REGIONANDO - Sì nella nottata al bilancio. Le opposizioni escono dall'aula
BARI – 24.12.2003
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la manovra finanziaria per il 2004. Un'approvazione lunga e faticosa che si è conclusa solamente alle 3.30 di questa mattina, dopo una giornata segnata da una lacerante spaccatura tra le forze di governo e quelle di opposizione. Punto principale di discordia, il comma 3 dell'emendamento all'art 34 bis della manovra finanziaria, proposto dallo stesso presidente della Giunta Raffaele Fitto. Il comma 3 di fatto, dava per approvato sia il Piano sanitario che il Piano di riordino della rete ospedaliera.
"Un vero e proprio blitz clamoroso e sconvolgente" per le opposizioni che, regolamento alla mano, hanno posto sin dall'inizio una pregiudiziale sull'approvazione della manovra, chiedendo al presidente di turno del Consiglio regionale, il forzista Aldo Aloisi, di verificarne la stessa inammissibilità. Gaetano Carrozzo (Ds) ha parlato di "abuso di potere e di eventuale ricorso alla magistratura".
In tarda serata, dopo una sospensione di circa un'ora, chiesta dalle forze di centrosinistra che intanto avevano deciso di praticare l'ostruzionismo, il Consiglio ha iniziato la discussione dei 70 articoli del disegno di legge. Dopo l'approvazione dell'art. 5, il centrosinistra ha chiesto l'anticipazione della discussione dell'art.34 ponendo immediatamente la questione dell'ammissibilità. Il presidente Aloisi, richiamandosi al regolamento ha ritenuto ammissibile l'emendamento non ritenendo invece accoglibile la richiesta di riunire l'ufficio di presidenza. A quel punto, le opposizioni per protesta hanno deciso di abbandonare l'aula consiliare, chiedendo però il voto per appello nominale.
Sono rimasti in aula, per controllare il voto, i tre consiglieri dell'opposizione Arcangelo Sannicandro (Rifondazione Comunista), Mimmo Lomelo (Verdi) e Antonio Maniglio (Ds).
I banchi del centrosinistra sono rimasti completamente vuoti quindi per la seconda metà della nottata, quando il Consiglio ha dato il via libera definitivo alla manovra finanziaria del 2004.
"Uno strappo istituzionale e politico, grave": è il dato che secondo il centrosinistra emerge dalla lunga nottata di lavori del Consiglio regionale per l'approvazione del bilancio di previsione del 2004. L'opposizione, in una conferenza stampa, ha spiegato le ragioni "di un atteggiamento che non si può definire ostruzionistico ma di approfondimento sulle questioni che sono state oggetto di conflitto fra le parti politiche.
"Abbiamo voluto riempire il verbale di contenuti su questioni che tormentano da tempo le comunità della nostra Regione - ha spiegato il portavoce della margherita Pietro Pepe - questo strappo istituzionale non può passare inosservato e da ora in poi non faremo sconti alla maggioranza".
La manovra finanziaria approvata dalla maggioranza, in un'aula che ha visto l'assenza dell'opposizione, è secondo Mario Loizzo, "assolutamente inutile, non fornirà nessuno sviluppo e sarà inefficace rispetto alla realizzazione dei bisogni dei pugliesi". È emersa "la povertà del profilo istituzionale della classe dirigente che governa la Puglia" - ha continuato Loizzo.
Poi il consigliere diessino è entrato nello specifico degli accadimenti che hanno segnato la giornata. Ecco il racconto: "nel corso della conferenza dei capigruppo il centrosinistra aveva accettato di andare frettolosamente in aula ad approvare la manovra con senso di responsabilità, nel convincimento che si trattasse di una legge finanziaria meramente tecnica".
"Ma così non è stato - ha spiegato Loizzo - ci siamo trovati di fronte ad un vero e proprio blitz che ha partorito quel mostro giuridico".
"In sostanza - ha detto Mimmo Lomelo - dopo due anni il presidente Fitto ci ha dato ragione, venendo finalmente in aula ad approvare il Piano sanitario, senza però accettare il dibattito democratico, senza concedere all'opposizione la legittima presentazione degli emendamenti modificativi del testo originario".
Michele Losappio ha sottolineato, poi che il centrosinistra ha avuto ragione anche sulle questioni che attengono al Piano dei trasporti. "Infatti anche la Corte costituzionale - ha spiegato il consigliere di rifondazione comunista - in una indagine di controllo sulla gestione del trasporto pubblico locale in Puglia, non ha fatto altro che sostenere tutto quello che il centrosinistra fin dalla prima ora ha affermato".
La sentenza parla di mancata attuazione della programmazione, di assenza del Piano regionale trasporti, di mancata definizione delle linee guida e quant'altro.
Duro, invece, l'attacco del presidente Alberto Tedesco, sferrato nella direzione dell'ufficio di presidenza del Consiglio che, "non è riuscita a consentire un confronto sereno e articolato ponendo in essere una vera e propria scorrettezza di carattere politico". Ancora, Tedesco ha sollecitato una verifica dopo la pausa natalizia sulla gestione complessiva della presidenza del Consiglio che "soprattutto nel corso della rilettura dello Statuto avrà bisogno di un maggiore momento di riflessione e di approfondimento". "Forse le cose sarebbero andate diversamente - ha concluso Tedesco - se il presidente si fosse assunto la responsabilità di guidare la seduta".
Emanuele Sannicandro ha espresso la sua indignazione soprattutto rispetto ai due interventi di Saccomanno e Tagliente. Che "hanno addotto giustificazioni politicamente assurde, ricordando per esempio che l'assessore ha affermato che il piano del '99 fu approvato in odore di campagna elettorale e mai attuato".
Alla conferenza stampa era presente anche il coordinatore dell'ulivo, Onofrio Introna, che ha espresso il suo disappunto per "uno strappo che andava evitato nell'interesse della Puglia e dei pugliesi". Introna ha espresso forte la preoccupazione che "in questo Paese ormai a tutti i livelli esiste un abbassamento dei livelli della democrazia". "Forse sarà il caso - ha concluso - che in sede di seconda lettura dello Statuto si rivedano le posizioni e si cerchi di fissare paletti più chiari a garanzia del confronto democratico istituzionale e politico".
Il centrosinistra sta valutando, inoltre, se esistono le condizioni tecniche e giuridiche per ricorrere contro la legge di bilancio.