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Quello sconcio al lungomare
15 settembre 2010

Queste vedute della parte fi nale del lungomare ci mostrano quanto è facile danneggiare l’estetica della città anche nei suoi punti più caratteristici, e quanto è invece diffi cile rimediare a brutture che deturpano il paesaggio. E’ proprio la somma di tante piccole brutture, cui pian piano ci abituiamo e ci paiono “normali”, che rendono una città sciatta e poco godibile. Non paiono, però, cose normali per coloro che hanno occhio critico o vengono da fuori, e osservano con attenzione. E così scoprono i giardini, parchi pubblici e aiuole abbandonati nell’incuria e pieni di immondizia, le strade e piazze totalmente invase dalle auto in parcheggio selvaggio, spesso munite di permessi speciali o di distintivi di invalidi, tali da trasformare, ad esempio, quel gioiello di Piazza Municipio in un volgare e disordinato ammasso di veicoli che rendono diffi cile persino il passaggio dei pedoni; per non parlare degli abusivismi, dei vandalismi, delle persiane in anticorodal color verde smeraldo o bronzo dorato che deturpano anche palazzi antichi, delle occupazioni senza regole di strade e piazze e marciapiedi da parte di venditori ambulanti e non, di bar e pizzerie, ecc. ecc. Nelle foto che vedete, la prima fu da me scattata nel 1982 e la seconda oggi, si nota la trasformazione in negativo di una brutta pensilina, fatta da vecchie tavole e ripari di fortuna, ora poggiata su travi di ferro, per giunta storte e arrugginite, che collegava dall’esterno due locali di un ristorante ormai chiuso da anni. Completa l’opera dissacratoria della bella facciata in pietra la presenza di tre tubi di grondaia e di fogna di colore nero, che convergono verso il mare. Nessuno ha mai avuto la forza o l’autorità di eliminare questo sconcio, né di imporre per gli scarichi fognari di passare internamente ai muri o quantomeno di utilizzare tubazioni di un colore più in linea con l’estetica della muraglia, meno invasive e meno visibili dall’esterno. Eppure credo che si tratti di una operazione non diffi cile e poco costosa, se qualcuno del “Palazzo” volesse occuparsene seriamente, per rendere un primo piccolo servigio all’immagine della nostra città.

Autore: Mauro Binetti
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