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Rotary e Rotaract sul futuro della professione medica accesso e prospettive
15 marzo 2015

Il medico è una figura professionale ma prima di tutto umana tra le più essenziali nella nostra società. Il diritto alla salute, anzi, è uno dei diritti cardine di ogni società civile. Troppo spesso ultimamente si stanno diffondendo casi di malasanità strettamente legati alla professionalità dei medici ma anche alle sempre più scarse risorse destinate a questo ambito. È utile quindi parlarne e fare un punto sulla situazione di questa professione che ci tocca tutti da vicino, per capirne difficoltà e futuro sviluppo. Il Rotary Club di Molfetta insieme al Rotaract Club si è posto proprio questi interrogativi durante la conferenza, tenutasi al “Garden Hotel”, con l’aiuto del dott. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri di Bari ed il dott. Nicola Esposito, a capo della sezione degli odontoiatri dell’Ordine. Ha moderato l’avv. Emilio Poli, presidente del Distretto 2120 del Rotary. La conferenza si è aperta con le accorate parole del sindaco Paola Natalicchio, sempre in prima linea quando si parla di questo tema: «è un’iniziativa dal senso profondo, quindi da sostenere. Bisogna interrogarsi sull’accesso ma soprattutto sul senso e ruolo della medicina come servizio per la comunità. A Molfetta ci stiamo battendo per potenziare i centri sanitari. Il dibattito sulla deospedalizzazione ci vede divisi. Le notizie sull’indebolimento di questo settore ci preoccupano. Si parla poco di come si viva in corsia, delle difficoltà quotidiane. Quindi questo incontro è importante per indirizzare, consigliare soprattutto i giovani e per sfatare alcuni falsi miti». Dopo i saluti di Margherita Nappi, presidentessa del Rotaract Club, si è entrati nel cuore della questione con l’attenta analisi del dott. Filippo Anelli. Il presidente dell’ordine ha affermato che le problematiche giovanili in questa professione sono le stesse della professione stessa. Significativa la lettura degli articoli 3 e 4 del Codice Deontologico, riguardanti l’uno la stretta connessione tra abilità ed aspetti etici e l’altro l’importanza della libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità in questa professione. Con l’aiuto dei dati Enpam è cominciata l’analisi vera e propria; specificando che non sono dati certi (ad es. non si conosce il numero esatto degli specialisti), Anelli ha spiegato come dal 2003 al 2013, il numero degli iscritti all’Ordine siano calati da 9260 a 7838, con un calo soprattutto delle quote rosa, legato alla difficile conciliazione tra il lungo studio in medicina e l’esigenza di creare una famiglia. Il numero di laureati non sempre corrisponde al numero di quelli che si sono specializzati o hanno conseguito un diploma in medicina generale, moltissimi inoltre coloro che non hanno nemmeno portato a termine la laurea di base. Molte sono le idee per migliorare questa situazione, a cominciare già dai licei che dovrebbero durare 4 anni anziché 5 grazie all’esperimento Miur, al corso di laurea di medicina di base anch’esso abbreviato a 5 anziché a 6 ed il corso della specialistica da 4 a 3 anni, oppure accede al SSN tramite le sole laurea ed abilitazione (questo però ha lo svantaggio di creare medici di “serie A” specializzati e medici di “serie B” non specializzati) o ancora, e questa è la proposta più positiva, far coincidere la specialistica con lo stesso lavoro negli ospedali, per eliminare i tempi morti. Un altro dato molto preoccupante è una conseguenza diretta della legge Fornero, si calcola che da qui a dieci anni lo squilibrio tra studenti di medicina prossimi medici, medici oggi iscritti all’Ordine e medici prossimi alla pensione si farà sempre più pesante. A livello nazionale, quelli iscritti all’Ordine sono 35.991, quelli prossimi alla pensione sono 25.256, quindi facendo una sottrazione avremo 10.735 medici in meno circa, calcolando, come abbiamo già visto, il calo delle iscrizioni all’Ordine. Legato alla crisi abbiamo un altro dato riguardante la nostra regione, questo però in comune con altri ambiti della ricerca e del lavoro, sempre più giovani pugliesi sono costretti a studiare in altre università nazionali ed internazionali a causa dello scarso funzionamento delle strutture. Altro nodo della questione trattata durante la conferenza è quello dei test di ammissione al corso di laurea in medicina, completante obsoleti, secondo il giudizio del dott. Anelli che suggerisce un cambio di modalità. L’analisi è stata completata dal dott. Nicola Esposito che ha approfondito il discorso nell’ambito dell’odontoiatria. Dopo aver consigliato dei testi sui quali si basa la preparazione di un buon odontoiatra, è passato ad esporre la situazione corrente, gli iscritti all’Ordine sono oggi 60.000, l’Italia ha 37 corsi di laurea in odontoiatria (il numero più alto in Europa) ma questo non porta ad avere un numero soddisfacente di laureati in confronto ad altri Paesi. Esposito poi ha descritto la figura dell’odontoiatra distinguendola da quella dell’odontotecnico e le modalità per poter cominciare questa professione a studi conclusi, dal libero professionista alla società tra professionisti. Ha chiuso la conferenza Paolo de Gennaro, primario in chirurgia e assistente del governatore del Distretto 2120 del Rotary Luigi Palombella del quale ha portato i saluti, raccontando la sua lunga esperienza in corsia e schierandosi anche lui contro le modalità attuali del test d’ingresso.

Autore: Daniela Bufo
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