Riaprite il Pulo! Chiamata alle armi dalla Provincia
Coinvolte le associazioni Archeoclub, Ictius, Legambiente, Pro Loco, Centro Studi di Didattica ambientale di Ruvo “Terrae” e Wwf
Riaprire al pubblico il Pulo. L'imperativo lanciato alcune settimane fa dall'ente provinciale pare essere davvero “categorico”. Ma, oltre le intenzioni (pure importanti, e però mai sufficienti), restano al momento aperti gli scenari relativi alle modalità di gestione del sito.
Entrambi i consiglieri provinciali molfettesi (Domenico Cives e Antonello Zaza) hanno scelto di percorrere la strada del coinvolgimento, quanto mai diretto, di quelle associazioni locali il cui ambito d'azione è, più che in altri casi, affine alle peculiarità del Pulo (peculiarità storico-archeologiche per un verso, naturalistico-paesaggistiche per altro verso).
Al momento, la “chiamata alle armi” ha interessato l'Archeoclub, l'associazione “Ictius”, la Legambiente, la Pro Loco, il Centro Studi di Didattica ambientale di Ruvo “Terrae” e il Wwf. A questi soggetti la Provincia ha fatto appello, chiedendo loro di formulare un'ipotesi di gestione del sito che li veda, peraltro, direttamente coinvolti anche nella fase attuativa.
Diverse e ancora oggetto di discussione, le proposte sul tappeto. Se per alcuni prioritario è dischiudere nel più breve tempo possibile i battenti del Pulo (rimasti chiusi per troppo tempo o riaperti soltanto a fasi alterne), per altri il presunto 'problema- Pulo' (una sorta di “patata bollente”, da far sbollire in qualche modo) non può essere scisso dalla necessità di avviare la piena valorizzazione e fruizione di altri beni culturali che insistono sul territorio del Comune di Molfetta e dei Comuni limitrofi. Facile intuire che, se nel primo caso ad occuparsi delle “incombenze” derivanti dalla gestione corrente del bene potrebbero essere le associazioni stesse (trattandosi, in buona sostanza, di tenere aperto il sito e, al più, programmare visite guidate alla dolina), nel secondo caso certamente insufficiente sarebbe l'apporto che potrebbe venire dai soli volontari e, dunque, assai più impegnativo diverrebbe il ruolo esercitato dagli enti locali interessati (facenti parte – questa una delle proposte – di un soggetto misto, pubblico-privato).
Sia che si intenda propendere per la prima ipotesi (semplice riapertura del Pulo, realizzabile in breve tempo ma probabilmente di corto respiro), sia che si prediliga la seconda (messa a sistema del Pulo con altri beni culturali, prospettiva più durevole e solida, ma certamente meno immediata), la valutazione dei pro e i contro dovrà certamente tenere in debito conto la recente storia passata del sito (fatta anche dei numerosi falliti tentativi di restituirlo pienamente alla comunità). In tal senso, l'esigenza, pur legittima, di rendere il Pulo fruibile al pubblico nel più breve tempo possibile, non potrà evidentemente avvalersi di approcci miopi ed “emergenziali”, utili soltanto ad alimentare l'ormai logoro e sospetto meccanismo della “valorizzazione a intermittenza” (una contraddizione in termini!) dei beni che appartengono all'intera comunità.
Tiziana Ragno
tiziana.ragno@quindici-molfetta.it