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Curva pericolosa a Molfetta e le auto finiscono in un fondo privato. L’amministrazione comunale ha sempre ignorato. Un lettore scrive a “Quindici”
03 dicembre 2025

 MOLFETTA – Curva pericolosa e le auto finiscono in un fondo privato. Accade a Molfetta e l’amministrazione comunale ha ignorato anche la richiesta di una barriera protettiva. Ora, forse, il commissario straordinario Gradone potrebbe provvedere all'incuria dei politici.

Un lettore scrive a “Quindici”: «Spettabile redazione Quindici quotidiano Molfetta

Sono comproprietario, unitamente a due fratelli, di un fondo agricolo sito in Molfetta zona A.S.I., via dei Lavoratori con prolungamento in via degli Agricoltori, il terreno è adiacente alla suddetta strada che è sopraelevata rispetto ad esso.

Nella mattinata del 22 u.s., un'autovettura, presumibilmente Fiat - desunto da un logo in metallo rinvenuto fra i detriti - forse a causa di alta velocità o strada sdrucciolevole - aveva piovuto - in uscita dalla curva è precipitata nel suddetto terreno come si evince dalle foto allegate.

Non abbiamo notizia alcuna di chi sia intervenuto sul posto, autorità e/o mezzi di soccorso, sono stati contattati i Carabinieri e la Polizia municipale di Molfetta che hanno escluso un loro intervento in loco.

Non è il primo incidente occorso sul posto, in data 23 marzo 2012 mio padre – de Trizio Pantaleo, ora deceduto – dopo un incidente simile scrisse ed inviò una lettera - che si allega - indirizzata al Sindaco pro tempore del Comune di Molfetta e ai Carabinieri del posto, chiedendo fra le altre cose, l'apposizione di una barriera di protezione lungo la predetta strada.

Nulla è stato fatto. Ultimamente ci è stato spiegato che la responsabilità della viabilità della zona è in capo al Consorzio A.S.I. di Bari a cui la zona industriale di Molfetta fa parte.

Non siamo qui a chiedere rimborso di danni, siamo - speriamo attraverso voi - a chiedere sicurezza per noi che frequentiamo giornalmente quel terreno e per gli utenti di quella strada pericolosa. Non aspettiamo il morto.

Grazie per l'attenzione che vorrete destinare alla vicenda.

Stefano de Trizio».

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