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Rifondazione Molfetta chiede un ufficio comunale per l’energia
10 dicembre 2022

 

MOLFETTA - La richiesta dell’istituzione di un ufficio comunale per l’energia è la proposta forte emersa dall’iniziativa tenutasi domenica mattina da Rifondazione Comunista/Compagni di Strada, Più di Così e Unione Popolare a corso Umberto, all’interno della XXIII Festa di Liberazione a Molfetta.

Come sempre Rifondazione sceglie di confrontarsi con e nella città, non solo in campagna elettorale, per parlare di questioni complesse come la crisi climatica e le comunità energetiche, una per gli effetti negativi che ha sulle vite delle persone, l’altra per la possibilità di risolvere parte dei problemi causati dalla crisi energetica.

L’iniziativa, realizzata insieme al circolo Legambiente di Molfetta “Giovanna Grillo”, ha messo al centro del dibattito cittadino parole come democrazia energetica, mutualismo e solidarietà.

L’introduzione di Manuel Minervini e l’intervento di Beppe Zanna hanno descritto lo scenario politico e normativo che a livello nazionale e internazionale hanno determinato l’attuale crisi energetica sottolineando la necessità di una nuova prospettiva nella quale la politica deve sottrarre potere alla finanza e alle grandi multinazionali.

In questa prospettiva si colloca l’intervento di Marco Di Stefano, presidente del circolo locale di Legambiente che ha parlato di come oggi le leggi di attuazione delle normative europee impediscano lo sviluppo di “vere” comunità energetiche, comunità cioè in grado di dare una risposta alla povertà energetica operando in senso mutualistico e solidaristico.

A conferma di quanto detto, si è portato l’esempio di un impianto fotovoltaico condominiale strutturato come comunità energetica. Con le normative vigenti, tutta l’energia prodotta non può essere utilizzata dai condomini con propria rete elettrica interna, realizzando un unico accesso alla rete del distributore (uno a molti). Questo avviene perché sono state mantenute le vecchie regole di connessione alla rete di e-distribuzione che consistono nel rapporto vincolante di accesso della singola unità immobiliare, censita catastalmente, con la rete di e-distribuzione.

La rivoluzione dei sistemi energetici verso una maggiore sostenibilità, nella prospettiva della totale decarbonizzazione, è favorita dalla disponibilità di nuove tecnologie che permettono di ricavare energia elettrica dalle fonti solari e eoliche. Queste tecnologie, contraddistinte dalla modularità (possibilità di realizzare impianti fotovoltaici o eolici diffusi di scala medio-piccola), stanno cambiando ormai da più di un decennio i sistemi elettrici, dando un ruolo sempre più importante alle iniziative che singoli cittadini o gruppi con bisogni comuni possono mettere in atto (ruolo di prosumers, ovvero di autoproduttori e autoconsumatori di energia rinnovabile).

Inoltre, il costo di produzione di elettricità attraverso questi impianti diventa sempre più vantaggioso da un punto di vista economico, favorendo un nuovo approccio al problema della crisi energetica.

L’attuazione della direttiva UE 2019/944 del Parlamento Europeo che definisce le norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica non ha consentito la definizione delle reti elettriche dei condominii come private, con la possibilità di produrre e distribuire tutta l’energia agli utenti del condominio stesso senza la transazione verso il Gestore dei Servizi Elettrici e il Distributore (attuazione del collegamento uno a molti).

Questo modello renderebbe conveniente, sotto il profilo economico, le comunità energetiche in Italia come accaduto per l’esperienza di San Giovanni a Teduccio.

L’intervento di Vito Mongelli, socio del circolo locale di Legambiente, ha ampliato la riflessione partendo dal percorso legislativo avviato grazie all’articolo 42 bis del Decreto-legge 162/19 (decreto Milleproroghe, convertito nella Legge 8/2020), cui poi è seguito il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (Decreto Ministeriale 16/09/2020) e infine i successivi atti dell’autorità di regolazione (ARERA, delibera 318/2020/R/eel) e del GSE.

Tutti questi provvedimenti, ad oggi, non consentono l’utilizzo immediato e localizzato di tutta l’energia prodotta da fonti rinnovabili su una rete locale (rete delle utenze condominiale) dato che per legge, confermata nel 2013 e nel 2020, l’energia deve essere destinata alla rete pubblica di distribuzione.

A tutta l’energia prodotta dalla comunità energetica e distribuita tra gli utenti della stessa vengono applicati per intero gli “oneri di sistema” che contengono anche le sovvenzioni alle multinazionali private per le energie rinnovabili prodotte.

Per spiegare questi passaggi, non facili, siamo partiti dalla proposta del sindaco Minervini di realizzare una comunità energetica all’interno del mercato ortofrutticolo all’ingrosso. Abbiamo spiegato che la costituenda comunità energetica, con le attuali possibilità offerte dalla normativa, genererebbe un risparmio modestissimo per gli assegnatari dei chioschi di vendita interni, tanto da preferire la soluzione ben più vantaggiosa della distribuzione interna dell’energia con rete propria del Comune e optare per lo scambio sul posto. Le attuali leggi lo consentono perché il Mercato ortofrutticolo risulta essere catastalmente un unico immobile.

Deve diventare “centrale” la riflessione sulla necessità di “fornire benefici ambientali, economici e sociali” alle aggregazioni di cittadini in comunità, ampliando le possibilità offerte dalla normativa attuale e riportando il tema delle comunità energetiche su un piano di democrazia anche mutuando i modelli già presenti e operativi in altri Paesi europei.

Infine è intervenuto il consigliere comunale Infante che ha parlato di povertà energetica, solidarietà, mutualismo e successivamente illustrato la proposta di un ufficio comunale per le politiche energetiche con la funzione di riportare il ruolo del pubblico dentro la questione energetica.

L’ufficio dovrebbe avere i seguenti compiti:

  • Regolare e pianificare le politiche energetiche in città di concerto con l’amministrazione;
  • Prestare assistenza tecnica, giuridica e burocratica ai cittadini che intendano costituire una comunità energetica o efficientare da un punto di vista energetico un qualsiasi immobile e porsi come garante, dal punto di vista economico, di questi percorsi, per esempio attraverso il finanziamento dei pannelli solari grazie al risparmio energetico generato dagli stessi per i condominii e alla possibilità di scambiare energia con le reti locali (un ulteriore motivo per realizzare “vere” comunità energetiche) o garantendo i mutui contratti a fronte di finanziamenti ricevuti per le famiglie meno abbienti;
  • Attivare campagne di informazione, sensibilizzazione e promozione delle comunità energetiche per mettere a conoscenza le persone di un altro modo (e mondo!) di produrre e consumare energia, mirato all’autoconsumo, al mutualismo e all’indipendenza energetica;
L’impegno dell’amministrazione dovrebbe essere rivolto anche alla piena applicazione della direttiva europea in materia e a mettere in discussione o a superare tutti quegli aspetti delle norme nazionali che non permettono la piena funzionalità delle comunità energetiche e la loro convenienza economica.

Presenteremo, a partire dal prossimo consiglio comunale e per tutti i successivi, la proposta dell’ufficio comunale per le politiche energetiche sotto forma di ordine del giorno che impegni l’amministrazione alla sua istituzione!

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