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Rubavano negli appartamenti di Molfetta, dopo aver fotografato e riprodotto le chiavi: arrestati dai carabinieri - IL VIDEO
26 settembre 2019

 MOLFETTA - Furti “puliti” senza scasso, né effrazioni a porte e finestre, al punto da far pensare che in quelle abitazioni svaligiate ci fossero i “fantasmi”. Per questo l’operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di 14 persone (fra cui 2 di Molfetta, zio e nipote) è stata denominata “Ghostbuster” (definizione inglese di fantasmi).

Come ha spiegato il Procuratore di Trani Antonino Di Maio nella conferenza stampa, i malviventi fotografavano le chiavi e, con l’aiuto di un esperto di Bari, riuscivano a riprodurle e quindi ad entrare nelle abitazioni, per lo più di persone anziane, come fossero proprietari.

Per fare questo avevo eseguito molti appostamenti per spiare le abitudini delle vittime e agire in loro assenza entrando in casa, rubando e uscendo, avendo cura di richiudere l’appartamento.

I carabinieri in un anno e mezzo di indagini, hanno spiato anch’essi i ladri, attraverso sistemi di videocontrollo e appostamenti, per raccogliere le prove necessarie ad incastrare i delinquenti, quasi tutti noti alle forze dell’ordine.

Poi è scattato il blitz con 80 militari, i cani delle unità cinofile e un elicottero del 6° nucleo di Bari. Dei 14 arrestati, 9 sono stati rinchiusi nel carcere di Trani, 3 ai domiciliali e gli altri 2 con obbligo di dimora.

I furti sono avvenuti per lo più a Molfetta, Bisceglie, Bari e Taranto, ma la banda si stava allargando anche in Basilicata e Molise.

Al momento dell’arresto, alcuni malviventi sono stati trovati in possesso di 100 gr. di cocaina divisa in dosi, due bilancini di precisione, materiale per confezionare le stesse dosi e 40 proiettili calibro 7,65.

Le indagini si sono protratte fino a gennaio 2019 ovvero sino a quando il quadro accusatorio è risultato, oltre che completo dei ruoli di ciascun componente, anche granitico per la bontà degli elementi di prova raccolti a loro carico. In particolare, è emerso che P.N. di Bari, 61enne, ha avuto il ruolo di promotore del sodalizio; P.G.P. di Bari 25enne e P.M. di Bari35enne, erano i fotografi delle chiavi; L.P. di Bari 46enne, era il titolare di una bottega che provvedeva alla riproduzione delle chiavi. G.D. di Bari 62enne o M.M. 58enne di Bari o R.G. di Bari 50enne, unitamente ai primi tre, avevano il compito di accedere nell’abitazione per compiere il furto, mentre a farvi da palo vi erano L.F. di Bari 53enne o P.M. di Bari 30enne o I.V. di Bari 33enne (donna). Al termine la refurtiva veniva ceduta a G.F. di Molfetta 44enne o a D.B.P. di Molfetta 27enne,  per la ricettazione.  P.M. di Bari 27enne moglie di P.G.P e figlia di P.N. unitamente alla madre F.A. di Bari 50enne, moglie di P.N., hanno concorso nella fattispecie criminosa, facendo sparire parte della refurtiva, allorquando alcuni componenti del gruppo criminoso venivano individuati e bloccati dai miliari operanti.

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