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Pulo, bilancio di un anno di lavoro parlano i visitatori I commenti più significativi e curiosi raccolti dal consorzio Polje nei primi dodici mesi di attività
15 dicembre 2009

Settemila visitatori in dodici mesi: ha il conforto dei numeri il primo anno di attività di Polje, il consorzio di sei associazioni (Archeoclub, Legambiente, Ictìus, Pro Loco, Terrae, WWF) che dallo scorso novembre, data della riapertura al pubblico, gestisce il Pulo di Molfetta. Dodici mesi che il consorzio ha celebrato con un convegno in sala Finocchiaro, presso la Fabbrica San Domenico, per tracciare un bilancio e buoni propositi per il futuro. Ma per capire quanto sia stato positivo l’«anno zero» della dolina, non c’è niente di meglio che scoprire quale sia il parere più disinteressato, quello delle settemila persone che hanno visitato il sito. Quindici decide allora di far raccontare proprio a loro, ai visitatori, e soprattutto ai più sinceri di loro, i bambini, cosa è stato di questo primo anno di attività nel Pulo di Molfetta da parte del consorzio Polje: abbiamo curiosato nel registro firme e commenti a disposizione dei turisti, e ne abbiamo lette di tutti i colori: tanti complimenti, qualche consiglio, un po’ di involontarie occasioni di divertente comicità. Si va dai più stringati, ed entusiasti (“Luogo magico”, “finalmente” “spettacolare”, “continuate così”, “cerchiamo di tenere questo tesoro aperto per sempre”, “atmosfera avvolgente”), a quelli più curiosi, che magari danno qualche costruttivo suggerimento da tenere in considerazione per il futuro o che forniscono una chiave di lettura molto particolare del posto. “Abbiamo bisogno di ritrovare le nostre radici”, è il pensiero di Francesca, un pensiero da ascoltare. “Dopo molti anni, ho scoperto il vero Pulo”, dice Maria. Sulla stessa lunghezza d’onda Carmela: “è un bene troppo prezioso per lasciarlo in balia dei vandali. Proteggiamolo e cerchiamo di incentivare di più il turismo”. Elementi di marketing: “Molto interessante, lo diremo agli amici”. “Il caldo è massacrante”, scrive a maggio Alessia: per i miracoli, Polje si sta attrezzando. Galateo di un barese: “grazie per la cortesia”. Da spot il commento di Isabella: “Oggi…una grande scoperta della Puglia di ieri…”. Altrettanto, la massima “il futuro ha un cuore antico”. Sintassi “un po’ così” per un molfettese, che scrive “il sottobosco di alloro è stato bellissimo visitare”. Vocazione sindacalista per un anonimo che scrive “Brava la guida! Viva gli insegnanti, precari e non”. Passaggio nostalgico di testimone per le guide della breve riapertura, nel ’99, che scrivono “un saluto affettuoso dalle pioniere del Comune di Molfetta, sin dalla prima apertura, agosto ‘99”. Aulica invece Mariella da Altamura: “La bellezza della visita seppellisce la malinconia di una mancata entrata nelle grotte”. Anche Leonardo di Bergamo afferma che “occorre rifare il vecchio percorso: non è sufficiente vedere la nitriera e la vegetazione”. Da inoltrare all’ Asm il commento di altri due visitatori: “tenere pulito il piazzale superiore” :è stato, in effetti, uno dei pochi nei di questi primi dodici mesi, con le guide spesso e volentieri costrette in prima persona a provvedere ai rifiuti più ingombranti. “Il sito è da sempre stupendo, ora è anche valorizzato”. “Sarebbe molto bello visitare anche le grotte”, confessa Francesca. Cosimo scrive come sia “bello conoscere un ambiente così vicino, che ci porta così lontano..” Significativo il commento di un visitatore bresciano dalla firma indecifrabile: “ho visitato il Pulo con immensa felicità, congiungendo ciò che ho visto con ciò che vedevo quando ero bambino (sono passati 45 anni!). Spero che il gruppo che sta recuperando la dolina possa ricostruire il percorso che la mia mente ricorda benissimo”: un sentimento, un nesso nostalgico tra passato e presente, tra infanzia e maturità, comune a molti. Elisabetta e Franco, ad esempio: “apre il cuore ai molfettesi. Sono passati quarant’anni! che bello!” La tenerezza di una giovane coppia: “al nostro piccolo bimbo di 5 mesi, questa piacevole passeggiata all’aria aperta è piaciuta tantissimo”. La buongustaia e truffaldina Carmela : “fichi molto buoni”. Di altri gusti, ma mano altrettanto lesta, Luca: “buone le melograne”. Ma, come spesso accade, lo sguardo più appassionato, sincero e divertente è quello dei bambini. “Mi sono divertito a fare le fotografie”, afferma uno di loro. Sintetico un alunno della scuola Rosaria Scardigno: “la guida è stata bella”: si aprono le indagini interne al consorzio su chi sia questa guida che ha rapito il cuore del piccolo Giovanni. Anche perché, qualche mese dopo, Elena scrive “Il Pulo è bello, e anche la guida”. Sì, a questo punto questa affascinante guida ci teniamo proprio a sapere chi sia, dovere professionale. C’è anche un buontempone, certamente più grandicello, che si firma Bonaparte Napoleone. Pollice verde per Tommaso: “mi sono divertito molto perché ho visto tanti tipi di piante”. Precisa Federica: “mi sono divertita. Ho 8 anni”. “Ci siamo sentiti degli archeologi” scrivono gli alunni del 1° circolo Molfetta. L’onesta, piccola Claudia: mi è piaciuta la visita al Pulo, anche se (con l’accento: occhio, maestre) certe cose non le ho capite. Concisa Silvia “mi è piaciuto imparare delle cose”; qualcuno scrive “W la guida”, mentre suona un po’ sinistra ma spassionata la piccola Giulia, che, alla maniera dei serial killer, scrive in stampatello, grande “Tornerò!”. Cartina tornasole dell’impatto turistico che il Pulo può aver avuto, è anche andare a scoprire la provenienza dei turisti “forestieri”: si scoprono visitatori provenienti da ogni parte d’Italia, e qualcuno da ancora più lontano. Molto più lontano: Anne dalla Germania, per esempio, Gaetano da Oderzo (TV), Anna da Zinella (VR), Giovanna di Venezia, Heinrich da Braunschwing (Germania), Alfredo di Perugia. Da Firenze scrivono “il sito è interessante, ma lo sarebbe ancora di più e i potessero ammirare in loco i reperti ceramici e ossei che sono stati ritrovati”. Un appello che deve essere stato ascoltato, perché proprio in questi giorni è stato collocato nella grotta n.1 il calco, in vetroresina, delle sei sepolture scoperte nel 1997. Deve essere straniero, nonostante non indichi la provenienza, anche chi scrive “un sito interessante, tutte le piante e le ruine”. E poi ancora il Liceo pedagogico di Brunico (BZ), una non meglio precisata scuola svedese, Paolo di Lecco, Fabrizio da Roma, Antonio da Cremona, Sabino e Tobias da Stoccarda (Germania), Monica e Leonardo di Bergamo, l’autoironico Zaccheo da “Binetto City”, Angela da Milano, Fabio da Modena, Sabrina da Torino Alessio da Boccaleone (Bergamo), Francesca da Genova, Rosamunda da New York (USA). “Very interesting” scrive Anthony dalla Pennsylvania (USA), “Bravo pour votre iniziative”, scrivono dalla Francia, “Pulo = stupendo”. La chiusura ideale ad un primo anno che ne ha passate tante, tra grandi momenti ma anche difficoltà, lo da probabilmente il penultimo messaggio, scritto da Isabella, il 15 novembre. Parole semplici, ma incisive: “Siamo fortunati, noi molfettesi”. Dovremmo ricordarcene più spesso: Polje, dal canto suo, ha almeno altri quattro anni per rammentarcelo, come ha fatto finora.

Autore: Vincenzo Azzollini
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