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Rifiuti, al via anche a Molfetta la raccolta “porta a porta”: modalità, vantaggi e svantaggi
15 ottobre 2015

È il metodo di riciclaggio che ottiene i maggiori risultati, in alcuni casi arriva anche a percentuali altissime (75-80%), utilizzato nelle regioni dell’Italia settentrionale ormai da diversi anni e diffusosi nel resto del Paese in quest’ultimo periodo fino a toccare anche la nostra regione e ora anche la nostra città. L’idea della raccolta differenziata “porta a porta”, infatti, annunciata ormai da marzo 2015 si concretizzerà finalmente nei prossimi mesi a Molfetta, mettendo alla prova il grado di maturità civile dei concittadini e cercando di porre fine ad alcune abitudini radicate nella maggior parte di noi ma nocive per l’ambiente e per le nostre stesse tasche. La differenziata “porta a porta” , ovvero la raccolta dei rifiuti effettuata a domicilio, con modalità leggermente diverse da comune a comune, rappresenta sicuramente una rivoluzione in uno dei gesti che fanno parte della nostra quotidianità perché obbliga anche i più pigri e riluttanti a differenziare i propri rifiuti per non incorrere in salate multe. Dalle statistiche provenienti da tutta Italia, infatti, si rileva che, una volta adottata, la “PaP” è stata apprezzata e ha dato ottimi risultati solo dopo un lungo periodo di rodaggio. Quindi abbiamo poco tempo ormai per capirne non solo le modalità, ma ad entrare concretamente nell’ottica del cambiamento, considerando soprattutto i primi mesi come una prova che potrà subire dei mutamenti per rendere il servizio più efficace e sostenibile dalla cittadinanza. Per consentire ai cittadini di cominciare a comprendere il meccanismo di questo nuovo servizio, “Quindici” ha sentito un tecnico, il direttore generale dell’ASM (Azienda Servizi Municipalizzati) l’Ing. Silvio Binetti. SI PARTE A META’ OTTOBRE Il progetto comincerà a Molfetta, in comune con Corato, Ruvo, Terlizzi e Bitonto (città facenti parte dello stesso ARO, secondo la nuova perimetrazione degli ambiti di raccolta ottimale per l’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti), circa a metà ottobre con la distribuzione dei kit casalinghi nell’area Levante per poi allargarsi al centro e al resto della città in poco tempo. Il kit è costituito da due secchielli, uno da 30 lt da utilizzare, a seconda del calendario, per carta, vetro ed indifferenziato e l’altro da 25 lt per i rifiuti organici, insieme ad un certo numero, non ancora specificato, di sacchetti di plastica condominiali, della capacità di 100 lt, giallini e semitrasparenti per la raccolta di plastica e metallici. La raccolta vera e propria, invece, avrà inizio da novembre, sempre a partire da Levante, e prevede che ogni singolo nucleo familiare, seguendo appunto i turni, esponga davanti alla propria abitazione il giusto secchiello, con all’interno il sacchetto di plastica, possibilmente interamente riempito, per evitare sprechi. Il calendario della raccolta, cambierà a seconda che si tratti di utenze domestiche e commerciali, per poter far fronte ai diversi bisogni. Per quanto riguarda le prime, il calendario, in linea di massima prevede la raccolta tre volte a settimana dei rifiuti organici, una volta a settimana della carta, una del vetro, una della plastica e metalli e una per i rifiuti indifferenziati. Quanto alle seconde, verrà effettuata quotidianamente la raccolta della carta e sei giorni su sette quella dell’organico. Il metodo sarà invece diverso per le case sparse in quanto prevede la presenza di punti di raccolta, all’interno dei quali ci saranno dei cassonetti sempre differenziati, protetti da una rete da pollaio chiusa da una porta con lucchetto; la chiave verrà data solo ai residenti di quella determinata zona che potranno portare lì i propri rifiuti seguendo anche loro un calendario che sarà un po’ diverso da quello del centro. Così come avvenuto in altre città precedentemente, le perplessità circa il nuovo metodo di raccolta sono molte, dalla denuncia del deturpamento della bellezza della città (soprattutto in centro) a causa dell’esposizione dei secchielli in strada alla preoccupazione soprattutto degli anziani che trovano complicato portar giù dal proprio appartamento ogni giorno il secchiello anziché il normale sacchetto, alle lamentele circa il possibile cattivo odore nelle abitazioni a causa soprattutto dei rifiuti organici; proviamo a fare quindi un po’ di ordine analizzando le caratteristiche del nuovo servizio. COME FUNZIONA IL SERVIZIO I secchielli andranno esposti a partire dalle ore 21 per quanto riguarda le utenze commerciali (orario di chiusura), un po’ più libere sono invece le utenze domestiche che potranno esporli anche verso le ore 22. La raccolta comincerà alle ore 24 e durerà tutta la notte fino alle 6 circa, per evitare non solo problemi di traffico, ma anche i disagi estetici temuti dalla cittadinanza. Sappiamo bene che la tipologia abitativa di Molfetta, fatta di condomini senza giardini e con strade poco ampie, così come quella della maggior parte delle città del Sud, è molto diversa da quella del Nord costituita soprattutto da villette recintate e cortili e che quindi sarà più complicato adattarsi, senza conseguenze, al “porta a porta”, ma è solo una questione di abitudine, afferma ancora Binetti. Quanto al cattivo odore, assicura che non sarà un problema perché basta chiudere bene l’organico in sacchetti di plastica, che poi nel compostaggio saranno automaticamente eliminati, tenerli in un posto comodo e portarli davanti alle abitazioni praticamente un giorno si ed un giorno no, rispettando il calendario. Addio, quindi, ai grandi cassonetti nei quartieri con conseguente aumento dei posti per le automobili, addio ai cumuli di rifiuti di ogni natura ai piedi dei vecchi contenitori ( è stato dimostrato, infatti, che grazie alla “PaP” l’abusivismo sia diminuito almeno del 10%), rimane aperta, invece, l’Isola ecologica di Levante( anzi l’idea è quella di potenziarne il servizio attivandone, appena possibile, una a Ponente) che potrà essere utilizzata tutte le volte in cui si ha il bisogno, per diverse ragioni, di disfarsi di un certo tipo di rifiuti, con la classica modalità che già conosciamo. PIU’ RIFIUTI, PIU’ TASSE Con la raccolta differenziata “porta a porta” ci sarà ovviamente un controllo più capillare ed ogni singolo cittadino quindi dovrà render conto delle proprie abitudini, come? Ogni mastello sarà contrassegnato da un RFID, un dispositivo elettronico di riconoscimento che permetterà all’ASM di monitorare le quantità dei diversi generi di rifiuti e di mostrare, tramite una lettera al diretto interessato, le anomalie nella produzione dando la possibilità al cittadino in questione di spiegare le sue ragioni. Più difficile sarà, quindi, fare i furbi. Grazie a questo dispositivo, inol-tre, verrà applicata la regola del “chi inquina paga”, tassando i cittadini in base alla produzione del rifiuto più inquinante (secco non riciclabile). Altra novità, conseguenza della “Pap”, sarà l’aumento del personale, in quanto appunto il servizio sarà capillare; si calcola che adibiti alla raccolta serviranno 50 dipendenti, mentre oggi il totale dei dipendenti dell’ASM è di 89 unità. Il nuovo personale verrà scelto tramite concorso pubblico. Inoltre, ci sarà il bisogno di nuovi mezzi, in quanto quelli in funzione ora oltre ad essere ormai vecchi sono troppo grandi per poter passare in tutte le strade, anche le più piccole. Quindi si è pensato di utilizzare mezzi medio - piccoli da 10 m³ in centro, mezzi medi da 15 m³ in periferia ed i vecchi mezzi grandi solo per il trasporto a listino. Il costo complessivo dell’iniziativa si aggira intorno ai 9,5 milioni di euro all’anno ma si potrebbero raggiungere anche i 10 milioni, dato difficile ancora da preventivare. La raccolta differenziata “porta a porta” è ormai assolutamente necessaria, soprattutto dopo la chiusura della discarica pubblica di Trani, ora oggetto di pesanti lavori per ripristinarla; quest’estate più volte è stato cambiato il luogo in cui venivano depositati i rifiuti di Molfetta, fino alla decisione di portali in una discarica privata di Conversano, in mancanza di una pubblica in provincia di Bari, area che si sta dotando di un impianto di biostabilizzazione. Ovviamente così sono saliti i costi del trasporto e smaltimento dei rifiuti non riciclabili, da 60/65 € a 140 € per tonnellata, urge quindi un sistema che permetta di diminuire visibilmente la produzione di rifiuti non riciclabili e la “PaP” come abbiamo ormai capito è una soluzione ottimale. Per quanto riguarda il progetto dell’impianto di compostaggio a Molfetta, c’è ancora da attendere le indagini chimiche volute dalla Provincia insieme alle analisi di rischio, a causa della presenza di metalli pesanti. Se quest’ultime decreteranno l’assenza di rischio di inquinamento in quest’area allora si continuerà il monitoraggio e poi entro fine anno cominceranno i lavori per l’impianto, in caso contrario verrà esportata via la parte superficiale del terreno prima di altri controlli. DISCARICA DI CODA DELLA VOLPE Lunga è invece la misteriosa storia del fondo rustico sito in contrada “Coda della volpe” (3 ettari di ex discarica, 1 di area circostante) acquistato dall’AMNU, oggi ASM, nel 1973 per alleggerire il lavoro dell’impianto centrale della zona industriale ed utilizzato fino al 1993, anno in cui il comune di Molfetta cominciò il trasporto dei rifiuti presso la discarica di Trani ed affidò i lavori per la costruzione di un impianto di compostaggio all’impresa dell’Ing. Mazzitelli, previa bonifica dell’area avvenuta solo a partire dal 2000 grazie ad un finanziamento di 6 miliardi di lire da parte del Prefetto di Bari dell’epoca Mazzitelli. Nei dieci anni successivi l’area è stata gestita dall’ASM, ora è protetta da cancelli e sorvegliata periodicamente. Tornando alla raccolta differenziata “porta a porta”, infine, va accolta senza troppi pregiudizi e malumori ma anzi con la volontà di accettare questa nuova sfida che porta con sé molti vantaggi dal punto di vista ambientale, come abbiamo visto, economico dopo un certo periodo di rodaggio. Una sfida anche civile, che ci insegna finalmente, obbligatoriamente, a differenziare con la possibilità un giorno, chissà, di tornare al vecchio metodo (così come successo in alcune città del Nord Italia) ma più consapevoli del fatto che riciclare è ormai il futuro e che quindi il futuro e nelle nostre mani.

Autore: Daniela Bufo
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