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Randagismo, Lega del cane: pochi chip, in aumento gli abbandoni
15 giugno 2011

Randagismo, diffi cile piaga da sanare. L’amministrazione Azzollini ha approvato la spesa complessiva di 64mila euro per «alcuni lavori da eseguirsi presso le strutture comunali adibite a ricovero di cani randagi e per aff rontare le spese legate alla cura e al sostentamento dei cani ammalati di leishmaniosi, rogna e altre patologie dermatologiche» (determinazione Settore Territorio n.15/11). Sono stati messi a disposizione della Multiservizi quasi 96mila euro (a fronte dei 41mila euro, stabiliti dalla convenzione del 2008, ma insuffi cienti) per la gestione del canile municipale e l’area di stabulazione libera (determinazione Settore Territorio n.17/11). Lo scorso novembre 2010, la Giunta Azzollini aveva predisposto una campagna di microchippatura e sterilizzazione gratuita dei cani di proprietà, poi concretizzatasi nelle due «Giornate del microchip» (10 aprile e 15 maggio). Quindici ha intervistato la dott.ssa Claudia De Pinto della Lega per la Difesa del Cane, associazione che cura i cani ammalati e vittime d’incidenti, oltre alle adozioni dei cuccioli abbandonati. Adozioni che nel 90% dei casi sono fuori regione, con spese di viaggio a carico dei volontari stessi (nel 2010 e 2011 sono stati vaccinati, sverminati e condotti presso le famiglie adottanti quasi 150 cuccioli). Senza dimenticare i costi delle terapie: ad esempio, un fl acone di Milteforan (antileishmaniosi) per un cane costa 250 euro (durata di 28 giorni). Insomma, un lavoro, silenzioso e continuo, frutto di sacrifi ci anche personali. Come sono andate le due «Giornate della microchippatura»? «È andata discretamente. Sono stati numerosi quelli che hanno munito i propri cani di microchip o che hanno prenotato la sterilizzazione che abbiamo off erto come servizio gratuito, perché il suo costo è oneroso, intorno ai duecento euro». Qual è lo scopo della manifestazione? «Tutto questo rientra in un progetto che la Lega del Cane sta facendo per combattere il randagismo. Se da anni ci battiamo per far rispettare la legge che prevede la sterilizzazione, servizio che noi offriamo a cadenza settimanale, il randagismo è in aumento anche e soprattutto a causa dell’abbandono». C’è stata una risposta delle istituzioni a questa vostra iniziativa? «Alla fi ne di questa manifestazione prenderemo accordi con il Comune di Molfetta per far partire i controlli su tutti i cani domestici e per chi non sarà in regola scatteranno le dovute sanzioni». Dott.ssa De Pinto, ritiene sia ancora alto il numero dei cani non microchippati? «Credo ci siano ancora delle inadempienze, anche se in queste giornate abbiamo avuto una risposta importante da parte dei cittadini, ma le segnalazioni di cucciolate o cani in stato d’abbandono sono numerose, strettamente legate alla mancanza dei chip». Qual è l’attuale situazione del canile a Molfetta? «Nella nostra città abbiamo tre canili comunali situati in prossimità della zona Asi, due molto vicini gestiti dalla Multiservizi, ma strutturati in maniera diversa. Ad esempio, il Rifugio è una struttura dove sono portati i cani accalappiati. In alcuni casi, sono anche rimessi in libertà perché la legge prevede le duecento unità come massima capienza dei canili. Si tratta di un canile sanitario, la cui funzione principale è la sterilizzazione delle femmine, poi reintrodotte sul territorio». Da chi è gestito l’accalappiamento dei cani? «Innanzitutto, la sede dei veterinari Asl, che hanno competenza su Molfetta, è a Ruvo, mentre il tecnico addetto al recupero de cani randagi viene da Corato. Alla fi ne, però, siamo noi a inoltrare le segnalazioni, grazie alla fi tta rete di conoscenze tra gli animalisti che ci segnalano ogni nuova unità, ogni nuovo branco. Speriamo, anche grazie a queste iniziative, di contenere il fenomeno del randagismo, ma soprattutto dell’abbandono che sovverte il nostro operato». Il comune provvede alla manutenzione delle strutture? «Noi ci auguriamo che questa manutenzione avvenga e che alcune aree del canile siano messe a norma». Infatti, alla fi ne del 2009, il Dipartimento di Prevenzione Servizio Veterinario Area Sanità Animale ha ricordato al Comune di Molfetta che la zona di stabulazione libera è priva di autorizzazione sanitaria. Perciò, l’ASL ha indicato alcuni lavori urgenti da eseguire per fronteggiare l’emergenza, in attesa di mettere a norma tutta la struttura. «Una parte di quest’area non è autorizzata, dunque dovrebbe essere messa a norma. Si è provveduto solo in parte, ma l’opera non si è stata completata. L’amministrazione Azzollini, con la quale noi siamo in sintonia, si sta impegnando per il completamento delle operazioni». La Lega Nazionale per la difesa del Cane è una onlus, dunque si autofi nanzia. Quali sono le diffi coltà economiche che aff rontate? Ci sono fi nanziamenti comunali? «Per l’assistenza veterinaria di 350 cani, percepiamo dal Comune di Molfetta 1.800 euro mensili, non sempre suffi cienti. La cura della leishmaniosi, ad esempio, dura circa due mesi ed è costosissima. Si tratta di una malattia endemica molto diff usa sul nostro territorio. Ci occupiamo, inoltre, dei cani investiti e abbiamo un debito di 12mila euro con la nostra clinica perché solo ci occupiamo dei cani che sono all’interno del canile, ma soccorriamo anche le diverse centinaia presenti sul territorio. Il nostro imperativo morale e la nostra missione c’è lo impongono».

Autore: Davide Fabiano
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