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Preoccupata l’ex sindaca Paola Natalicchio, dopo l’articolo di “Quindici” sui 4 commissari al Comune di Molfetta, fatto senza precedenti
L'ex sindaca Paola Natalicchio
04 dicembre 2025
MOLFETTA
- L’ex sindaco di Molfetta
Paola Natalicchio
è rimasta colpita dalla notizia pubblicata da “Quindici on line” sulla nomina di ben 4 commissari al Comune di Molfetta (indice di gravità della situazione con un fatto senza precedenti), dopo lo scioglimento del consiglio comunale in ordine di tempo, l’arresto del sindaco Minervini, la sua sospensione e le dimissioni di 13 consiglieri comunali di cui 3 della maggioranza.
https://www.quindici-molfetta.it/situazione-complicata-cresce-il-numero-dei-commissari-a-molfetta-siamo-a-4-un-fatto-senza-precedenti_60621.aspx#google_vignette
Ecco le sue considerazioni: «
A Molfetta si vota nella primavera 2026 e iniziano percorsi interessanti, vitali e promettenti di buona politica che riaprono, finalmente, la riflessione pubblica sulla città, sulle sue ferite, sui suoi bisogni, sull’importanza di un cambiamento radicale e di un rilancio sociale, economico, culturale.
E però non dobbiamo distogliere lo sguardo dal Comune, gli occhi dal Palazzo. E non dobbiamo avere fretta di rimuovere quanto di gravissimo è accaduto negli anni e nei mesi passati. Mi colpisce questa notizia, ad esempio: quattro sub commissari al fianco del commissario prefettizio. Figure a cui aggiungere il lavoro dell’Ufficio Anticorruzione e di Bepi Maralfa, silenzioso ma imponente, a quanto emerge dalla lettura di alcuni pareri consultabili sull’Albo Pretorio, come quello sulla piscina comunale. E intanto i dirigenti tornano al loro posto, i dipendenti comunali con grande fatica cercano di fare il proprio lavoro in una macchina tradita, smontata, ingolfata. Molti appalti di opere importanti sono oggetto di inchieste e sub iudice.
Non rendiamo la crisi politica e amministrativa degli ultimi anni, francamente senza precedenti, un tabù. È giusto lavorare sugli immaginari, sugli scenari di possibilità costruttivi della città, cercare vie d’uscita generative nel metodo e nel merito. Ma non rimuoviamo niente, per favore, dello scempio che ci ha portato alle soglie dello sfacelo politico-amministrativo, tanto che un commissario da solo non basta, tanto che serve un pool di tecnici e funzionari per provare a uscire dall’angolo.
Lo dico alle forze politiche, alle realtà di cittadinanza attiva, alle reti di associazioni e movimenti pronte a dare un contributo alla costruzione del futuro: non saltiamo questo passaggio. Studiamo le carte, prendiamo contatto con la gravità della situazione fino in fondo, individuiamo un candidato sindaco e una squadra all’altezza etica prima ancora che politica e tecnica che richiede il momento.
E anche per questo, cerchiamo di essere seri quando parliamo della coalizione da mettere insieme. Serve un forte segnale di pulizia, trasparenza, discontinuità. Non certo una nuova insalata mista.
Bisogna fare due movimenti opposti e contrari: abbassarsi e scendere negli inferi di quello che sta succedendo al Comune, prendendone pienamente coscienza; elevarsi e immaginare finalmente un progetto di riscatto delle energie vitali, liberandole e coinvolgendole in una nuova stagione di impegno pubblico condiviso.
Possiamo farcela, ma dobbiamo sapere che non sarà una passeggiata, sarà una scalata. Faticosa, impervia, ma liberatoria. E bisognerà scegliere bene i compagni di viaggio con cui tenersi per mano, perché l’analisi di partenza deve essere condivisa. Nessuna minimizzazione, nessuno sconto.
Buon lavoro, intanto, al commissario e alla sua squadra
». Fra tutte le criticità che stanno venendo fuori e che contraddicono l’ottimismo del commissario Gradone, quella finanziaria sembra la più preoccupante (“Quindici” ha sempre temuto un possibile dissesto), tanto da richiedere un sub commissario esperto con “specifica formazione professionale in materie economiche-finanziare”. Ma non va sottovalutato l’allarme sicurezza, che “Quindici” lancia da tempo. L’ultimo episodio del taglio di 500 piante di giovani olivi è indice di possibili intimidazioni (anche se il proprietario esclude azioni estorsive) da parte di una criminalità (anche imbecille e quindi più pericolosa) che è cresciuta negli ultimi anni, senza che, a questo fenomeno, sia stata data una risposta adeguata. Il timore di perdere consensi? Ci auguriamo di no, ma comunque una paura del genere non giustifica l’inerzia di fronte alla micro criminalità che non si può giustificare con l’affermazione che è aumentata dovunque. Confidiamo nella competenza e professionalità del prefetto Gradone, esperto di fenomeni criminali per poter porre un argine a un fenomeno in crescita. Occorrono risposte chiare e una coalizione di governo in grado di mettere mano ai danni amministrativi di questi anni. Eppure c’è chi è stato fra i protagonisti di questo disastro che ha il coraggio di candidarsi a sindaco: una bella faccia tosta, anche a presentarsi già con la fascia tricolore. Serve una svolta radicale: ne parleremo nel prossimo numero della rivista mensile “Quindici”, in edicola il 15 dicembre. © Riproduzione riservata
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