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Rotary, assegnato all'Aido il premio Mimmo e Ofelia Capurso Domani alla Fabbrica San Domenico convegno sulla donazione di organi
30 maggio 2008

MOLFETTA - “Non c'è donazione senza informazione”. A porre l'attenzione sull'importanza di informare e sensibilizzare tutti i cittadini sulla donazione degli organi, per aumentarne la dimensione locale e prevenire le situazioni di ambiguità, è il presidente dell'Aido di Molfetta, Bartolomeo Portoso, nella serata in cui la sua associazione riceve dal Rotary Club l'annuale premio “Mimmo e Ofelia Capurso”. A presentare la consegna del premio, il presidente della sezione molfettese del Rotary avv. Danilo Magarelli che ha ricordato brevemente anche i coniugi Capurso a cui esso è intestato: “Mimmo e Ofelia erano persone di uno spessore culturale di immensa struttura, avevano dentro di sé la filosofia del servizio, due persone senza confronti”. Il governatore, prof. Tommaso Berardi (nella foto da sinistra con il prof. Palombella, l'avv. Magarelli, il presidente Portoso), ricorda il lungo cammino che Rotary Club di Molfetta e Aido locale hanno fatto insieme: “il Seminario che organizzammo nel 1990 ebbe una grande partecipazione, e successivamente la donazione degli organi è rimasta un motivo di grande interesse, un discorso ininterrotto, come dimostrano le donazioni per la costruzione di sale d'ascolto per i parenti dei malati terminali. Sono lieto che il premio che onora la memoria di questi due amici, il cui ricordo mi coinvolge emotivamente, venga conferito all'Aido”. Prima di ricevere la somma devoluta, Bartolomeo Portoso ha parlato della situazione ancora poco esemplare della donazione degli organi a livello locale, non risparmiando qualche stoccata (“A Molfetta sono state aiutate persone che hanno ricevuto il trapianto di midollo osseo, che poi al momento di rendersi donatori di organi si sono tirate indietro”), e dei preconcetti pseudo-etici radicati, ancora difficili da cancellare. La cosa che risulta più difficile è far capire la diversità dei concetti di reversibilità del coma e irreversibilità della morte cerebrale: “nel coma le cellule sono ancora ossigenate, mentre quando c'è un ematoma all'interno del cervello, si crea una situazione simile alla camera d'aria di una bicicletta: pompando più aria, la camera d'aria scoppia. Con la necrosi delle cellule, il cervello muore, la linea è piatta: in quel momento la morte è accertata”. Ma non accettata, spesso. Portoso, dopo essere entrato nel merito del problema giuridico-legale alla base della normativa sull'assenso al rendersi donatori, e dopo aver rinnovato l'appuntamento a domani, sabato 31, quando presso la sala Finocchiaro avrà luogo una tavola rotonda sul tema, in cui converranno lo stesso Portoso, mons. Vicario Tommaso Tridente, il prof. Tommaso Fiore, ordinario di anestesia e rianimazione a Bari, il prof. Vincenzo Memeo, ordinario di chirurgia generale, e il prof. Francesco Selvaggi, ordinario di Urologia, ricevendo il premio chiude così: “le risorse che abbiamo non sono esose, la donazione che ci viene devoluta stasera è importante. Da parte nostra continueremo ad essere presenti con il nostro messaggio”. Il messaggio sulla donazione degli organi, quello su cui sembriamo essere tutti d'accordo. Salvo quando tocca a noi.
Autore: Vincenzo Azzollini
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