MOLFETTA - Grande partecipazione. Così, in due parole potrebbe essere ricordata la manifestazione in ricordo del Sindaco Gianni Carnicella nel giorno del 21° anniversario del suo assassinio (nella foto: Natalicchio, Garofoli, Maralfa).
La manifestazione, fortemente voluta dall’amministrazione comunale e da molte associazioni molfettesi, ha visto la sentita presenza di centinaia di cittadini che si sono dati appuntamento nella piazza Aldo Moro antistante la stazione dove sindaco Paola Natalicchio, vicesindaco Bepi Maralfa e consiglieri comunali, unitamente ad autorità militari, si sono stretti intorno alla famiglia Carnicella.
Insieme, silenziosamente hanno percorso corso Umberto con brevi soste per la lettura di passi di discorsi e testi sulla cultura della legalità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assassinati anch’essi in quel tragico 1992, per arrivare sul luogo ove Gianni Carnicella giacque, colpito dalla furia assassina di un uomo travolto da un sistema cui non ebbe la forza di sottrarsi.
Con pudore e rispetto, il sindaco Paola Natalicchio ha ricordato quei tragici momenti che sono rimasti impressi nella mente di tutti anche di chi, come lei, appena tredicenne si preparava a vivere un’estate spensierata. La parola è passata al Dott. Roberto Garofoli, Segretario Generale della Presidenza del Consiglio del Governo Letta, il quale, memore del suo rapporto umano con l’indimendicato sindaco, ha ricordato come Gianni Carnicella fosse un uomo che ascoltava tutti, tutte le forze politiche, con lo stesso interesse.
In conclusione la parola è stata data a Don Pasquale Rubini, parroco della Chiesa di San Berardino, il quale dopo aver sottolineato la bellezza della personalità di questo Amministratore, ha voluto estendere su tutti una carezza, come è stata definita affinchè possa giungere sulla nostra città stretta in una unità ritrovata, una benedizione, scesa su tutti i partecipanti tra i quali, con piacere, è stata notata la presenza del senatore Antonio Azzollini.
Carnicella antepose al proprio interesse quello della collettività, con passione e gioia per il proprio lavoro, per la sua mission, come un qualunque dipendente di quello Stato che per molti, per la maggior parte dei pubblici dipendenti, rimane un onore servire. Faceva il suo dovere ma non era un amministratore docile, per usare un termine usato da quei Magistrati uccisi quella torrida estate, precedendolo. Sapeva e opponeva il suo diniego e per questo è stato ucciso, vittima di un sistema cui non si è piegato. Carnicella è anche il nome di un plesso di scuola primaria dell’I.C. “Azzollini-Giaquinto”, fiore all’occhiello della scuola italiana. Sin dalla prima elementare ai bambini viene raccontata la storia di quest’uomo cui si deve il nome della propria scuola. Ne sarebbe stato felice, proiettato com’era alla costruzione e al miglioramento della sua città, tenendo nella giusta considerazione anche cittadini in erba, anzi lo è sicuramente.
Non solo ricordo ed esempio, quindi, ma insegnamento vivo e attuale per tutti, nessuno escluso.
© Riproduzione riservata