Risorgimento pop memorie e amnesie conferite ad una gamba
Teatro a Molfetta
Risorgimento pop è la non-storia del periodo che ha dato i natali all’unità d’Italia. Surreale, frammentato, decisamente innovativo, lo spettacolo è andato in scena presso il teatro Odeon venerdì 25 gennaio, per la rassegna di Drammaturgia contemporanea di Malalingua, “Autori in scena-Storie da me”. Daniele Timpano e Valerio Malorni hanno proposto un viaggio critico, scanzonato ed irriverente nella storia del Risorgimento. Una storia spezzettata, sintetizzata, rimescolata. Quasi un gioco, per i due attori, un esercizio di stile per sorprendere, spiazzare, disorientare, scuotere. E quello stesso movimento di rottura verso la “Storia”, come ci è sempre stata raccontata, si rivolge anche al pubblico. E lo si cerca, il pubblico, poco abituato com’è ad essere coinvolto dal palco, un po’ straniato di fronte al flusso incontenibile dei due attori, che sono invece a loro agio in questa provocazione verso tutto ciò che è fermo, appunto, immobile, intoccabile. E allora Mazzini diventa una mummia da esporre, cosa che nella realtà storica fu fatto davvero. La gamba ferita di Garibaldi è personaggio muto con cui tentare un surreale colloquio col sottofondo della nota canzoncina che un tempo si imparava alle elementari. Sono emblemi di un Risorgimento cristallizzato nella toponomastica e nei libri di scuola, che avrebbe bisogno di essere rivissuto per ritrovarne le passioni e le ragioni, anche alla luce della storia dei nostri giorni. Tutto scorre tra aneddoti veri o dichiaratamente falsi che si rincorrono nell’affabulazione volutamente nevrotica dei due attori. Eccessi di sigari accesi e fumati sul palco e sul pubblico, biscotti sbriciolati e fagocitati in un efficace iperrealismo che di certo raggiunge lo scopo di bucare l’ideale velo tra palco e spettatori, congedati alla fine dello spettacolo con un biglietto tricolore ed un invito ad avere coraggio. Il coraggio di vivere la storia passata dei nostri giorni e di rivivere con una diversa consapevolezza quella passata. Lo spettacolo è stato scritto da Daniele Timpano e Marco Andreoli.