali locali un appoggio mediatico non indifferente per far sì che questo corteo non rimanga fine a se stesso».
Un altro studente pala di “Attentato alla pubblica istruzione” da parte del ministro Gelmini.
«Siete tutti invitati al funerale della pubblica istruzione – dice in un volantino -. Ciò che si sta consumando in questi giorni qui in Italia è sotto gli occhi di tutti, anche di coloro che generalmente non si interessano alle vicissitudini del nostro “Bel Paese”. Avrete sicuramente preso conoscenza delle varie proteste in atto in tutta Italia, tutte volte a cercare di salvare l'istituzione più importante, quella che forma gli uomini di domani. Ebbene anche noi studenti molfettesi abbiamo deciso di unirci al coro di proteste, per la salvaguardia del nostro futuro. Futuro tutt'altro che roseo per noi studenti. La nostra è una protesta organizzata, fatta non per saltare giorni di scuola, ma per garantirci la possibilità di frequentare un'università sostenibile nei costi e ricca di spunti e contenuti, volti alla crescita culturale e morale del discente.
Tutto questo oggi non è possibile, stando al decreto Gelmini-Tremonti, un emendamento che non è una riforma scolastica, ma una finanziaria ai danni della scuola. Tagli su spese, sul numero dei docenti, su quello degli istituti, non gioveranno mai alla salute futura dello stato. Noi non ci identifichiamo con alcun colore politico. Il nostro futuro non è né di destra, né di sinistra. E' nostro e basta».