MOLFETTA - C’è chi dice “rivoluzione” e chi “riforma”. In questa campagna elettorale tutti vogliono cambiare qualcosa che non funziona nella macchina governativa. La Scelta Civica Monti non ne è esente, com’è stato dichiarato allo Sporting Club a Molfetta durante la presentazione della lista (nella foto di Gioia, Matarrese, Armenio). Quella che si prospetta è una settimana preelettorale di fuoco.
«In quest’anno c’è una tale concentrazione di eventi straordinari, non ci facciamo mancare niente: ci saranno nuove elezioni anche per il Papa», ha scherzato Lillino Di Gioia, già sindaco di Molfetta e assessore regionale all’Urbanistica, che ha introdotto Salvatore Matarrese, capolista alla Camera, e il molfettese Francesco Armenio, candidato al Senato per Fli. Assenti, per motivi elettorali e non, Nicola Rossi, economista, Salvatore Ruggeri e Domenico Pannoli, candidati al Senato.
«Noi siamo i moderati riformatori che saranno determinanti nel nuovo governo, magari grazie ad una vicinanza con il centro e la sinistra moderata bersaniana, priva della presenza del partito di Nichi Vendola». Così Di Gioia sintetizza la posizione della coalizione guidata dal premier in carica, aprendo nuove prospettive nel futuro panorama parlamentare, il quale vuole stravolgere il «finto bipolarismo» della passata esperienza elettorale.
«Non è più momento di affidare il proprio governo a chi ha portato l’Italia ai limiti di una recessione», ha ammonito Matarrese, introdotto da Di Gioia come «figura prestigiosa e seria nello “stile Monti” per la sua impostazione».
«Fin ora la politica in questo paese non ha viaggiato sull’idea – ha continuato il capolista alla Camera – ma sul consenso e sul trovarsi d’accordo su questo sistema malato». La strategia politica di Matarrese si articola in un rapporto diretto e vicino al popolo, una politica consapevole del grave disavanzo economico, che punta ai necessari sacrifici per mettere in sicurezza l’immagine dell’Italia in Europa.
«Basta con la politica che è un partito di una persona o dei potentati. Bisogna avviare un percorso vero dove si risparmia e si investe e fare dell’Italia una macchina in movimento», ha spiegato Matarrese, disegnando un percorso chiaro, come quello di ridurre le province, la spesa pubblica, porre modifiche all’IRAP e all’IMU e così via.
Per realizzare questo cambiamento, però, servono i numeri, servono i voti. Ben lo sa Francesco Armenio, molfettese candidato al Senato per Fli, che, partecipe di questa frenetica campagna elettorale, condanna i voti di rabbia: «C’è una sfiducia di fatto nella politica che non deve riversarsi nell’astensionismo o nel voto ad Ingroia o Grillo. Basta vivere di illusioni preelettorali e disillusioni postelettorali, indietro non si può tornare. Cambiamo il Paese iniziando a cambiare le persone».
Se dobbiamo cambiare le persone, perché nella lista Monti confluiscono anche volti noti della politica?«Bisogna fare differenza. C’è stata anche una buona politica come quella di Casini e Fini che, nonostante avessero posizioni di comodo, hanno diviso la maggioranza - la risposta di Armenio alla domanda di Quindici -. “Scelta Civica con Monti per l’Italia” è un connubio tra la scelta civica e la politica buona».
Alle porte delle elezioni governative tutti i partiti si dichiarano unici, essenziali e giusti per il popolo italiano. L’unica realtà che spingerà gli elettori a far vincere questa o quella coalizione sarà solo la presunta concretezza nel cambiare le cose. La lista Monti, che si descrive «Non alleabile, ma facilmente malleabile» rientra nel confuso quadro che si andrà a delineare solo dopo queste elezioni, dove colpi di coda e improvvise virate non mancheranno.
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