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rischi del gioco d'azzardo in internet
15 luglio 2014

I rischi della rete per le nuove generazioni. Non è titolo di un manuale per genitori ed educatori ma argomento della tavola rotonda organizzato nell’Aula Magna del Seminario Vescovile, dall’Azione cattolica diocesana nell’ambito della campagna “La vita giocatevela bene” che intende promuovere la campagna per nuovi e più sani stili di vita. Antonella Lucanie, del coordinamento dell’Azione cattolica, ha moderato il dibattito sulla relazione tra la rete e i pericoli per nuove generazioni, introducendo la dott. ssa Valeria De Natale, referente regionale del Telefono Azzurro, la quale ha illustrato i dati di un’indagine portata a termine da Telefono Azzurro ed Eurispad@Italia sul gioco d’azzardo nel 2013. Occorre precisare che l’indagine ha preso in considerazione due livelli e cioè bambini della scuola primaria ed adolescenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, accomunati dall’aver investito denaro, per il 44% , mediamente due volte al mese. I problemi sono strettamente collegati all’aumento dei bambini che utilizzano nuove tecnologie. Si registra un sensibile abbassamento dell’età del bambino che inizia a “navigare”(33,8% ha un’età tra i 9 e gli 11 anni). L’accesso ad internet appare maggiormente difficile da controllare a causa dell’utilizzo degli smathphones. Il 56% degli adolescenti non ha nessun adulto che gli chieda quali siti esplora,mentre per i bambini il dato si assesta al 33%. Il 42,2% utilizza internet per chattare, mentre il 58,7% scarica giochi. L’utilizzo di internet è strettamente collegato al gioco on line. Il 50% degli adolescenti gioca d’azzardo senza avere percezione del pericolo,un quarto degli adolescenti rischia di sviluppare patologie. Il gioco d’azzardo patologico è inserito nel DSM-V (Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali), classificato quindi come una vera e propria malattia i cui sintomi sono associati a cambiamenti d’umore, perdita di interessi, allontanamento dalle amicizie, menzogne, aggressività, fino a portare a contrarre debiti e incorrere in licenziamenti. Tale stadio è preceduto dal G.A.P. (gioco d’azzardo problematico) a causa del quale si pensa al gioco anche quando non si gioca, si investono modici importi, si hanno fantasie di supervincite. Il trend è in aumento poiché molti ritengono di “potersi mantenere” col gioco d’azzardo e non tutti i siti effettuano controlli sull’età degli utenti. Il gioco d’azzardo viene percepito come divertimento, ragione per la quale si gioca con membri della propria famiglia o con amici e non se ne avvertono le insidie come alcol e droghe, anche se si può arrivare a compiere dei reati per potersi procurare denaro. La rete nasconde altre insidie come la pedopornografia e il sexing, fenomeno quest’ultimo legato alla diffusioni di immagini di se stessi nudi inviate al partner o amici, senza prendere in considerazione l’ipotesi che tali immagini possono danneggiare successivamente. Non solo sexing ma anche immagini di se stessi ubriachi possono danneggiare. Pare che datori di lavoro, nella ricerca di personale, effettuino controlli anche su internet e sui social network sui candidati. Fonte di attenzioni e preoccupazioni è il cyberbullismo, atti cioè di bullismo compiuti con le nuove tecnologie. Il cyberbullo può creare molteplici account dando la sensazione alla vittima, di essere preso di mira da tante persone e la soluzione adottata dal genitore non può essere “tolgo il computer così elimino il problema”. Occorrono azioni sinergiche tra famiglia e scuola, possedere un minimo di alfabetizzazione informatica e strategie che informino, ad esempio, sulle reali possibilità di vincita. Basti pensare che su trenta milioni di gratta e vinci soltanto 275 producono vincite che superano i mille euro. Risultati incoraggianti ha prodotto la peer education (educazione tra pari), adolescenti che si formano e che formano essi stessi i propri coetanei. La dott.ssa De Natale ha ricordato i numeri del pronto intervento Telefono Azzurro: 1.96.96 al quale possono rivolgersi bambini e adolescenti ed adulti che desiderano parlare di problematiche adolescenziali; 114 per segnalare situazioni di pericolo e di incolumità che riguardano bambini e adolescenti; 116.000 per segnalare bambini ed adolescenti scomparsi. Allarmanti sono i dati riferiti alla nostra città. La dott.ssa Angela Paparella, presidente dell’Azione cattolica diocesana, ha illustrato i risultati di un’indagine condotta monitorando otto parrocchie cittadine in cui opera l’Azione cattolica. In zona parrocchia Madonna della pace non ci sono centri scommesse, tabaccai, l’edicola non vende gratta e vinci. In zone centrali coesistono attività commerciali slot e no slot, queste ultime perché i titolari hanno fatto una scelta etica, pur rinunciando a cospicui introiti, tali da garantire almeno il canone di locazione. Tutte le attività slot si sono dichiarate disponibili a rispondere ai quesiti posti ai fini dell’indagine, tutti hanno affermato di non permettere l’accesso al gioco di minori, la maggioranza dei quali è stata smentita dai minori dell’azione cattolica, che hanno tranquillamente avuto accesso al gioco. Una riflessione costruttiva deve scaturire dal sorgere, in città, di attività di “compro oro”.L’amministrazione comunale molfettese ha avviato, unitamente all’amministrazione del comune di Giovinazzo, un corso di formazione per esercenti attività commerciali con macchinette. Tutte le agenzie educative devono farsi carico del problema. Il dott. Antonio Rago, referente per l’educazione alla salute dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha confermato che il G.A.P. è tra le priorità già inserite nei progetti di educazione alla salute. La scuola è una comunità educante, deve preparare i ragazzi alla vita. Per questo l’Ufficio Scolastico, da oltre due anni, ha avviato una collaborazione con le aziende sanitarie locali per predisporre un piano strategico che prevede anche la formazione dei docenti. Risulta infatti che per ogni euro investito in prevenzione, si risparmieranno dieci euro in cure. La pervasività di tali strumenti deve far riflettere. Il G.A.P. è una dipendenza molto “democratica”. Applica la parità di genere tra uomo e donna, non fa discriminazioni tra classi sociali, tra adolescenti ed adulti, tra giovani ed anziani. Questi ultimi costituiscono l’ultima emergenza, seppure hanno minore accesso al gioco on line. Il gioco deve restare il divertimento di un momento, non deve essere causa di isolamento. La vita frenetica che si è costretti a vivere ci costringere a dedicare solo a noi stessi il poco tempo che rimane. Occorre riassaporare il gusto delle cose,non fagocitare la vita, godere della giusta soddisfazione per i frutti di un impegnativo lavoro, scardinare la cultura del “tutto e subito” perché ai giovani non piace vincere facile.

Autore: Beatrice Trogu
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