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Rifondazione comunista per l'alternativa di governo. Per cambiare davvero
22 novembre 2005

MOLFETTA 22.11.2005 Pubblichiamo il documento politico della segreteria cittadina di Rifondazione comunista sull'attuale fase politica cittadina, approvato oggi. “L'attuale momento di degrado civile, sociale ed economico della città – gli eventi giudiziari che stanno colpendo esponenti del centro-destra guidato da Tommaso Minervini ne sono un segno tangibilissimo e confermano la giustezza della nostra opposizione in questi anni – impone alle forze realmente democratiche e progressiste una matura assunzione di responsabilità al fine di costruire un'alternativa credibile di governo al centro-destra in crisi a Molfetta come nel resto del paese d'altronde. Un centro-destra in crisi i cui colpi di coda però non sono da sottovalutare. Per questo nello scenario cittadino odierno, Rifondazione comunista ha scelto, non senza difficoltà (immancabili ovviamente per chi cerca di fare politica e agire varchi e contraddizioni degli avversari in uno scenario complesso), di essere parte attiva e protagonista decisiva nel processo di costruzione dell'Unione a Molfetta – come in Italia – per non ridursi al semplice ruolo di “guardiano notturno dei confini a sinistra” o di sterile e verbosa nonché presunta opposizione anti-sistema. Una scelta meditata per valorizzare il patrimonio delle esperienze di lotta in questi anni di opposizione affinché incidano in profondità su un nuovo modo anche di governare. In altre parole, una scelta che vuole coniugare l'unità che “i popoli di sinistra” richiedono a viva voce e la radicalità intesa come nettezza dei contenuti programmatici alternativi al centro-destra che le lotte di opposizione di questi anni hanno fatto crescere. Rinunciare oggi a praticare entrambe queste istanze – unità e radicalità – significa rinchiudersi in comode stanze, accontentarsi della propria fraseologia massimalistica e non essere in sintonia con il sentire comune di quanti richiedono un'alternativa reale, credibile e degna di questo nome rispetto al centro-destra. È in questo quadro che si colloca la scelta da parte del circolo locale di Rifondazione di essere, da comunisti, interni al centro-sinistra e di contribuire insieme alle altre forze di sinistra – partitiche e non – alla costruzione di una proposta politico-programmatica all'altezza della situazione, ossia in un città in cui forti sono i rischi che la crisi del centro-destra trovi uno sbocco moderato e neocentrista, vanificando e disperdendo il patrimonio di esperienze alternative feconde degli ultimi anni. Per questo rappresenta una positiva novità per la nostra città il fatto che quattro partiti di sinistra – Rifondazione comunista, Democratici di sinistra, Comunisti italiani e Socialisti democratici – abbiano raggiunto l'obiettivo di un candidato unitario della sinistra alle primarie del 4 dicembre per la scelta del candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative. Un'intesa responsabilmente raggiunta sul nome di Mino Salvemini in quanto espressione di punti programmatici qualificanti su cui la sinistra intende fare quadrato, affinché siano quelli caratterizzanti il programma del candidato che correrà alle prossime elezioni amministrative. Su questa decisione, scaturita da motivazioni politiche strategiche e dopo un'ampia discussione interna ad ogni livello con iscritti e simpatizzanti, si è trovato e si ritrova oggi l'intero circolo locale di Rifondazione comunista, salvo compagni della minoranza che fanno riferimento a documenti congressuali alternativi a quello della maggioranza del segretario nazionale Bertinotti e che legittimamente, in quanto minoranze, sono garantite da uno statuto pluralistico e non monolitico nell'espressione del loro dissenso rispetto alla linea politica decisa dalla maggioranza. La scelta di dare vita a questa esperienza di “sinistra unita” a Molfetta non vuole essere un ragionamento occasionale ma un progetto strategico di riscatto per tutta la sinistra affinché sia più protagonista e incisiva nei prossimi anni in questa città, senza appiattimenti moderati da una parte, e senza settarismi dall'altra. Si tratta di una scommessa ambiziosa – e perché no anche pericolosa – di cui siamo consapevoli, ma non rischiare oggi significa rinunciare a provocare qualsiasi positivo cortocircuito fra esperienze di partecipazione dal basso cresciute in questi anni e sistema “chiuso” della politica e della tradizionale rappresentanza. Non scommettere in questi termini oggi significa accontentarsi della politica come è ovvero della sua separatezza oppure accontentarsi dell'autonomia del sociale che si presume essere autosufficiente per trasformare l'esistente. Per questo scommessa c'è sicuramente bisogno di forze sane, fresche della società molfettese, sicuramente non prigioniere di vecchi schemi mentali e pregiudizi politici. Chi si attarda in disquisizioni sulla nobiltà o meno delle primarie come strumento politico forse non è attento alle novità reali che sono emerse negli ultimi tempi (primarie regionali del 16 gennaio, partecipazione dei 4 milioni alle primarie nazionali del 16 ottobre) ovvero che oggi per quanto imperfette come strumento di partecipazione, le primarie rappresentano un passo in avanti rispetto al sistema chiuso della politica della rappresentanza, specie quando non riesce a trovare soluzioni condivise rispetto alla selezione delle leadership. Sicuramente lo strumento delle primarie, in assenza di sedi strutturate di partecipazione non è sufficiente, ma guardarle con aristocratico disprezzo ritenendole inutili o un pericolo significa impostare la discussione politica senza tenere conto del principio di realtà. Con l'unità delle sinistre, nelle sue varie identità e senza sterili protagonismi, oggi è possibile costruire concretamente un'alternativa che rilanci Molfetta in netta discontinuità con l'esperienza del malgoverno di centro-destra, su solidi contenuti programmatici. Molfetta, 22 novembre 2005 La Segreteria del Circolo “Palestina libera” Rifondazione comunista Molfetta”
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