Report: scuola e società a confronto
RECENSIONI
E' uscito il primo numero di “Report”, rivista dei Licei dell'Istituto “Vito Fornari” di Molfetta. Il Dirigente scolastico, professor Rodolfo Nicola Azzollini, sottolinea nella “Premessa”, la necessità di “valorizzare le risorse umane della Scuola, nell'intento di soddisfare il fabbisogno di elevati livelli di formazione da parte dei giovani” e di avvalersi delle grandi potenzialità offerte dalla nuova stagione dell'Autonomia.
Il “Vito Fornari”, segnalatosi in questi ultimi anni per numerose e diversificate produzioni, evita ora la dispersione raccogliendo in una pubblicazione l'Offerta Formativa del 2004-2005 frutto della proficua collaborazione fra docenti ed alunni. Da parte sua, il prof. Marco Ignazio de Santis, Coordinatore del progetto e della rivista, ricorda nella Premessa, le grandi possibilità offerte da una autentica valorizzazione dei saperi e della cultura, auspica che “Report” possa continuare nel futuro, e ringrazia infine gli alunni, tutto il personale docente, gli addetti alla segreteria, ed i collaboratori.
Il Comitato di Redazione è composto dai Professori Maddalena Azzollini, Maria G. Calamita, Marco I. de Santis, Massimo M. Memola, Rosanna Salvemini. La copertina è di Pasquale Modugno. I temi ed i problemi affrontati dai giovani sono tutti di grande interesse ed attualità. Spaziano dalla tutela della salute alla difesa della legalità, dallo sviluppo economico e sociale della nostra città alla lettura ed interpretazione di diverse fonti storico-documentarie, dalle tematiche psico-pedagogiche inerenti all'insegnamento delle lingue straniere alla promozione di letture ed approfondimenti sulla storia e letteratura contemporanee. Sicuramente un impatto problematico di grande spessore, che avrà suscitato nei giovani grande interesse, ma necessitante di un paziente lavoro di coordinamento da parte dei docenti.
L'ultimo capitolo, “L'angolo creativo” raccoglie alcuni pensieri e poesie ed è forse quello che più degli altri accomuna i giovani ai propri genitori che ritroveranno in quelle parole i ragazzi che furono.
Concludo con alcune considerazioni che ritengo non del tutto estrinseche. Innanzitutto credo che l'insegnamento, nonostante alcune trite banalità sempre in voga, sia tuttora una delle professioni più difficili e al tempo stesso più importanti per la tenuta morale e civile del Paese. E' un luogo comune, ma è bene ribadirlo, soprattutto, e sono le parole del professor Rodolfo Azzollini, “in una fase storica come la nostra caratterizzata dall'appiattimento e dall'assopimento delle coscienze conseguenti alla diffusione della banalità e della volgarità trasmesse via etere in quasi tutte le reti, soprattutto nelle ore di maggiore ascolto”.
Ma lo spessore culturale e civile di una fase storica e della classe politica che in essa detiene il potere, si misura non soltanto dai mezzi di comunicazione e dai personaggi che in essi le organizzano il consenso. La figura di Emilio Fede è certamente emblematica e, nella sua perfetta classica coerenza, assurge paradossalmente alla dimensione del tragico. La vera natura strutturale dell'attuale compagine governativa si rivela anche nella pianificazione della propria auto qualificazione a livello per così dire “ufficiale”. In questo senso, la cancellazione dell'aggettivo “Pubblica” dalla intitolazione del Ministero dell'Istruzione, è iniqua, perché tende a discriminare larghissime fasce di cittadini che il capitale ha ritenuto di non premiare a causa della loro inferiorità genetica (non tutti hanno la capacità “biologica” di diventare ricchi), ed è ipocrita, perché non si è avuto il coraggio di sostituirlo con “Privata”.
Ignazio Pansini