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Raccolta rifiuti “porta a porta” a Molfetta, il becero rifiuto delle regole: inciviltà
31 marzo 2017

MOLFETTA - Delle proteste di alcuni cittadini che rifiutano per partito preso, che trovano per ragioni effettive ed oggettive, che la “raccolta porta a porta” penalizzi alcune fasce di utenti, (anziani, non-autosufficienti, diversamente abili e malati) ed infine, della strumentalizzazione odiosa di alcune forze politiche – che alimenta come benzina sul fuoco – la protesta, in certi casi più che giustificata, aizzando i così detti “renitenti totali” al rifiuto della normativa introdotta ormai in tutto il territorio cittadino, abbiamo diffusamente parlato sia sul quotidiano on-line, che nell’ultimo numero della rivista “Quindici” di questo mese di marzo in edicola.

Ieri siamo stati testimoni oculari di un ‘gustoso’ caso di renitenza che, da solo, dimostra tutta l’inconsistenza e la demagogia di chi appunto, incoscientemente, dà legittimazione a comportamenti al limite estremo della civica decenza.

Erano circa le ore 8,30, piazza A. Moro: una signora anziana, armata di carrellino per la spesa, che presumiamo si accingeva a fare, percorre il marciapiedi davanti all’ingresso dell’edicola. Vicino alla porta del Bar Stazione, era depositato un mastello blu (mercoledì, era dedicato al conferimento della carta); la signora si avvicina ed apre il contenitore: si accorge che è ancora pieno e lo richiude. Fa pochi passi verso l’ingresso del bar e vede un contenitore stradale in pietra (quelli che servono per il deposito di piccoli oggetti di rifiuto, come fazzoletti di carta, pacchetti di sigarette, feci canine raccolte (alcuni li usano anche per questo); sarà stato mezzo vuoto: infatti la signora, con estrema disinvoltura, apre il suo carrellino (nel quale presumiamo riporrà poi la spesa, compresi generi alimentari!), estrae un sacchetto di plastica, contenente rifiuti di ogni tipo (in trasparenza si notavano bucce di agrumi, cartacce, plastica e chissà cos’altro) e lo deposita nel contenitore. Poi entra nel bar, non sappiamo per cosa, ma non è importante.

Dunque, adesso che la procedura di raccolta ‘porta a porta’ è stata estesa a tutto il territorio comunale, sono stati eliminati quasi tutti i vecchi cassonetti: in alcune zone ne sono ancora presenti alcuni, servono per esigenze particolari locali; i ‘renitenti’, legittimati non solo e non tanto forse da una propria caparbia posizione di… opposizione o rifiuto dell’idea di dover conferire, con un calendario ben preciso, in ore e giorni stabiliti, i propri rifiuti nei mastelli, quanto dal fatto che alcuni ‘cattivi consiglieri’,  gruppi/partiti – che, peraltro si contraddicono spudoratamente, come dimostriamo (foto del candidato di Centro Destra alle ultime amministrative del 2013, che aveva in programma l’istituzione del “porta a porta”), nell’articolo sulla rivista QUINDICI del corrente mese – sono costretti a fare i mitici salti mortali per smaltire i rifiuti che non vogliono smaltire seguendo la procedura “porta a porta”, e per reperire un sito, possibilmente fuori vista, per rilasciare i rifiuti.

Questo piccolissimo evento di (mal)costume locale, rende poco utile, credibili perfino la tesi che il tipo di raccolta di rifiuti costituisca un serio problema per alcune persone, anche se resta indubitabile il fatto che i problemi, per determinate categorie di cittadini, siano reali e che dovranno essere valutati e corretti.

Non siamo noi che dobbiamo suggerire maggiore cautela nel fomentare ed alimentare un’inutile e dannosa, per tutti, campagna di rabbia popolare. Tuttavia, dovremmo riflettere anche sulla demagogia populista di alcuni… messaggi elettorali!

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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Vorrei lasciare il mio contributo a questo che é diventato l'"argomento" di discussione per i cittadini molfettesi. Quand'ero bambino i sacchetti venivano lasciati accanto al portone d'ingresso al palazzo in attesa che venissero raccolti dal motofurgoncino di turno...naturalmente creando cattivi odori, occupazione di suolo e disagi vari...Dopo 40 anni siamo tornati allo stesso punto con la differenza che i rifiuti sono selezionati. Nella zona del lungomare dove abito, nelle giornate di vento, i contenitori (rifiuto l'utilizzo del termine mastella/o assolutamente inappropiato e ridicolo) vengono catapultati decine di metri dall'ingresso del portone spargendo sacchetti e rifiuti. La raccolta porta a porta è un metodo legittimo ma fastidioso per trasferire sui cittadini i costi della raccolta dei rifiuti. La mancanza cronica di fondi comunali non consente la costruzione di isole ecologiche intelligenti, dove poter conferire i rifiuti selezionati, e magari ricevere sconti proprio sulla tassa rifiuti...Senza contare che chi soggiorna pochi giorni in città non sa dove conferire la spazzatura se parte prima dei giorni di conferimento. La raccolta differenziata è sacrosanta per il bene di tutti ma il metodo adottato va rivisto in funzione della città, del quartiere dove si adotta e non, come sempre, trasferendo gli oneri e i disagi sui cittadini, provocando astio e disappunto verso una metodologia volta a risolvere una problematica tanto importante quanto evidente. La raccolta porta a porta va assolutamente rivista per non innescare un rigetto nei cittadini, che verrà sicuramente cavalcato dai populisti di turno nelle prossime elezioni, e ricatapultando la città a prima dei cassonetti, esattamente 40 anni fa.


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