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Rompiamo l’indifferenza chi ama sceglie
15 giugno 2022

Credo che nella vita si possano vi- vere tante età, si possono indos- sare tante personalità, a seconda del momento, rimanendo se stes- si, si possano vivere tanti amori ma uno, uno solo, è quello grande. Molfetta per me è questo. Ho vissuto in altre città, le ho amate tut- te ma è qui che ho vissuto i miei dolori e i momenti più belli, più intensi. Molfetta ha adottato la mia famiglia, i miei giovani genitori perché è una città accogliente. A Molfetta li ho visti crescere e invecchiare, amati e coccolati dai molfettesi tanto che quasi non ricordo i periodi precedenti. Andavo sul porto con mio padre che mi spiegava i venti, mi parlava dei pescherecci, si fermava coi marinai. Ora sono rimasti pochi pescherecci, tenuti in attività da gente operosa, disposta al sacrificio, dignitosa, coraggiosa. I molfettesi, appunto. Anche Molfetta, come me, è invecchiata; lo vedo dall’intonaco dei palazzi, dalle screpolature della vernice delle persiane, di quel “verde Molfetta” conosciuto in tutta Italia. Molfetta rimane una donna bella, interessante, seducente e tutti vorrebbero possederla. Ma il possesso non sempre coincide con amore perché si può amare volendole solo bene, o possederla, pensando solo a sfruttarla. Tutti dichiarano di amarla. Amare è stato un verbo molto utilizzato in questa tornata amministrativa elettorale. Tutti dicono di amare ma quanti pensano seriamente di fare il bene della nostra, mi sia consentito, città? Ho amici carissimi, che erano candidati in tutti gli schieramenti, persone oneste, che si prodigano nel sociale, nel volontariato, che sono in politica da anni, o che si affacciano solo ora in politica. Persone a cui affiderei la mia fiducia, nessuno escluso, uomini, don- ne, come me, che non chiedono nulla per sé stessi ma che metterebbero le proprie competenze a disposizione della città. Sui social, tramite Whatsapp, di giorno, di notte, arrivavano i loro messaggi. Li ho letti tutti e ho risposto, credo a tutti e se qualcuno non ha ricevuto la mia risposta, me ne scuso: non era mia intenzione. Ho visto gente che, mettendo da parte ritrosie, ha deciso di candidarsi per costituire le liste. A loro va tutta la mia ammirazione: pur avendo ricevuto inviti a candidarmi, pur sentendomi onorata, ho declinato l’invito. Non mi sono sentita in grado di chiedere di rappresentare questa bellissima città o semplicemente non ne ho avuto il coraggio. A tutti i candidati consiglieri devo riconoscere la passione politica, la tenacia. Il numero dei candidati è stato uno dei più elevati nella storia di questa città, segno di una partecipazione sentita. A ciò si è op- posta una bassa percentuale di votanti, se- gno, probabilmente, di una scarsa fiducia di questo mezzo democratico di partecipa- zione attiva, segno di un fatalismo colpevo- le che attribuisce agli “altri”, responsabilità ed errori. Due dati contrastanti. Odio gli indifferenti, urla col suo poten- te silenzio Antonio Gramsci e questa indif- ferenza ingiustificata non è più ammissibile. Non è accettabile l’ignoranza, la strafot- tenza, l’indifferenza, l’omertà, non è ammis- sibile il voto di scambio, ove verificato. Non è più tollerabile lo sfruttamento, la corsa all’arricchimento di pochi a danno di molti, il dover lavorare per pochi euro “in nero” perché i capi sfoggino i simbo- li del lusso. Ora più che mai è tempo di scegliere, di rompere l’indifferenza. Occorre scegliere uno o l’altro candidato, senza delegare, ma lasciando che il carbone della matita, in cabina elettorale, manifesti la nostra volontà, segni un momento irripe- tibile: la nostra decisione, perché chi ama, non si trascina, chi ama non illude. Chi ama sceglie e Molfetta merita una scelta. © Riproduzione riservata

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