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Scandalo edilizia Sequestrate 175 case Indagati l'ex capo dell'Ufficio Tecnico, Giuseppe Parisi, imprese, tecnici e professionisti
15 febbraio 2007

Martedì 30 gennaio è stata scritta la pagina più nera della storia recente della nostra città, soprattutto per i possibili effetti di una dramma sociale senza precedenti. La Guardia di Finanza apponeva i sigilli a 14 fabbricati (5 dotati di certificati di abitabilità, 5 ultimati e 4 in costruzione), per un totale di 175 appartamenti e relative pertinenze. Un provvedimento disposto dal Gip, Francesco Zecchillo, su richiesta del pubblico ministero Michele Ruggiero, sulla base di una perizia tecnica redatta dall'arch. Pio Castello, del relativo Ordine Professionale di Benevento. I palazzi interessati ricadono, secondo il Piano regolatore, nelle Zone di completamento classificate B4. Tali zone, rientravano nella vecchia 167 e nel Lotto 2, all'epoca stralciate dai piani urbanisti per la presenza di ville e manufatti, sono disciplinate dall'art. 33.4 delle norme tecniche del Piano regolatore, che dispone la necessità di un piano particolareggiato, con indice di fabbricabilità di 5 metri cubi per ogni metro quadrato di superficie. Invece, le licenze concesse negli ultimi anni sono state rilasciate con permessi diretti, ma sempre con indice 5 mc/mq., con il conseguente aggravio del carico urbanistico, in termini di urbanizzazioni e sviluppo di volumetrie superiore a quelle previste. In pratica, i permessi a costruire rilasciati dall'ex dirigente dell'Ufficio tecnico, ing. Giuseppe Parisi, secondo la Procura, erano illeciti. In sostanza, illeciti i permessi, abusive le costruzioni. Sotto indagine è finito l'ing. Parisi e, a cascata, le imprese, i costruttori, i progettisti e i direttori dei lavori. Al Parisi la Procura contesta d'aver attestato in primo luogo il falso. Perché originariamente l'indice era di 3 mc/ mq e fu portato a 5 su sua proposta, recepita dal Consiglio comunale nella delibera n° 12 del 12/02/97. Nella proposta di variante, Parisi attestò che il nuovo indice non avrebbe comportato “alcun aumento di volumi o di vani in quanto trattasi di piani totalmente realizzati”. Per la Procura un'attestazione falsa, che indusse in errore il Consiglio comunale nell'accoglierla. Anche se la scelta finale fu fatta dal Consiglio, che così se ne assunse la responsabilità politica, è indubbio che su questo fatto gli amministratori di allora sono parte lesa, in quanto tratti in inganno. Questa variante, però, diventò determinante quando, successivamente, furono rilasciati i permessi diretti, senza un piano particolareggiato, definito “necessario e imprescindibile”, perché attraverso questo strumento si fissano i parametri dimensionali del Prg: gli standard urbanistici, le modalità di riqualificazione di manufatti esistenti, non di demolizione e ricostruzioni di volumetrie notevolmente superiori a quelle preesistenti, così come è stato fatto. I reati contestati all'ing. Parisi sono: abuso d'ufficio continuato ed aggravato e falso in atto pubblico. Per la violazione di norme in materia urbanistica, oltre a Parisi, dovranno rispondere a vario titolo tutti coloro che hanno beneficiato delle licenze “viziate”. Le imprese S.I.C.A.M., TAU Costruzioni, Eligea Costruzioni, Sadega Costruzioni, Impresa Edile Pansini e Gadaleta, Valente Costruzioni, Impresa Edile Curci, Puglia Costruzioni. Coinvolti a vario titolo i professionisti: Giovanni Porta, Mario Emilio De Gennaro, Domenico Mastropierro, Michele Enrico Augusto Ranieri, Giovanna Mangione, Cosmo Gadaleta, Felice De Gennaro, Leonardo De Gennaro, Luciano Gadaleta, Giuseppe Pansini, Vincenzo Pansini, Domenico Valente, Francesco Paolo Arbore, Giuseppe Petruzzella, Antonio Curci. Siamo alle prime pagine di questo brutto romanzo. Per ora ha parlato l'accusa, poi toccherà agli interessati dimostrare di aver agito nel rispetto delle leggi, della norme e dei regolamenti vigenti. Ancora una volta però il sistema politico e burocratico non è stato capace di attivare in maniera tempestiva gli strumenti previsti di controllo e verifica. Un sistema malato, se su ogni cosa, per far chiarezza, deve sempre intervenire il potere giudiziario, che alla fine poi esercita, forse suo malgrado, un ruolo di supplenza. Intanto, coloro che hanno acquistato gli appartamenti interessati dal procedimento, sono quelli che per il momento pagano. Chi si era già trasferito si è vista perlomeno riconosciuta la “facoltà d'uso”, gli altri, con il trasloco già fissato, che magari stanno già pagando il mutuo o s'erano venduta l'abitazione per acquistarne una migliore, ora dovranno aspettare che la legge faccia il suo corso, è facile immaginare con quale stato d'animo.
Autore: Francesco Del Rosso
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