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A Molfetta l’ultima strage di alberi. Completato lo scempio in via don Minzoni. Ignorati i cittadini
Gli ultimi pini abbattutti e abbandonati per terra in via don Minzoni (Foto Rifondazione comunista)
14 maggio 2025

 MOLFETTA – A Molfetta la barbarie contro il verde pubblico è di casa. Ieri c’è stato, in grande fretta e con una violenza inaudita, mai vista prima (per timore che il Comitato Difesa Verde e territorio potesse ostacolare i lavori?) il taglio selvaggio e contemporaneo degli ultimi pini. La fretta era giustificata dal timore che qualche albero venisse salvato, così tutti i pini dell’ultima isola verde di via don Minzoni sono stati recisi e abbandonati per terra. Una vera esecuzione.

Lo spettacolo di questi tronchi per terra, è raccapricciante, come quello di tanti corpi uccisi e abbandonati uno sull’altro.

Dov’era la fretta? Il timore che la situazione della richiesta di arresto del sindaco Minervini potesse precipitare? Chi ha deciso quest’ultimo scempio? L’assessore ai Lavori pubblici: anche questo abbattimento in silenzio?

La città è indignata e chiede risposte non con il solito comunicato dell’ufficio propaganda, che con la consueta ipocrisia trova la scusa di comodo. L’arroganza di questi amministratori non si ferma davanti a nulla, nemmeno alle inchieste della magistratura che avrebbero consigliato maggiore prudenza. I contratti vanno rispettati e il Comune non può rischiare di perdere soldi su contratti già firmati? Qual è l’interesse generale, cosa pensano i cittadini? Il loro parere conta solo alla vigilia elettorale, quando si possono prendere in giro gli “ingenui”?

Questo scempio lascia senza parole. Una delle prime reazioni è stata quella di Rifondazione comunista che ha pubblicato sui social anche le foto di questa strage di alberi: «con l’abbattimento degli ultimi Pini, quelli più belli e secolari, si è chiuso l’ultimo atto di Via Don Minzoni.

Un melodramma contemporaneo frutto dell’incapacità di ascolto del sindaco Minervini e di una partecipazione solo millantata da questa amministrazione.

Tradendo il sentire di migliaia di cittadini che chiedevano un equilibrio tra la necessità di riqualificare ed il patrimonio verde esistente e preservarlo.

L'ultimo strappo che trancia anni di #biodiversità, ossigeno, ombra per lasciare spazio ad un progetto sordo e ottuso, marchiato con la falsa etichetta della sicurezza e della riqualificazione.

Adesso non resta che il profumo della resina e del legno, carne e sangue».

C’è solo un aggettivo da aggiungere: vergogna!

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