Rifondazione: la criminalità è radicata in città, me il sindaco minimizza. Subito un consiglio comuale
Giovanni Infante
MOLFETTA – Sull’allarme criminalità a Molfetta scende in campo anche Rifondazione comunista che ricorda come il fenomeno sia frutto di un processo radicato nella città e non episodico come minimizza il sindaco Minervini.
«Gli episodi di criminalità che negli ultimi giorni sono saliti alla ribalta delle cronache cittadine non sono "funghi" che spuntano dal nulla ma sono il risultato di un processo più o meno lento che negli anni si è radicato nella nostra città. Pensare che i fatti siano riconducibili esclusivamente all'operato di baby gang non permette di cogliere la portata ben più estesa e preoccupante di tale fenomeno criminale.
Dalle bombe ai cantieri edili per arrivare ai recenti episodi di aggressione fisica di inermi cittadini, dall'illegalità non visibilmente manifesta alla violazione dei codici di comportamento, della strada ed etico.
Da un lato c'è il sindaco e la sua maggioranza che in più occasioni hanno sottolineato che il fenomeno criminale a Molfetta non sia difforme o maggiore rispetto ad altre città e, pur essendoci un fondo di verità, non ci si può fermare ad una tale, semplice constatazione.
Dall'altro è inaccettabile che parte dell'attuale opposizione in Consiglio comunale, in passato componente dell'attuale maggioranza, si ricordi solo oggi dell'immobilismo su questo argomento.
Il fenomeno criminale va indagato e affrontato con strumenti che aiutino sia nel breve e medio periodo sia a lungo termine. Nell'immediato, come abbiamo proposto in campagna elettorale, si rendono necessari nuovi presidi della polizia municipale, non solo nel centro storico come già discusso con il comitato di quartiere.
Come proposta politica a lungo termine invece si rende indispensabile riconvocare il Comitato comunale per i fenomeni delinquenziali come richiesto dal nostro Consigliere Infante durante il Consiglio comunale del 27 settembre scorso.
Un Comitato per i fenomeni delinquenziali prima insediato e poi non convocato per ben cinque anni dalla precedente amministrazione in accordo con tutte le forze politiche che la sostenevano. È chiaro che il Comitato non è la soluzione del problema ma è un valido strumento di monitoraggio, studio e prevenzione per fronteggiare situazioni di criminalità, microcriminalità e di illegalità diffusa in città grazie al coordinamento ed alla sinergia di organismi e associazioni cittadine impegnate nel settore del volontariato, della prevenzione della devianza, dell'illegalità e criminalità e dei rappresentanti delle categorie professionali e del mondo del lavoro.
Auspichiamo pertanto che l'intero Consiglio comunale chieda l'attivazione del Comitato. Anticipiamo sin d'ora che chiederemo formalmente al Presidente del Consiglio comunale che la questione venga posta senza ulteriori esitazioni attraverso l'inserimento di uno specifico punto nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale».